Nautica, scade la cassaintegrazione per molte aziende. Fiom Cgil chiede di rinnovarla

17 luglio 2014 | 14:49
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Nautica, scade la cassaintegrazione per molte aziende. Fiom Cgil chiede di rinnovarla

Aree demaniali inutilizzate a causa della crisi della nautica. E’ la previsione che fa il coordinatore regionale toscana della Fiom Cgil nautica, Massimo Braccini, dopo la riunione del coordinamento a Viareggio di ieri (16 luglio). Il problema principale resta il fatto che per molte aziende del settore sta per scadere la cassa integrazione in deroga, con effetti che non si preannunciano positivi. “Seppur la nautica sia attraversata da una crisi profonda dove sono dimezzati gli ordinativi e molti cantieri siano in gravi difficoltà – sottolinea Braccini -, vi sono anche aziende che investono e compagini societarie che risentono di nuovi soci stranieri. 
Tuttavia molte imprese non saranno in grado di superare la fase di crisi e si pone il problema delle aree demaniali inutilizzate. La crisi segna anche il fallimento di un modello produttivo, così come sindacalmente abbiamo sempre denunciato, che si reggeva in gran parte sulla compressione dei salari e dei diritti dei lavoratori”.

“Per questi motivi – aggiunge – è necessaria una qualificazione di tutto l’indotto che si fondi sulla crescita professionale e sul riconoscimento dei diritti e salari dei lavoratori, in un’ottica di contrattazione di filiera, ma che deve risentire anche di una nuova legislazione a tutela dei lavoratori sia sul piano nazionale che locale, a cominciare dalla politica del rilascio delle concessioni.
 La globalizzazione è arrivata anche per il settore della nautica e non ci saranno più spazi per le imbarcazioni omogenee, la differenza per avere un futuro si giocherà’ in termini di qualità del prodotto, nell’essere un gradino più in alto nell’innovazione. Alcuni cantieri hanno già cominciato a cambiare, altri stanno investendo riproponendo però’ l’ormai superato modello organizzativo che ha già portato molte imprese al tracollo.
 Vi sono nuovi programmi di finanziamento Ue per la ricerca e innovazione che possono permettere una crescita di molte piccole imprese che formano l’universo della nautica.
Vi è quindi la necessità di costruire reti di imprese, non imprese a rete, veramente autonome e svincolate dal rapporto subordinato con i cantieri committenti, dove il sindacato sarà decisivo nel poter definire programmi che tendano allo sviluppo nel rapporto anche con la contrattazione che, sta alla base delle crescita. 
In una crisi di queste dimensioni l’ottica a cui guardare è verso un polo del mediterraneo in grado di attrarre investimenti dove dovranno stare assieme gestioni, demolizioni, refitting e costruzioni di imbarcazioni.
 In quest’ottica riteniamo necessario avviare una serie di analisi e una vera e propria vertenza della nautica Toscana coinvolgendo tutti i soggetti interessati del settore e le Istituzioni con una finalità’ che deve necessariamente guardare oltre i confini regionali”.
Molti i temi affrontati nel corso del dibattito e direttamente collegati all’attualità.
La Cig. Ci sono lavoratori e aziende nautiche che hanno esaurito la possibilità di accedere agli ammortizzatori sociali e da settembre la cassa integrazione in deroga è a serio rischio. E’ il caso di Polo Nautica e Fipa. “E nel deserto occupazionale potrebbe essere più facile dare il via al frazionamento della concessione” è l’allarme lanciato dal segretario provinciale Lamberto Pocai.
Gli appalti. La crisi degli ultimi anni è intervenuta su una situazione a rischio Far West, come più volte la stessa Fiom si è trovata a dover dire. Il sistema di appalti e subappalti ha disperso i lavoratori e la qualità del lavoro, sia in termini di sistemi di produzione, che di salario e di diritti.
Le imprese. “Siamo di fronte alla necessità di un ricambio generazionale, anche per motivi anagrafici, ai vertici delle principali aziende del settore”, ha detto Pocai. “C’è anche chi fa investimenti ma alcuni imprenditori non hanno ancora capito che il vecchio modello di relazioni è superato – ha aggiunto Massimo Braccini – . Il futuro sono la collaborazione fra le aziende, il confronto con il sindacato, l’innovazione per il rilancio”.
I servizi. Il mondo della nautica è cambiato e sempre più “c’è bisogno dei servizi legati al settore – ha detto Mauro Rossi, responsabile Fiom di Lucca – le cui prospettive  non possono essere legate solo al refitting.”. La produzione di imbarcazioni si è spostata negli altri paesi del Mediterraneo e oltre, anche in Estremo Oriente, perciò la dimensione del problema assume contorni internazionali.
I finanziamenti. Nuove opportunità possono nascere grazie ai finanziamenti europei denominati Horizon 2020, il Programma Quadro per la Ricerca e l’Innovazione che ha stanziato 80 miliardi di euro. Eccellenza scientifica, Leadership industriale (compresa l’innovazione nelle piccole e medie imprese) e responsabilità sociale, sono le priorità individuate da questo progetto, che spinge le imprese ad innovare e che segue tutte le fasi di sviluppo dei progetti.
Il sindacato. “Dobbiamo riuscire ad esprimere la forza che possiamo esprimere – ha detto Braccini – così anche la frammentazione subita può essere recuperata. I lavoratori devono sapere che c’è ancora un sindacato che li difende e su cui possono contare”, ha detto Braccini. La prospettiva immediata è rafforzare l’azione sindacale della Fiom nei vari territori e in ogni singola azienda nautica toscana, per poter poi confrontarsi a livello interregionale, come pure mediterraneo ed europeo, vista l’internazionalizzazione delle imprese e del lavoro stesso.