Lucca ricorda il bicentenario dell’arrivo di Maria Luisa di Borbone

Il 31 marzo 1821 l’Infanta di Spagna accolse la richiesta dei commercianti che chiedevano l’arresto per coloro che fuggivano per non pagare i debiti
Ricorre un bicentenario particolare che ci fa ricordare quanti passi avanti abbiano fatto la nostra società e il nostro diritto in termini di primato di tutela delle persone sulle cose. Duecento anni fa, il 31 marzo 1821, fu infatti il giorno di emanazione di un decreto, il numero 28, che permetteva “l’arresto dei negozianti sospetti di fuga”.
Non fu la sovrana a volerlo, ma lo emanò in seguito all’istanza presentata da “diversi negozianti” e “considerato che le vigenti leggi del Ducato non assicurano abbastanza i crediti dei commercianti contro i debitori sospetti di fuga”. La ricorrenza emerge dagli studi condotti all’interno del progetto della Fondazione Banca del Monte di Lucca sul bicentenario dell’arrivo a Lucca di Maria Luisa di Borbone, Infanta di Spagna, Regina d’Etruria, coordinato dal professor Pietro Paolo Angelini.
“I commercianti lucchesi in quel momento soffrono di una situazione di svantaggio – spiega Angelini – che viene rappresentata alla Duchessa nel 1821 con un’istanza: i debitori possono facilmente darsi alla fuga trasferendosi nel vicino territorio di un altro Stato. Il piccolo stato lucchese infatti confina con tre Stati, ha un territorio ‘a macchia di leopardo’ e alcuni comuni sono addirittura delle enclave in terra straniera. Questa strutturazione di ‘terra dai lunghi confini’ permetteva ai cittadini di passare il confine e di sottrarsi così facilmente alla legge e agli obblighi vari, fra cui quelli legati all’attività commerciale. La Duchessa prende atto, in seguito a un rapporto del consigliere di stato presidente di grazia e giustizia, che la legge non tutela sufficientemente il settore del commercio che a Lucca, da secoli, è molto attivo. I negozianti ‘buoni’ vanno pertanto protetti con una legge che presenterebbe, diremmo oggi, alcuni dubbi di costituzionalità”.
E nel decreto, si legge in particolare che “È accordato a qualunque Lucchese il diritto di far procedere immediatamente all’arresto personale del suo debitore per causa di commercio, quando si sia reso sospetto di fuga. Si ritiene come sospetto di fuga quel debitore che in qualunque modo abbia manifestato la sua intenzione di allontanarsi dal Territorio del Ducato. Il Debitore forestiero, che non abbia nel Ducato Lucchese domicilio permanente da dieci anni precedenti… potrà, senza che sia necessario di giustificare il sospetto di fuga, essere immediatamente arrestato per un debito scaduto contratto con un Lucchese e nel territorio del Ducato Lucchese…”.
“Un decreto che appare un po’ severo – commenta Angelini – anche se lascia ‘al prudente arbitrio del giudice il determinare quando il debitore debba ritenersi sotto custodia nella casa di sua abitazione o in quella ove si trovi alloggiato’. Una normativa simile – aggiunge – si ritrova anche nel Regolamento di Procedura Civile per i Tribunali del Granducato di Toscana in vigore a Firenze nel 1814. Sono norme che ci riportano ad una realtà sociale fortunatamente superata, lontana, ad un contesto a noi culturalmente molto distante in cui la legge appare essere al servizio degli interessi di alcuni più fortunati. Di certo ci obbliga a calarci in una realtà che non era un’anomalia lucchese, visto che un’analoga normativa già preesisteva nel Granducato di Toscana. Oggi il sospetto di fuga permette ancora il fermo nei confronti di indiziati di un reato, se più grave rispetto a un piccolo debito per causa di commercio. A Lucca, al centro della grande Piazza Napoleone, troneggia ancora oggi l’imponente statua in marmo di Maria Luisa in compagnia del figlio Carlo Ludovico. Nell’attiguo Palazzo Ducale un grande affresco, posto nella maestosa Sala Ademollo fatta dipingere da Maria Luisa, ricorda l’allegoria della Costanza Borbonica. L’immagine si presta ad un’altra lettura: è della stessa Duchessa che, quale simbolo della virtù e garante della giustizia, assisa su un cocchio, trionfa sul male”.