Cia conta i danni: “Se non ci aiutano siamo in ginocchio”

9 marzo 2015 | 17:34
Share0
Cia conta i danni: “Se non ci aiutano siamo in ginocchio”

“Se non ci aiutano, non riusciamo a riprendere le attività”. E’ con queste parole che gli agricoltori e i florovivaisti della provincia di Lucca hanno accolto i vertici nazionali della Confederazione italiana agricoltori, in visita a Lucca per lanciare la campagna fiscale 2015. Nel tardo pomeriggio di oggi (9 marzo), nella sede di via delle Tagliate a Sant’Anna, il presidente nazionale della Cia, Dino Scanavino, la vicepresidente vicaria Cinzia Pagni e la direttrice nazionale Rossana Zambelli, oltre a tenere a battesimo la campagna fiscale 2015, hanno fatto il punto della situazione dopo la tempesta di vento che ha causato ingenti danni al comparto agricolo e florovivaistico della nostra provincia.

“L’esatta entità dei danni – ha spiegato il presidente della Cia Toscana Nord, Piero Tartagni – è ancora da quantificare, ma, vista la situazione attuale, difficilmente l’ammontare sarà sotto una soglia di una decina di milioni di euro. A soffrire maggiormente sono state le serre in Versilia, ma anche le zone di Lucca e della Valle del Serchio sono state duramente colpite. Già nei prossimi giorni potremo avere le idee più chiare sulle cifre, ma quello che già possiamo dire è che, senza gli aiuti necessari, la ripresa del comparto agricolo e florovivaistico si prospetta molto difficile”.
“Abbiamo ricevuto assicurazione – dice il presidente Scanavino – che la Regione Toscana metterà a disposizione le sue risorse per far fronte a questa prima fase di emergenza e aiutare gli agricoltori e i florovivaisti e, da parte sua, il Governo, per voce del ministro Martina, proprio questa mattina ci ha comunicato la disponibilità a trovare soluzioni concrete a quanto accaduto”.
“E’ importante – commenta la vicepresidente vicaria, Pagni – che il ministro abbia preso in carico la situazione e si sia impegnato a cercare soluzioni alternative anche per le strutture che non godono del Fondo di solidarietà nazionale. Ma questo non basta. Dobbiamo guardare anche oltre l’emergenza: per questa ragione, come Cia, stiamo lavorando sul fronte assicurativo, cercando di creare un fondo che ci permetta di fronteggiare eventi di questo genere. Sempre più, i cambiamenti climatici in atto ci mettono davanti a eventi non prevedibili e dalle conseguenze disastrose, pertanto, come già accade in altri luoghi del mondo, è necessario pensare a un’assicurazione preventiva che faccia sì che tali eventi non mettano in ginocchio intere fette del comparto”.