Distretti lucchesi, continua a crescere l’export

16 luglio 2015 | 13:42
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Distretti lucchesi, continua a crescere l’export

Il primo trimestre 2015 ha visto i distretti industriali toscani proseguire una lunga serie positiva: le esportazioni hanno registrato un incremento del 2,1%, rimanendo sopra i 3 miliardi di euro. Rispetto alle altre regioni distrettuali nazionali, i risultati toscani appaiono tuttavia meno brillanti: questo quanto emerge da nuovo monitor dei distretti effettuato da Intesa San Paolo. In un panorama complesso, aggravato dalla crisi greca, spiccano tuttavia alcuni dati che lasciano ben sperare e giungono da Capannori e Lucca. A Capannori si registra infatti un forte recupero del cartario (+21,9%) dovuto anche al rinnovato dinamismo dei mercati europei, mentre Lucca fa da traino in Toscana per l’esportazione dell’olio, con un +9,1% maturato a fronte di una Regione in difficoltà per questo comparto. Sempre nella città murata si segnala un andamento nella media del calzaturierio (+2,6%). In Toscana infatti il dato globale dell’export risulta ancora condizionato dalle esportazioni di gioielli del distretto di Arezzo verso gli Emirati Arabi Uniti (-29,2%): protagonista di una forte crescita fino al primo trimestre 2014, l’oreficeria aretina ha poi risentito del calo del prezzo dell’oro e del ripiegamento della domanda mondiale. Se però si esclude tale flusso, la performance dei distretti tradizionali toscani appare di gran lunga migliore, registrando un +5%, ritmo di sviluppo superiore a quello registrato in media dai distretti italiani (+3%) ma anche dai competitor tedeschi (+3,4%). Le prospettive delle esportazioni toscane, al netto delle incertezze create dalla crisi greca, dovrebbero rimanere particolarmente buone per il mercato statunitense, grazie anche al sostegno offerto dalla svalutazione dell’euro.

L’export verso questo mercato ha registrato una crescita del 18,3%, dopo i buoni risultati già conseguiti lo scorso anno, portando a confermare gli Stati Uniti come primo mercato di sbocco dei distretti tradizionali toscani, superando la Francia. Anche i mercati europei dovrebbero offrire spunti di crescita maggiori rispetto al recente passato. Tra i distretti toscani particolarmente performanti nel primo trimestre 2015 spicca la pelletteria e calzature di Arezzo, che con un nuovo incremento a due cifre (+34,8%) risulta tra le realtà locali più dinamiche nel panorama toscano e italiano. Da segnalare appunto anche il forte recupero messo a segno dal cartario di Capannori (+21,9%, maturato grazie al rinnovato dinamismo dei mercati europei) e dai vini del Chianti (+25,9%) che hanno invece beneficiato soprattutto del boom di vendite negli Stati Uniti. Crescono a ritmi elevati anche le esportazioni di farmaci (20,6%) del polo toscano che registra risultati migliori rispetto alle altre aree di specializzazione italiane. Forti recuperi sono stati messi a segno anche dai mobili di Poggibonsi Sinalunga (+20,7) e della ceramica di Sesto Fiorentino (+24,1%).  La pelletteria e calzature di Firenze, con una crescita più lenta pari al 4,6%, si è comunque confermata il distretto leader dell’export distrettuale toscano, con 34 milioni di esportazioni aggiuntive rispetto allo stesso periodo del 2014 (sui quasi 65 registrati dal complesso dei distretti tradizionali della regione). In linea con il dato medio regionale sono i risultati del distretto del marmo di Carrara (+2,8%) e del calzaturiero di Lucca (+2,6%), che continua a mostrare segni di graduale miglioramento. Tra i risultati di segno negativo, nel primo trimestre 2015 si segnalano il distretto del tessile e abbigliamento di Prato (-0,7%) e quello dell’abbigliamento di Empoli (0,6%), che vedono un azzeramento degli spunti di crescita evidenziati nel corso del 2014. L’inizio del 2015 ha poi confermato le difficoltà di altre importanti realtà distrettuali toscane, con l’olio di Firenze (-5,2%) – in parte compensato dal +9,1% di vendite all’estero del distretto dell’olio di Lucca – e il mobile imbottito di Quarrata (-13%). Peggiora, entrando in territorio negativo, l’export delle calzature di Lamporecchio (-8,4%) e della concia e calzature di S. Croce sull’Arno, che registra una contrazione dell’8,4%. Il già ricordato distretto dell’oreficeria di Arezzo vede, nel complesso, una contrazione del 14,4%; l’effetto negativo indotto dalle esportazioni aretine verso gli Emirati Arabi Uniti dovrebbe comunque gradualmente esaurirsi e consentire ai distretti toscani di tornare ad esercitare il ruolo di traino dell’export distrettuale avuto negli scorsi anni.