Pietra d’inciampo per Ilario Simoni, lucchese che ha vissuto gli orrori dei lager
Dopo essersi rifiutato di combattere per le forze nazifasciste, è stato deportato in un campo di concentramento in Polonia per nove mesi
Una pietra d’inciampo in ricordo del nostro concittadino lucchese che ha subito gli orrori dei campi di prigionia tedeschi, Ilario Simoni. Il ricordo in memoria di Ilario, che è deceduto a luglio del 2020, è stato posto di fronte alla sua abitazione, in via Guidiccioni.
Ilario Simoni, insieme al fratello Elia, si sono rifiutati di prestare giuramento alla Repubblica di Salò, il 7 settembre 1943. Ad agosto del 1944 i due fratelli furono deportati nei lager tedeschi in Polonia e solo dopo nove mesi e dopo aver subito violenze e privazioni, sono riusciti a fuggire e a fare ritorno in Italia.
La vicenda dolorosa del nostro concittadino Ilario, viene ricordata da questa pietra d’inciampo, che oggi, 27 gennaio, giorno della memoria, è stata installata di fronte alla sua abitazione, alla presenza del sindaco di Lucca Alessandro Tambellini, l’assessora alla memoria storica, Ilaria Vietina, il questore di Lucca, Alessandra Faranda Cordella, il prefetto di Lucca, Francesco Esposito e molte altre personalità istituzionali, che non sono volute mancare a questa importante celebrazione.
“I militari italiani venivano utilizzati per costruire le opere che il regime nazista riteneva fondamentali – spiega Ilaria Vietina, assessora alla memoria storica del Comune di Lucca -. La loro condizioni di prigionia era volta a togliergli ogni forma di volontà propria e anche ogni caratteristica di prigionieri di guerra, contro tutti i trattati internazionali. Nel caso di Ilario è riuscito ad evadere nel febbraio nel 45, è tornato a Lucca in il 5 maggio sempre del ’45”.
“Mio padre purtroppo non è riuscito a vedere questo ricordo per poco perché è morto poco tempo fa, credo ne sarebbe rimasto contento – dice la figlia, Ilaria Simoni -. Lui era una persona molto riservata e non ha mai parlato direttamente dei soprusi e di quello che gli hanno fatto passare in questi dieci mesi di prigionia. Non ne parlava volentieri nemmeno con mia madre, io non chiedevo per timore, l’unico che cercava di chiedergli qualche informazione era mio marito, in effetti poi qualcosa ha raccontato in un libretto in cui ha scritto di questo triste viaggio in Germania”.
Anche il sindaco di Lucca, Alessandro Tambellini è intervento per ricordare quanto gli orrori dell’olocausto potrebbero diventare anche oggi una realtà e che la strada per sconfiggere il mostro dell’intolleranza è ancora molto lunga: “Voglio prendere da spunto le parole di Primo Levi che ricordava che l’olocausto è successo e potrà succedere di nuovo. Occorre ricordare questi avvenimenti per far si che non si ripetano nel futuro. Anche oggi ci troviamo molte volte di fronte ad episodi di intolleranza, l’ultimo che si è verificato nel Comune di Campiglia Marittima in provincia di Livorno, dove un ragazzo di 12 anni è stato aggredito e insultato perché ebreo, da due ragazze poco più grandi di lui. L’episodio – conclude il primo cittadino -, è emblematico della situazione che stiamo vivendo e per evitare di trovarsi di fronte a recrudescenze fasciste occorre ricordare persone che, come il nostro concittadino Ilario Simoni, hanno resistito agli orrori della guerra”.