Un museo dedicato alla beata Barbantini: l’idea della congregazione di suore di via Elisa

2 marzo 2021 | 09:53
Share0
Un museo dedicato alla beata Barbantini: l’idea della congregazione di suore di via Elisa

Non solo alloggi per il ‘dopo di noi’ grazie alla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca. La lettera di ringraziamento all’ente dalla superiora generale

Alloggi per il ‘dopo di noi’ alla congregazione delle ministre degli infermi di San Camillo, la superiora generale, suor Lauretta Gianesin, ringrazia la Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e presenta nuovi progetti per il futuro.

Lo fa con una lettera al giornale, che pubblichiamo nella sua interezza.

“Gentile direttore – scrive suor Lauretta – il suo giornale ha dato ampio rilievo a un importante evento, che ha avuto luogo nell’auditorium di via San Micheletto il 17 febbraio. In quel giorno, il presidente della Fondazione della Cassa di Risparmio di Lucca, Marcello Bertocchini, e suor Juliana Fracasso (rappresentante legale della nostra provincia italiana), hanno sottoscritto l’atto di costituzione del vincolo di destinazione di una parte della nostra casa madre, in via Elisa 4, per la realizzazione di due comunità alloggio per persone con disabilità e prive del necessario sostegno famigliare (con riferimento alla legge Dopo di noi). Voglio esprimere vivo ringraziamento alla Fondazione Crl, in particolare nella persona del presidente Marcello Bertocchini, per aver accettato di farsi carico di gran parte dei lavori di ristrutturazione dell’edificio, assumendo il ruolo di partner principale nella realizzazione del progetto“.

“Noi Suore ministre degli infermi – prosegue – conosciute a Lucca come le Barbantine, seguiamo le orme della nostra fondatrice, la beata Maria Domenica Brun Barbantini, che ha dedicato le sue doti di intelligenza e di cuore, nonché tutta se stessa, alla cura e assistenza delle persone più fragili della sua città, in particolare alle inferme sole e abbandonate nelle loro case. Quando acquistò casa Morelli, Maria Domenica aveva con sé un piccolo gruppo di donne che, attratte dallo spirito della Fondatrice e desiderose di dedicare la loro vita a Dio, si prendevano cura delle persone più bisognose. Quello fu il primo nucleo della nostra Ccngregazione, che tuttora si dedica alla cura dei poveri, dei malati e degli emarginati in quattordici paesi del mondo, testimoniando a tutti l’amore misericordioso di Dio verso i sofferenti.  Quando abbiamo constatato l’urgenza improrogabile di ristrutturare quella che chiamiamo e, che realmente è per noi, “casa madre”, lo spirito che ci ha animato è stato di interessarci ai bisogni attuali della città di Lucca. Così, proprio per rispondere alle necessità del territorio, con il determinante sostegno della Fondazione Crl, abbiamo deciso di destinare parte della nostra “casa madre” all’accoglienza di due comunità alloggio protette, un’opera perfettamente in sintonia con il nostro carisma e in piena fedeltà alla nostra missione”.

“La scelta della congregazione di farsi carico di una parte delle spese – prosegue la lettera – e, soprattutto, di mettere a disposizione un palazzo storico e ricco di memoria per tutte noi, con il “vincolo di destinazione” trentennale del bene, è segno tangibile di un carisma che nella sinergia paritetica con il privato per un interesse pubblico testimonia una via possibile per affrontare le problematiche attuali del territorio. A fianco di questa importante opera sociale abbiamo voluto anche la collocazione, in un’altra parte dell’immobile, di un piccolo “centro di spiritualità”, che vuole offrirsi quale punto di riferimento per la chiesa lucchese, per il territorio e per tutti i cittadini. L’obiettivo sarà quello di approfondire insieme il senso della cura e fare della cura uno stile di vita, alla luce del Vangelo di Cristo Gesù e sull’esempio della beata Barbantini.”

“Infine, se la provvidenza ci invierà i partner opportuni e ne avremo le forze – conclude – vorremmo completare l’opera di ristrutturazione della casa madre attraverso la realizzazione di un piccolo museo dedicato alla beata Maria Domenica Brun Barbantini. Il museo non sarebbe solo la narrazione della vita e delle opere di una lucchese che ha generato, grazie al carisma ricevuto, opere in molti paesi del mondo, ma consisterebbe anche nel dono alla sua città, ai cittadini e alla memoria, di oggetti, scritti e immagini di valore storico-scientifico e culturale”.