Ponte a Moriano piange Marcello Pieruccini: il ricordo di Carla Reggianninni

24 novembre 2020 | 16:40
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Ponte a Moriano piange Marcello Pieruccini: il ricordo di Carla Reggianninni

Scomparso sabato dopo una malattia una delle anime di Ponte a Moriano

Scomparsa di Marcello Pieruccini, il ricordo di Carla Reggiannini.

“Da sabato 21 novembre – dice – Marcello Pieruccini non è più con noi. Sapevamo delle non buone condizioni di salute, di una sofferenza aggravata dalla recente morte della moglie Giuliana. Eppure la notizia ci ha colto di sorpresa, recando a chi l’ha conosciuto e stimato un doloroso senso di tristezza e di smarrimento. Nondimeno vogliamo ricordarlo per quello che, negli ultimi cinquant’anni, ha rappresentato per Ponte a Moriano”.

“Marcello – ricorda – arrivò tra noi nella seconda metà degli anni settanta dello scorso secolo, nel ruolo professionale di animatore sociale del distretto socio-sanitario, e qui iniziò un’attività intensa di “tessitura” e cura di relazioni fra l’intera popolazione, a partire dai ragazzi, giovani e adulti per arrivare agli anziani, con un occhio di riguardo proteso verso le situazioni di difficoltà e di isolamento; collaborò attivamente con il gruppo di animazione del Comune di Lucca, su due progetti di ampio rilievo formativo: il Progetto Giovani e la Mezzamela, nel cui ambito profuse una costante attenzione alle situazioni di marginalità e rischio che interessavano parte della popolazione adolescente e giovanile della zona: i campi Robinson, nell’ estate di quegli anni, grazie a lui e ai suoi collaboratori, divennero un terreno di esperienze ludiche ed educative di prim’ordine per tanti bambini e ragazzi; la Mezzamela fu un vero e proprio laboratorio artigiano, nel quale giovani con difficoltà sociali e relazionali si cimentavano nella lavorazione del ferro con la creazione di manufatti di vario genere. Perché questo era l’intento di Marcello: far emergere di ciascuno la parte migliore, valorizzandola e rendendola propellente di azioni virtuose e gratificanti, all’interno di una comunità in cui ogni persona aveva un ruolo significativo e necessario, come suggerivano le migliori esperienze educative e formative dell’epoca, ancor oggi pietre miliari e punti di riferimento pedagogicamente ineludibili”.

“Condivisione, partecipazione e un interesse culturale ed etico-ambientalista – prosegue la nota – lo videro nel 1982 copromotore del gruppo micologico Massimiliano Danesi di Ponte a Moriano, di cui è stato un segretario puntuale e produttivo: anima del gruppo, seppe raccoglierne le sollecitazioni e le proposte, attualizzandole in esperienze ludiche, ricreative e di marcato spessore culturale: memorabili le gite estive, vere e proprie settimane verdi nelle zone montane più belle e interessanti d’Italia, all’insegna dell’interesse per i funghi e per l’ambiente, ma anche per il benessere di ciascuno e di tutti i partecipanti; e altrettanto suggestive le mostre annuali di funghi e piante boschive, svoltesi ininterrottamente per trentanove edizioni autunnali dal 1982 fino al corrente anno”.

“Ancora connessi a cura e rispetto dell’ambiente, i cicli annuali di conferenze su natura e ambiente di Armonia verde, la collaborazione con le scuole del territorio – prosegue il ricordo – con interessanti interventi didattici in classe e attività all’aperto di ricerca e riassetto di vecchi sentieri abbandonati con studenti della locale scuola media provvisti dell’attrezzatura necessaria: vere e proprie incursioni nella vita di uomini e donne del nostro passato, con tutto il patrimonio di usanze e saggezza che questo ci consegnava e ci consegna.  Tuttavia l’interesse per il passato e soprattutto per la storia locale di fine Ottocento e del Novecento, non si fermava agli aspetti naturalistici e alla vita contadina, ma cercava di far luce, spaziando attraverso le testimonianze di chi, ormai anziano, quel passato lo aveva vissuto, nella realtà operaia dello iutificio Balestreri, nelle vicende sociali e politiche dell’immediato post – grande guerra, nelle tragiche esperienze legate all’occupazione nazista della seconda guerra mondiale: sempre e comunque con la convinzione che la storia, memoria e testimonianza del popolo protagonista o spettatore, deve fornire alle nuove generazioni elementi di conoscenza e riflessione per orizzonti di pace e solidarietà alieni da violenza e sopraffazione”.

“Con tali convinzioni nel 1984 partecipò alle iniziative di commemorazione del quarantesimo anniversario della Liberazione, collaborando con l’allora locale Circoscrizione 8 – ricorda Reggianninni – alla stesura del libro di memorie Castellaccio Kaputtsugli eventi bellici del 1944 legati alla linea gotica che attraversava le zone collinari e montuose alle spalle di Ponte a Moriano. Con un analogo interesse storico raccolse, curandone la pubblicazione nel testo omonimo, Le memorie di Mario, ovvero di Mario Ramacciotti, anziano pontamorianese che, giovane operaio dello Iutificio Balestreri negli anni venti dello scorso secolo e fra i primi aderenti al Partito Comunista Italiano, visse il nascere e affermarsi del fascismo, la sua disfatta, la guerra, la ricostruzione democratica: uno spaccato di vita e uno sguardo sulla storia; quella storia che, ricordando De Gregori, siamo noi … attenzione, nessuno si senta escluso… perché è la gente che fa la storia”.

“Marcello Pieruccini ha fatto la sua storia – continua Reggianninni – all’interno della quale non possiamo dimenticare un altro suo contributo di valore per Ponte a Moriano: la pubblicazione, curata con validi collaboratori locali, nella seconda metà degli anni Ottanta, del mensile La Piazza, raccolta di vita sociale e politica, di storia, tradizioni, esperienze del Ponte e dei paesi che afferivano alla circoscrizione 8. La Piazza, un titolo non a caso, perché è proprio questa la cifra che ha sempre connotato Marcello: non il vivere appartati ciascun nel proprio ambito familiare, per quanto importante e gratificante esso sia, ma uscire e partecipare dove ci si incontra, la “piazza” che è luogo di confronto, discussione, condivisione, talora anche di conflitto, ma da affrontare con la mitezza e la gentilezza del rispetto reciproco, nella ricerca di ciò che ci unisce e non nell’enfasi di ciò che divide. Una piazza dove ognuno trova il senso della sua vita e insieme agli altri fa la storia”.

“Infine un piccolo ricordo, legato a una delle ultime gite estive del gruppo micologico – conclude – ci trovavamo in Trentino, in Val di Fassa; un bambino di tre/quattro anni circa, che alloggiava con i genitori nel nostro stesso albergo, vedendo Marcello, con la sua barba già bianca, il suo cappello sgualcito, gli scarponi ai piedi, lo scambiò per Babbo Natale in vacanza; Marcello stette al gioco e rassicurò il bambino che, appena tornato a casa, avrebbe iniziato a preparare i doni natalizi per lui e per tutti i bambini del mondo. Il bambino gli fece un grande sorriso e lo baciò con grande affetto. Fu una scena di grande tenerezza che commosse e insieme divertì tutti i presenti.  Con quella stessa commozione ringraziamo Marcello Pieruccini per tutti i “doni” speciali che ci ha fatto, per l’impegno sociale e civile delle sue tante iniziative, per la saggezza delle sue parole e la gentilezza delle sue azioni, per l’amicizia che sapeva offrire e per ciascuno dei grandi esempi di umanità che ci ha lasciato”.

“L’impegno che dovremmo assumere, come comunità – conclude Carla Reggianninni – è proseguire, ciascuno facendo la sua parte, nel percorso da lui segnato: senza dubbio, il miglior modo per tenerne viva e operante la memoria”.