Antiriciclaggio, studi professionali a rischio per troppa burocrazia

“Negli ultimi 24 mesi abbiamo visto la normativa antiriciclaggio crescere soprattutto in numero di adempimenti obbligatori e di responsabilità attribuite ai professionisti. Il tema della lotta all’evasione e al riciclaggio continua a essere oggetto di forte dibattito, portando con sé un potenziale stato di continua modifica, a cui i professionisti nel quotidiano devono far fronte”. Così ha affermato Stefano Germagnoli, direttore generale di Alavie e relatore del workshop Antiriciclaggio e controlli della Guardia di finanza negli studi professionali: dalla teoria alla pratica realizzato in collaborazione con l’Ordine dei commercialisti ed esperti contabili di Lucca e rivolto ai professionisti fiscali e tributari della città.
Anche sul piano internazionale il tema è nell’occhio del ciclone: gli stati membri dell’Unione Europea hanno tempo fino al 26 giugno 2017 per recepire il nuovo regolamento antiriciclaggio. “Il rischio è che – per poter essere conformi alle normative antiriciclaggio – gran parte delle risorse degli studi vengano impegnate ad esaurire gli obblighi burocratici, a discapito delle attività per i clienti”, prosegue Germagnoli. “Dall’altra parte, secondo il quaderno dell’antiriciclaggio di Banca d’Italia relativo al primo semestre del 2015, solo il 3,8 per cento delle segnalazioni complessive di operazioni sospette arriva dai professionisti. Significa che c’è ancora tanto lavoro da fare. Crediamo che la chiave di volta sia nella semplificazione, che può essere abilitata solo dalla formazione”, conclude Germagnoli.
Secondo il direttore generale di Alavie, è “necessario mettere in campo tecnologie, competenze e risorse adeguate per gestire la complessità di una normativa tanto controversa quale quella relativa all’antiriciclaggio, che richiede continui adeguamenti sia sul fronte nazionale che su quello internazionale. In questo senso, l’introduzione del nuovo regolamento europeo in materia genererà nuove incombenze per i professionisti. Essere preparati sul tema e svolgere tutti gli adempimenti con puntualità diventa sempre più importante per la qualità del servizio offerto alla clientela. Questo però implica necessariamente anche una nuova apertura e flessibilità da parte dei commercialisti. Certamente, anche la consapevolezza dei costi che il mancato adempimento può portare con sé deve essere una spinta a investire in formazione e tecnologie per conseguire il necessario adeguamento alle normative”.