Appello bis per la strage di Viareggio, l’ex Ad di Fs Mauro Moretti non rinuncia alla prescrizione per omocidio colposo plurimo

Prima dell’udienza il consueto corteo dei familiari delle vittime al grido di ‘Giustizia per Viareggio’
Mauro Moretti, ex amministratore delegato di Rete Ferroviaria Italiana ed ex Ad di Ferrovie dello Stato, non rinuncia alla prescrizione per il reato di omicidio colposo plurimo nel processo di appello bis per la strage di Viareggio del 29 giugno 2009, che provocò 32 morti. Lo ha annunciato lo stesso Moretti alla Corte di Firenze (“Non rinuncio”, si è limitato a dichiarare) dove questa mattina si è tenuta la prima udienza del nuovo processo disposto dopo il rinvio della Cassazione, in seguito alla sentenza emessa dalla Suprema Corte l’8 gennaio 2021.
Nel primo processo di appello Moretti rinunciò, invece, alla prescrizione per i reati di incendio e lesioni personali. Moretti è stato condannato a 7 anni di reclusione in primo e secondo grado e ora la sua pena sarà ricalcolata insieme a quella degli altri 15 imputati: l’unico reato contestato a tutti è quello di disastro ferroviario.
La Cassazione ha chiesto che la Corte d’Appello chiedesse a Moretti se intendesse o meno rinunciare alla prescrizione per il solo reato di omicidio colposo, dal momento che vi rinunciò prima che cadesse in prescrizione proprio l’accusa di omicidio colposo plurimo venuto meno per la caduta dell’aggravante della violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro.
Alcuni familiari delle vittime della strage al termine dell’udienza davanti si sono avvicinati al banco della difesa dove era seduto Moretti, dicendogli ad alta voce Vergogna!. L’ex numero uno delle Ferrovie si è è subito allontanato mentre i familiari continuavano a protestare contro di lui. Tra i familiari, seduti nei posti riservati al pubblico, è scoppiato anche un applauso polemico all’indirizzo sempre di Moretti, uno dei pochissimi imputati presenti in aula.
L’udienza del processo è stata aggiornata al 7 aprile, quando ci sarà la relazione della Corte presieduta dal giudice Angelo Grieco.
Nell’udienza successiva dell’11 aprile parlerà la pubblica accusa rappresentata dal sostituto procuratore della Procura generale Sergio Affronte e come applicato dal pubblico ministero della Procura di Lucca Salvatore Giannino, che ha seguito l’istruttoria in primo e secondo grado.
L’udienza è stata interrotta dalla prima camera di consiglio, resa necessaria dopo che i difensori degli otto imputati stranieri avevano sollevato eccezione di nullità dell’atto di citazione per la mancata traduzione in lingua tedesca della sentenza della Cassazione emessa l’8 gennaio 2021. Gli avvocati hanno ritenuto che la mancata traduzione rappresentasse una “lesione del diritto di difesa”. Al termine della camera di consiglio, la Corte ha disposto entro il 17 marzo la traduzione in lingua tedesca della sentenza della Cassazione ma solo per le parti relative agli imputati stranieri. La Corte ha respinto, invece, l’eccezione di nullità dell’atto di citazione ritenendola “infondata”.
Oltre a Moretti, nel primo appello sono stati condannati gli imputati di nuovo a processo: Michele Mario Elia, ex Ad di Rfi, e Vincenzo Soprano, ex Ad di Trenitalia, a 6 anni di reclusione; Francesco Favo, ex responsabile certificazione sicurezza di Rfi, a 4 anni; Emilio Maestrini, ex responsabile sicurezza di Trenitalia, a 4 anni; Mario Castaldo, ex direttore divisione di Cargo Chemical, a 6 anni; Daniele Gobbi Frattini, responsabile tecnico Cima riparazioni, a 4 anni; Paolo Pizzadini, manager di Cima Riparazioni, a 4 anni; Joachim Lehmann, supervisore di Junghental, a 7 anni e 3 mesi; Andreas Schroeter, tecnico di Junghental, a 6 anni e 10 mesi; Uwe Kriebel, operaio dell’officina di Junghental, a 6 anni e 10 mesi; Rainer Kogelheide, Ad di Gatx Rail Austria, a 8 anni e 8 mesi; Peter Linowski, Ad di Gatx Rail Germania, a 8 anni e 8 mesi; Johannes Mansbart, manager Gatx Rail Austria, a 8 anni; Roman Meyer, responsabile flotta carri di Gatx Austria, a 8 anni; Helmut Broedel, funzionario dirigente dell’officina Junghental di Hannover, 6 anni e 10 mesi.
La mattinata si era aperta con i familiari delle vittime che hanno raggiunto in corteo il palazzo di giustizia di Firenze. Un centinaio le persone che si sono ritrovate nei pressi del mercato ortofrutticolo di Firenze, in viale Guidoni, per poi raggiungere a poche centinaia di metri il palazzo al grido di Giustizia per Viareggio. Il corteo era aperto dallo striscione con le foto delle vittime della strage e la scritta Niente sarà più come prima. Presente anche una delegazione dei lavoratori del Collettivo di fabbrica Gkn. In aula anche diversi rappresentanti di enti pubblici, come annunciato nei giorni scorsi. Fra questi, come sempre è stato dall’inizio del processo l’attuale assessore regionale ai lavori pubblici Stefano Baccelli. In aula anche il consigliere delegato per il lavoro del Comune di Lucca, Roberto Guidotti.

