Era solo un po’ arrabbiato, che vuoi che sia…

1 giugno 2020 | 11:55
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Era solo un po’ arrabbiato, che vuoi che sia…

Al via una rubrica settimanale sulla violenza domestica a cura Daniele Filippi e Gaia Bullentini

Inizia oggi (1 giugno) una nuova rubrica che affronta il tema della violenza sulle donne a cura degli psicologi Daniele Filippi e Gaia Bullentini. La rubrica avrà cadenza settimanale con uscita al lunedì.

Durante questi due mesi di quarantena sono morte 11 donne in Italia, uccise non dal virus ma dai loro compagni all’interno delle mura dentro le quali erano rinchiuse: Larisa (4 marzo), Barbara (10 marzo), Bruna (13 marzo), Rossella (19 marzo), Lorena (31 marzo), Gina (2 aprile), Viviana (6 aprile), Mariangela (16 aprile), Alessandra (19 aprile), Marisa (5 maggio) e Susy (8 maggio).

Questi dati avrebbero dovuto avere una risonanza maggiore, ma ahinoi spesso sono stati relegati in secondo piano a causa del bombardamento mediatico legato ai decessi per Covid.

Ci sembra importante invece far emergere questi nomi in tutta la loro potenza e abbiamo deciso di farlo affrontando il tema della violenza domestica. Come? Andando ogni settimana a destrutturare tutte quelle credenze stereotipate ad essa legate che ancora oggi persistono e che comunemente servono per minimizzare, negare o giustificare il fenomeno della violenza sulle donne.

Partiamo dalla prima… “È normale che ogni tanto quando si litiga lui finisca per alzare un po’ le mani… sai, quando uno è arrabbiato può succedere..”

Molto spesso la violenza domestica viene minimizzata e confusa con “conflitti di coppia” o con “discussioni un po’ accese”.

È fondamentale tuttavia distinguere una relazione conflittuale da una violenta. Il termine conflitto presuppone alcuni aspetti di base

  • forze simili in campo
  • esiti alterni (ora prevale l’uno, ora può prevale l’altro)
  • non ci sia sottomissione/umiliazione/annientamento della parte perdente.

La violenza, al contrario, è una situazione dove quello che abbiamo appena scritto viene totalmente ribaltato: uno dei due contendenti ha più potere (fisico, economico, psicologico) ed utilizza quest’ultimo per imporre i propri interessi e le proprie scelte all’altro.

Vorremmo quindi invitarvi a rileggere la frase che abbiamo proposto sopra e che troppo spesso ci sentiamo ripetere… “È normale che ogni tanto quando si litiga lui finisca per alzare un po’ le mani?”. No! In quel momento non state litigando, non siete partecipi di un conflitto ma state subendo violenza.

Continua…

A cura del dottor Daniele Filippi e della dottoressa Gaia Bullentini
psicologo e psicologa