‘Tanti Baci’, presentata la 67esima edizione del Festival Puccini

23 marzo 2021 | 16:43
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‘Tanti Baci’, presentata la 67esima edizione del Festival Puccini

Dal 23 luglio al 22 agosto a Torre del Lago porterà in scena l’Amore con Tosca, Turandot, La Bohème e nuove composizioni ispirate al bacio

E’ stata presentata questa mattina (23 marzo) nella sede della Regione Toscana l’edizione numero 67 del Festival Puccini di Torre del Lago. Sarà il tema del bacio il fil rouge del Festival nel 2021 che sulle rive del lago Puccini dal 23 luglio al 22 agosto porterà in scena l’Amore con Tosca, Turandot, La Bohème e nuove composizioni ispirate al bacio.67esima edizione del Festival Puccini di Torre del Lago

Alla presentazione di oggi (23 marzo) la Fondazione Festival Pucciniano ha presentato il programma del festival alla presenza del presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, dell’assessore alla cultura di Viareggio Sandra Mei, della presidente della Fondazione Festival Pucciniano Maria Laura Simonetti, del direttore artistico del Festival Puccini Giorgio Battistelli e dei registi delle tre opere in cartellone Stefania Sandrelli, Daniele Abbado e Marco Scola di Mambro.

Sandra Mei è stata la prima ad intervenire, come portavoce del sindaco di Viareggio Giorgio Del Ghingaro che impegnato per motivi legati alla gestione del Covid non ha potuto partecipare. “La musica – ha detto – porta un profondo significato e tutti noi ne abbiamo bisogno, ora più che mai, cosi’ come siamo responsabili di guardare al bello che verrà con determinazione. Il Festival nel corso degli ultimi anni ha saputo offrire proposte culturali innovative e ben calate nell’atmosfera di ciò che viviamo. L’invito è quello di venirci a trovare. Siamo pronti ad accogliere la bella stagione, e abbiamo in serbo altre iniziative che come questa hanno l’obiettivo di risollevare l’intero territorio, come il Carnevale Universale e il Premio Viareggio Repaci.”

Per la fondazione del Festival parla Maria Laura Simonetti che dapprima porge i suoi ringraziamenti e spiega come in quest’anno particolare la Fondazione si sia decisa ad operare con un po’ di coraggio, fiducia e senso di responsabilità, cercando di confrontarsi con tutte le istituzioni del territorio. “C’è stato – ha detto – un continuo scambio e un reciproco aiuto tra le istituzioni operative sul territorio, ognuna per dare il proprio contributo alla ripartenza. L’intenzione è quella di non fermarsi cercando di utilizzare la grande passione che ognuno di noi nutre per rafforzare l’economia del territorio, in particolare il turismo, che ha sofferto veramente troppo. L’intento non è soltanto quello di cooperare rapportandosi ad altre istituzioni, ma per noi la ripartenza oltre che a fare della splendida musica significa affiancarci ad altri partner, altri teatri per raggiungere spettacoli di qualità sempre più elevata. Abbiamo collaborazioni con il teatro Goldoni di Livorno con cui è prevista la messa in atto della Turandot, con il teatro del Giglio di Lucca, con cui è prevista una coproduzione di Manon Lescaut nel 2022, e delle relazioni anche con il teatro alla Scala. Il buon auspicio è anche per le numerose imprese che vogliamo raggiungere, tra cui l’Arcipelago toscano della musica e della Ccltura”, che argomenta Giorgio Battistelli “è un progetto già iniziato lo scorso anno ma si sta concretizzando sempre di più la coordinazione delle energie del territorio per la creazione dell’Arcipelago Toscano della Cultura, dell’Arte e del Pensiero. Ci sono tanti pensieri e al tempo stesso vi è la necessità di unirli attraverso comprensioni territoriali, geopolitiche e impostazioni estetiche. Ciò a cui miriamo è unire le forze rispettando le proprie autonomie, vogliamo costruire ponti per visitare l’uno l’altro, condividendo la libertà di espressione di un’isola e cercando di mettere in comune tutto ciò. Tenendo in considerazione la Toscana, come residenza della bella vita, la creatività è l’unica cosa che ci può ancora salvare, sia che si tratti del piano artistico che economico che politico. C’è bisogno di attivare nuove dinamiche ed è la proposta dell’edizione di quest’anno, che pone al centro dell’opera l’amore, l’amore come slogan. Non a caso Tanti Baci è il sottotitolo del festival. L’idea di questo nome sorge dalle poesie di Franco Marcoaldi. L’espressione mi ricorda quando si andava in vacanza in Versilia e si mandavano le cartoline su cui era scritto “tanti baci dalla Versilia”. Attraverso le mani, il toccarsi, il contatto fisico, si trasmettono sentimenti di amore, odio , gelosia, crescita, quindi l’Opera ha deciso di parlare di tanti baci proprio in un momento come questo dove è vietato toccarsi, baciarsi, fare concerti, e ripropone il tema musicale sotto questo aspetto. Anche la locandina ha un significato forte. Ritrae infatti Gli amanti di Magritte. Il simbolo del velo, vuole rappresentare la mascherina, la separazione dei tempi odierni. Ma anche la tenda del teatro disvelata. L’auspicio è quello di un sipario che si apre con un bacio, anche svelando la passione che prevale. Quello che emerge è un forte desiderio di riaprire”.

“Quest’anno si tratta di un festival e non di una vera e propria stagione lirica – spiega ancora –  Quest’ultima, nonostante sia più piena, ricca di fantasia e sintesi temporale, si sviluppa in direzioni molto diverse, mentre quest’anno abbiamo deciso di optare per un festival monotematico per puntare sulla dinamicità, entrare meglio sia in connessione con il territorio che in comunicazione con le istituzioni, l’intento di questo progetto. Vogliamo un rinnovamento attraverso la memoria e il patrimonio. Vogliamo un Festival in crescita. La scorsa edizione è stata molto importante a livello internazionale e vogliamo ripartire esattamente con queste prospettive, difatti il Pucciniano è stato il primo Festival a riaprire di nuovo alla musica lirica. Puntiamo molto sul network toscano, reciproci sostegno e vicinanza che siamo sicuri ci condurranno ad una grande crescita”.

“Vogliamo mettere in movimento delle progettualità, attraverso collaborazioni e coproduzioni. Sono segnali importanti che si ottengono quando c’è un rapporto unidirezionale tra politica e produzione culturale. Vogliamo trarre grandi energie da queste collaborazioni. Mantenendo rapporti con le istituzioni locali l’intento è anche quello di percorrere un binario internazionale, che vogliamo penetrare nel territorio toscano cimentato dalla musica. Vogliamo potenziare l’internazionalità di Puccini, che tra l’altro è stato un compositore internazionale per eccellenza. In un anno come questo la risonanza di Puccini si riflette anche su il centenario dalla scomparsa di Caruso. Altro aspetto fondamentale del Festival è che il Pucciniano ha ripreso a commissionare lavori. Sentiamo la necessità e il desiderio di commissionare anche per dare la possibilità al pubblico cosi’ come agli operatori di sostenere nuovi progetti e compositori. Sono coinvolti quattro compositori stilisticamente diversi, che hanno necessità di scrivere quattro baci fatti in musica: Il bacio negato di Salvatore Frega, Il bacio immaginato di Michele Sarti, Il bacio animale di Orazio Sciortino, Il bacio estremo di Tosca di Fabrizio De Rossi Re. Vogliamo dare importanza anche all’ultimo evento che abbiamo ideato, la Puccini Promenade, che prevede una passeggiata in uno dei panorami più belli della Versilia. Il 23 agosto il lungomare si trasforma in isole con pianoforte, cantanti, e tanti spettacoli con un grande coinvolgimento del pubblico di passaggio, un ascolto nomade di Puccini distribuito su tutto il lungomare di Viareggio. A tutto ciò è prevista anche la partecipazione di alcuni giovani musicisti dell’Accademia della Scala, che suoneranno per l’intero Festival e avranno un campus a disposizione”.

Il tema del bacio che racconta l’Amore sarà il fil rouge del Festival Puccini 2021 che sulle rive del Lago Puccini dal 23 luglio al 22 agosto porta in scena l’Amore con Tosca, Turandot, La Bohème e nuove composizioni ispirate al bacio.

Stefania Sandrelli, Daniele Abbado, Marco Scola di Mambro firmano la regia delle tre opere pucciniane in cartellone a cui si aggiungono eventi che vedranno protagonisti Toni Servillo, Stefano Massini, Giuseppe Montesano, Franco Marcoaldi e giovani compositori.
Puccini lo pensiamo con lo sguardo rivolto indietro ma in realtà rappresenta la modernità.

In particolare nella Turandot, dove la venatura della modernità è più evidente. Daniele Abbado spiega così il suo progetto: “Per la prima volta a Torre del Lago ci sarà il finale di Luciano Berio, che tra l’altro quest’anno compie 20 anni. Dà un taglio molto particolare al terzo atto, con apertura quasi sinfonica in alcuni momenti ed un finale aperto come se quest’opera fosse davvero senza un vero finale. Il contenuto non rimane banalmente erotico, ma passa tutto su un piano molto più esistenziale. Si sana una ferita, come se il mondo uscisse da un’allucinazione collettiva. La crisi infatti è percepibile fin dall’inizio, tanto che non si ricorda nemmeno più l’origine della motivazione del disagio. Emergono traumi generali durante l’opera, difatti rimane una trama considerata modernissima in pieno 900: l’ultima conquista di Puccini in termini di scrittura teatrale, caratterizzata da una frammentazione di stili, personaggi e ambientazioni. Sembra un’opera scritta l’altro ieri, non un secolo fa. È sicuramente uno spettacolo da mettere in scena, ed è la prima rappresentazione di questo finale al Festival Puccini: questo la dice lunga sul far passare prospettive diverse, poco consuete”.

Interviene poi Stefania Sandrelli che debutta con la regia della Tosca e realizza un sogno personale. Si rivela molto felice, affermando che conta i giorni all’esordio dell’opera e non vede l’ora. Racconta che già l’anno scorso avrebbe voluto realizzare la regia dell’opera anche se poi non è stato possibile e che per dirigere questa meravigliosa opera, una Tosca cosi’ guerriera, si è dovuta assentare da altri interessanti progetti. “Poi la mia è anche un po’ una storia familiare – dice – mio nonno conosceva Puccini, lo frequentava al gran Caffè Margherita, erano compagni di bevute, di buoni bicchieri di vino immagino. Mio nonno mi parlava sempre del grande Giacomo Puccini, mi metteva vicino a lui e mi cantava tutte le sue opere, tant’è che ora le conosco a memoria. Sotto la direzione del direttore musicale Alberto Veronesi è atteso un bello spettacolo.”

Marco Scola di Mambro, altro regista dell’opera pucciniana la Boheme, si sente legato molto all’opera e alla ripresa. “Il progetto è stato concepito insieme a Ettore Scola nel 2014. Rimane una tematica nelle corde del regista poichè i temi trattati da Puccini, tra cui questi scapestrati che non riescono ad avere neanche i pochi spicci per mangiare, sono un elemento che ha avvicinato Ettore ad un’opera cosi’ grande e cosi’ immortale. Puccini era già proiettato verso il futuro, tra l’altro l’anno del concepimento della Boheme era nello stesso periodo in cui nasceva il cinema, infatti lo sguardo era attento nel modernizzare completamente la concezione dell’opera, rimasta cosi’ intramontabile.”

Per la Regione Toscana parla il presidente Eugenio Giani: “Sosteniamo il Festival Puccini, una delle espressioni culturali più autentiche e prestigiose della Toscana – ha detto – La musica è vita e presentare questa edizione numero 67 del Festival in questo momento è particolarmente significativo. È la rinascita della Toscana e sappiamo anche quanto bisogno abbiamo tutti di cultura. La dedica di questa edizione poi, che evoca i baci: una scelta illuminata. Non solo i baci a distanza tipici delle cartoline di qualche tempo fa, così pieni di calore, ma i baci dati, sognati, impossibili di cui il melodramma, il teatro e la letteratura non possono fare a meno, che hanno appunto il suono dolce come la musica più sublime, quella che Puccini ha saputo creare facendone un patrimonio per l’umanità.  Sono doppiamente felice pertanto di salutare questa edizione del Festival, un’icona della Toscana, dell’arte e del genio che l’ha prodotta, che ancora una volta propone Puccini, di cui nel 2024 cade il centenario della scomparsa, in tutta la sua modernità. Il Festival Puccini in questo senso è una meravigliosa occasione e grazie al  suo messaggio di bellezza e di speranza noi quest’anno lo accogliamo con un entusiasmo e una gratitudine più forti di sempre”.