
Ratp? “Salverà il trasporto pubblico in Toscana”. Ne è convinto Slai Cobas che invece attacca Mobit e annuncia l’imminente presentazione di un esposto. “Con la disdetta unilaterale degli accordi integrativi la dirigenza della Ctt-Nord, emulando lo stile Marchionne – attacca il sindacato – sugli integrativi ha attaccato la busta paga, e non solo, del personale, pensando così di azzittire i lavoratori. Ma dev’essere rimasta sorpresa dalla risposta con cui i lavoratori hanno reagito, semplicemente lavorando come sarebbe giusto e corretto lavorare sempre, e non solo per protesta, e stabilendo un precedente capace di dare forza alla necessità che la prestazione lavorativa si sviluppi nel rispetto delle mansioni e delle regole previste dai contratti e dalle leggi, compreso il codice della strada. Resta, comunque, importante che gli addetti all’officina, con l’organico ridotto all’osso e con pezzi di ricambio al lumicino o inadatti, abbiano rimesso in servizio solo autobus in regola, cosa che ha fatto mancare vetture per coprire diverse corse. E resta importante anche che gli autisti non siano stati disponibili a occuparsi della biglietteria a bordo fuori dal rispetto delle norme previste dal codice della strada e a fare straordinari su straordinari per rimediare a una pianta organica inadeguata, si aggiunge che da sempre agli autisti vengono imposti orari, turni e carichi di lavoro pesanti; mancate assunzioni per sostituire chi esce dall’azienda; salute sempre sotto tiro, sia per lo stress dovuto a un lavoro che li coinvolge in modo spietato sul piano mentale, sia per il massacro della colonna vertebrale, causato da autobus inadatti ad ammortizzare le scosse provocate dal fondo stradale, la cui manutenzione è snobbata da tutti i Comuni”.
Poi la stoccata agli enti locali. “Le amministrazioni locali, dal canto loro – aggiunge Slai Cobas -, ci hanno messo di tutto di più. Prima hanno investito capitali pubblici in società di diritto privato, gestite non secondo una logica di servizio pubblico, ma secondo criteri di profitto capitalistico. Adesso, le questioni sono affidate a un futuro accordo sindacale o a un nuovo atto di prepotenza, magari in un periodo in cui ci siano meno corse, meno lavoratori in servizio, meno protesta”.
“Slai Cobas – annuncia il sindacato – affiderà ai legali la verifica del operato di tutta la dirigenza, a partire dalla mancanza di autobus, e quindi la sicurezza. Non ci fermeremo sapendo di essere nel giusto, ci rivolgeremo alla magistratura come già fatto, approderemo fino a Roma alla commissione trasporti, e collaboreremo con quelle forze politiche oneste di questo paese che vogliono aprire come una scatola le società partecipate, che sono il cancro della casse comunali”.