Vetreria Guidi, presidio lavoratori davanti all’azienda

19 novembre 2014 | 12:04
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Vetreria Guidi, presidio lavoratori davanti all’azienda

Senza stipendio né cassa integrazione dallo scorso 3 novembre. Per questo i dipendenti della Vetreria Guidi, supportati dal sindacato Filctem Cgil, hanno inscenato da questa mattina un presidio davanti all’azienda in via Vecchia Pesciatina. Chiedono un incontro con il sindaco e con il prefetto, per una risoluzione della vertenza, anche con il ricorso al licenziamento, che permetterebbe almeno di avere l’indennità di disoccupazione e, per quelli più anziani, di avere uno “scivolo” verso la pensione: “Non andremo via finché non avremo risposte”, dicono dal presidio. Per una vertenza che dura da tempo.  E intanto da maggio l’azienda è in liquidazione.

Al presidio insieme ai 16 lavoratori c’era anche Paolo Bruni della Filctem Cgil che ha spiegato le criticità che stanno vivendo i lavoratori. In particolare Bruni ha detto: “L’azienda al momento non ha rinnovato né la richiesta per la cassa integrazione dopo una prima fase di ricorso agli ammortizzatori sociali né avviato le procedure di mobilità come emerso durante una riunione delle ultime ore in provincia. Questa situazione ha una pesante ripercussione sui lavoratori che se da un lato non hanno reddito, perché non stanno lavorando, dall’altro non possono neppure accedere alla mobilità o alle liste di collocamento per andarsi a cercare un altro lavoro. A rendere la situazione particolarmente difficile – continua Bruni –  è anche il fatto che se la richiesta di rinnovo della cassa integrazione straordinaria non verrà fatta a breve, per quei lavoratori che potrebbe arrivare alla pensione nel giro di pochi mesi si chiduerà anche questa opportunità, perché dal 31 dicembre scatta la legge Fornero che non tiene più conto dei 42 anni di contributi, ma dei 65 anni di anzianità. Questo significa perdere l’opportunità, per alcuni lavoratori, di poter uscire da questo empasse e accedere direttamente alla pensione. Una situazione inspiegabile – ha aggiunto Bruni – visto che l’azienda ha già presentato istanza di un concordato preventivo e poi subito dopo una richeista di proroga. Al momento, infatti anche se fosse fatta una richiesta di rinnovo degli ammortizzatori sociali, non è neppure certo che venga accolta visto che deve essere autorizzata dal tribunale ed erogata dal ministero. Ora, quindi, noi andremo avanti con il picchetto ogni giorno in orario di lavoro fino a che non avremo una risposta chiara”. Una situazione difficilissima per i lavoratori e le loro famiglie che rischiano di rimanere in un limbo occupazionalmente molto pesante.

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