Fucile (Confartigianato): “Nessun passo indietro sulla tutela del made in Italy”

4 giugno 2015 | 10:10
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Fucile (Confartigianato): “Nessun passo indietro sulla tutela del made in Italy”

“Nessun passo indietro, nessun cedimento nella difesa del patrimonio manifatturiero italiano”. E’ quanto sollecita la presidente di Confartigianato Lucca, Michela Fucile, in relazione al negoziato sulla tutela del ‘made in’ sul quale oggi, a Bruxelles, si è registrata una situazione di stallo. “L’Italia – sottolinea la presidente di Confartigianato Lucca, Michela Fucile – ha l’obbligo di tutelare le proprie eccellenze. I prodotti Made in Italy sono i più contraffatti ed imitati al mondo e proprio per questo non si può rinunciare a difenderne l’origine e valorizzare il patrimonio manifatturiero rappresentato da 596.230 imprese con 16.274.335 addetti, di cui il 58% in micro e piccole imprese fino a 20 addetti. Le imprese artigiane manifatturiere sono 326.226 e danno lavoro a 974.987 addetti. Con questi numeri, se non è l’Italia a tutelare l’identità delle produzioni, quale altro Paese europeo è più interessato?”. “Il ministro dello sviluppo economico Federica Guidi – aggiunge Fucile – proprio oggi ha detto che il Governo punta alla valorizzazione del sistema manifatturiero italiano per il futuro della nostra economia. Allora si stringa il negoziato per raggiungere il risultato in sede di consiglio europeo”.
“Confartigianato – sostiene Fucile – continuerà a battersi affinché l’Europa riconosca e approvi l’obbligo di indicare il marchio ‘made in’ sui prodotti al fine di garantirne la piena tracciabilità, come già avviene nei principali Paesi aderenti al Wto (ad esempio Usa, Giappone, Canada e Corea). Ne va della difesa del patrimonio manifatturiero dell’artigianato e dell’impresa diffusa, del diritto dei consumatori a una corretta informazione sull’origine dei beni acquistati, della lotta al grave fenomeno della contraffazione che nel mondo fattura 200 miliardi l’anno e che in Italia vale 6.924 milioni, pari allo 0,45 per cento del Pil, e colpisce proprio i settori di punta del made in Italy, tessile, abbigliamento, calzature, occhialeria, cosmetici, giocattoli”.