
Sarebbero circa dieci i primi lavoratori Snai degli stabilimenti di Lucca che rischiano di perdere il posto di lavoro. Si tratta di dieci contratti a tempo determinato che andrebbero in scadenza nella prossime settimane e che l’azienda ha annunciato sulla base del blocco del turnover, come già dichiarato nella trattativa sindacale innescatasi dopo le acquisizioni di altri rami di azienda.
“In questo caso si tratta di poche unità lavorative – spiega Massimiliano Bindocci della Filcams Cgil – ma al momento non è possibile pensare di tagliare questi posti di lavoro. Al di là della legittima tutela occupazionale, in attesa di conoscere meglio le intenzione dell’azienda infatti ci sono anche problemi per chi rimane a lavorare, in termini di carico del lavoro. I livelli sui tempi di produttività rischiano infatti di diventare insostenibili. Una posizione inaccettabile che scaturisce dall’annunciato blocco del turnover. Intanto però rimane ancora da conoscere il piano industriale che dovrà essere presentato il prossimo 13 aprile, quando la parti ovvero le sigle dei lavoratori Fiom Cgil, Fim Cisl, Uilm e Filcams e la parte datoriale dovranno incontrarsi nuovamente. In quella data è attesa la presentazione del piano industriale da cui si dovrebbero capire meglio le intenzioni dell’azienda”.
E proprio Snai in merito alla questione dei contratti a termine conferma che da adesso si entra in una fase di blocco delle assunzioni dovuto ad una logica di razionalizzazione, anche se i contratti a termine saranno gli unici posti di lavoro che verranno razionalizzati. In pratica per l’azienda non si tratterebbe di tagli ma di mancati rinnovi di contratti che andrebbero alla naturale scadenza. In merito poi alla questione dei carichi di lavoro la posizione di Snai è semplice: “Non andremo ad aumentare i carichi di lavoro dei singoli, ma semplicemente quelle mansioni che vengono attualmente ricoperte dai contrattisti a termine che verranno svolte da personale prelevato in altri reparti, dove magari c’è un surplus di personale, magari proveniente anche dalle aziende acquisite recentemente e che sono dipendenti a tempo indeterminato. Nella logica della razionalizzazione e della riorganizzazione quindi, fermo restando che non verranno toccati i livelli dei lavoratori assunti a tempo indeterminato, abbiamo però necessità di riorganizzare il personale per migliorare il livello della macchina organizzativa. In alcune realtà – concludono dall’azienda – abbiamo già sperimentato questa riorganizzazione e sta dando ottimi risultati”.