Cgil, situazione al vetriolo. Sotto accusa la segreteria di Chiriaco

Una Camera del lavoro al vetriolo, dove il clima di giorno in giorno si fa sempre più teso. Soprattutto per chi quotidianamente vive i corridoi del nuovo edificio di viale Luporini e che sarebbe chiamato a garantire diritti fondamentali, come quello al lavoro e ad erogare servizi. Questo almeno è quello che emerge da alcuni documenti che in questo periodo girano internamente alla Cgil e in particolare a Lucca, dove non mancano gli scambi di accuse formali e sostanziali tra la parti in causa. Da un lato quella che in qualche modo fa riferimento a Massimiliano Bindocci, ex segretario Filcams, appoggiato probabilmente anche dalla segretaria Fiom, dall’altra la segretaria confederale di Chiriaco con alcuni settori del sindacato.
Lo scontro, infatti, si sta facendo sempre più pesante. Si va dalle denunce interne contro Massimiliano Bindocci da parte della segreteria agli organi nazionali, alle incursioni della parte avversa all’attuale segretaria che, pochi giorni fa, ha fatto circolare un volantino anonimo in Cgil da cui è scaturita una reazione dura da parte della segreteria. Chiriaco ha inviato in questi giorni una lettera interna a tutti i settori, dove non ha mancato di ricordare a tutti che, come lui stesso scrive,che “in tempi certi saranno presi provvedimenti radicali ed impopolari, ma necessari alla difesa della mia Cgil”. Nel volantino, invece, sarebbe stato imputata a Chiriaco la responsabilità del fallimento della fusione tra la Cgil di Lucca e quella di Massa per mancanza di una progettualità oltre ad una totale mancanza di democrazia nell’ambiente sindacale. Accusa che nella sua missiva Chiriaco rimanda al mittente a cui imputa la responsabilità del volantino e non è difficile intuirne il riferimento alla Filcams e alla Fiom.
Insomma una situazione in cui da un lato la segreteria sembra non riuscire ad arginare le spinte dei vari settori e come soluzione adotta quella di una sorta di monito ricordando a tutti che la punizione arriverà e anche a breve. Punizione che può significare prevalentemente una sola cosa l’allontanamento dalla Cgil.
Ma questo è solo l’ultimo atto di una vicenda che si sta consumando da mesi e le cui radici si perdono probabilmente nella trasformazione da commissario a segretario provinciale di Chiriaco, passaggio rimasto indigesto. Il passaggio più critico che si è verificato nelle ultime settimane, prima della lettera di Chiriaco, rimane la questione della richiesta di un’assemblea del comitato direttivo lucchese, dove da un lato Bindocci e gli altri chiedono la riunione, ricorrendo anche a strumenti statutari come la raccolta di un quarto della firme dei membri del consiglio. Una richiesta che potrebbe innescare un passaggio di chiarificazione, dove in sostanza si arriverebbe alla conta dei voti per capire dove sta la maggioranza della Cgil lucchese. Assemblea che la segreteria di Chiriaco avrebbe negato puntualmente, rivendicando il diritto di stabilire la data. Avendo in questo Chiriaco anche l’appoggio della segreteria nazionale.
Intanto però proprio a Bindocci sarebbero state fatte due segnalazioni interne arrivate fino alla segreteria nazionale di Susanna Camusso. Una per aver utilizzato “impropriamente” il simbolo della Cgil su un volantino e una per averlo lanciato un post su Facebook, di cui però si è accollato alla fine la responsabilità un altro sindacalista, al quale non è stata invece sollevata nessuna segnalazione. Insomma una guerra intestina senza esclusione di colpi in cui, però, oltre alla questione della mancanza di democrazia interna da parte della segreteria di Chiriaco la controparte imputa altre criticità, come ad esempio assunzioni di personale da parte della segreteria, là dove si poteva ricorrere al distaccamento al sindacato per alcuni rappresentati di categoria e situazioni difficili come una totale assenza di confronto tra il segretario e il comitato direttivo sulle varie decisioni, come si legge in un documento firmato proprio da vari esponenti della Camera del lavoro lucchese.