“Nessun sacrificio per la loro guerra”: presidio per la pace in piazza San Michele

La mobilitazione organizzata dalla Società popolare di mutuo soccorso a un anno dallo scoppio del conflitto in Ucraina
“Nessun sacrificio per la loro guerra”. Così la Società popolare di mutuo soccorso G.Garibaldi è scesa in piazza questo pomeriggio (24 febbraio) a un anno dallo scoppio del conflitto in Ucraina per ribadire la propria contrarietà all’intervento militare e all’invio di armi da parte dello Stato italiano.
Al presidio, davanti al loggiato Pretorio in San Michele, i manifestanti hanno steso una lunga stoffa con i colori della pace, spiegando ai presenti, con un megafono, le ragioni del proprio malcontento. Un sit-in locale per mostrare la propria continuità e vicinanza alla più grande mobilitazione Abbassiamo le armi, alziamo i salari! indetta dal Collettivo autonomo lavoratori portuali che si terrà domani (25 febbraio) a Genova. Tra i presenti questo pomeriggio a Lucca anche diversi studenti, oltre alle bandiere – tra le altre – di Potere al Popolo, Unione popolare, Giovani Comunisti e Rifondazione.
“È noto – hanno spiegato dalla Società popolare di mutuo soccorso – come ogni guerra vada a colpire in primis gli strati più deboli della popolazione, lasciando dietro di sé macerie, morte e fame. Nei luoghi dove è passata la guerra non si potrà più vivere in futuro. Per la nostra Società, impegnata da anni nel mutualismo, le condizioni degli ultimi sono di vitale importanza, e vogliamo dare il nostro (piccolo) contributo al cessate il fuoco ed a una pace duratura. Come Società Popolare Mutuo Soccorso ci opponiamo alle sanzioni imposte alla Russia, poiché esse affliggono unicamente il popolo, non i grandi oligarchi. I prezzi alti, l’inflazione e la caduta verticale dell’economia non impediscono agli oligarchi e alti funzionari della federazione russa di continuare la guerra, bensì alle classi più deboli e già in condizioni disagiate di sopravvivere. Vogliamo ribadire con forza la nostra opposizione all’invio delle armi da parte dello stato italiano, onde evitare un ulteriore incancrenirsi del conflitto. Il nostro paese deve, rispettando il dettato costituzionale, impegnarsi per la ricerca della pace, mentre di fatto sta perpetrando la continuazione del conflitto”.
“Protestiamo inoltre – hanno concluso – per l’inquadramento del nostro paese nel blocco Nato, la cui espansione imperialista verso est ha provocato la reazione del regime russo, egualmente imperialista e criminale, e continua con il suo interventismo militare in paesi esteri a praticare colonialismo, sfruttamento delle materie prime e delle persone, esacerbando nazionalismo ed estremismo dei popoli interessati”.