Venerdì lo sciopero generale dei metalmeccanici. Braccini (Fiom): “Nessuna modernità contro i lavoratori”

Per venerdì (14 novembre) è stato proclamato lo sciopero generale dei metalmeccanici con manifestazione a Milano per le regioni del centro nord. Dalla Toscana ad oggi sono già 25 i pullman garantiti dai vari territori che partiranno alla volta di Milano, oltre che a pullmini ed a altri mezzi, e le adesioni continuano a crescere. “Molte sono state le assemblee – dice Massimo Braccini, segretario regionale della Fiom – i direttivi e le iniziative svolte in questi giorni per informare i lavoratori della necessità di lottare per cambiare le politiche economiche e sociali che il governo sta portando avanti. In questo paese serve una politica industriale e un piano di investimenti pubblici e privati in tutti i settori per innovare, ma soprattutto il governo dovrebbe avere un’idea di quale dovrebbe essere l’industria del futuro, visto che l’Italia sta perdendo continuamente pezzi strategici del proprio patrimonio industriale, cosa che rischia di provocare ulteriori licenziamenti di massa. Pensare invece che i problemi si risolvano cambiando lo statuto dei lavoratori e nel poter licenziare liberamente e senza giusta causa i lavoratori, demansionandoli o facendoli controllare nei luoghi di lavoro attraverso impianti audiovisivi, non solo non porta da nessuna parte, ma segna un’idea regressiva del lavoro che riporterebbe il paese indietro nel tempo”.
“Non esiste nessuna modernità se fatta contro i lavoratori – dice Braccini – In un paese moderno bisogna rilanciare la centralità del lavoro, investire in ricerca, scuola, formazione, mobilità, trasporti, energie alternative e avere il coraggio di prendere le risorse attraverso una vera lotta alla corruzione, all’evasione e elusione fiscale, introdurre la tassazione sui patrimoni e sulle rendite finanziarie. Bisogna investire sui salari perchè sono troppi bassi e rilanciare la contrattazione collettiva, estendere i diritti e gli ammortizzatori sociali, va ridotta la precarietà, vera piaga del nostro tempo. Vanno superate le politiche di austerità ed i vincoli assunti con l’Europa e va redistribuita la ricchezza, andando anche a definire un reddito minimo garantito. Riteniamo inoltre che ai lavoratori vadano garantite le pensioni di anzianità, la riforma Fornero ha contribuito a creare ulteriori ingiustizie sociali che abbiamo il dovere di contrastare”.