Credito e risparmio, segnali di sofferenza per Lucca

13 aprile 2016 | 12:10
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Credito e risparmio, segnali di sofferenza per Lucca

Una Lucca che perde smalto, con grafici colmi di linee che cadono giù a picco. Se ne è parlato questa mattina (13 aprile) alla Camera di Commercio di Lucca durante il convegno annuale sull’andamento del credito. Dopo i saluti del presidente Giorgio Bartoli, il direttore della filiale di Lucca di Banca d’Italia Giuliano Dini ha infatti presentato l’analisi degli andamenti degli aggregati creditizi dello scorso anno, desumibili dalle informazioni statistiche ufficiali della Banca d’Italia. Nel 2015, da quanto si apprende, la sostanziale tenuta dei depositi, i segni di ripresa del credito al settore manifatturiero ed alle famiglie consumatrici non sono riuscite a salvare Lucca dall’erosione delle proprie posizioni a livello regionale, offuscando progressivamente l’immagine di provincia di spicco e continuando a perdere lentamente e progressivamente quota nella graduatoria regionale delle province più attive e virtuose.
La diminuzione degli impieghi, la crisi nel settore delle costruzioni, le poche erogazioni e le sofferenze cresciute a livelli sproporzionati danno un’immagine della situazione non proprio rosea, ma nonostante tutto non priva di speranze.

La struttura del sistema bancario lucchese è ancora oggetto di interventi di razionalizzazione e riorganizzazione, volti a fronteggiare la crescente concorrenza sul mercato del credito: si assiste a una lenta redistribuzione della rete di ciascuna banca e a qualche nuovo insediamento in aree a più intensa operatività. Si è momentaneamente fermato il taglio del numero complessivo degli sportelli (247 a fine 2015). Per il numero di Pos-Point of sale Lucca segue solo Firenze; rimane stazionario il numero di Atm-sportelli bancomat presenti sul territorio (335); si registra la crescita dell’home e corporate banking nonché del phone banking.
La raccolta del risparmio resta un elemento di forza del territorio, ma soprattutto in virtù dei livelli raggiunti in passato: Lucca resta in seconda posizione regionale (dopo Firenze), in lento progressivo indebolimento. I depositi e il risparmio postale sono cresciuti del 2,4% nel corso del 2015, portandosi a quota 8.099 milioni di euro. Anche la raccolta indiretta (5.524 milioni di euro a fine 2015 – principalmente sotto forma di “titoli a custodia” e in “gestione”) segnala una lieve ripresa.
Le forti difficoltà attraversate dall’economia provinciale, soprattutto negli ultimi anni (2013 – 2014 restano gli anni peggiori), si sono riflesse sull’andamento del credito erogato: tuttavia nel 2015 si registra una prima inversione del ciclo negativo, con alcuni segnali positivi soprattutto dalla metà dell’anno.
Gli impieghi vivi (9.274 milioni), al netto delle sofferenze ed insoluti, hanno registrato un aumento su 12 mesi del +1,1% (+0,4% nell’ultimo trimestre), collocando Lucca nella fascia alta delle aree di confronto e primo vero segnale di ripresa dopo diversi anni di diminuzione; tale ripresa è dovuta alla crescita del credito al settore manifatturiero (+8,8%, meglio delle province vicine) e alle famiglie consumatrici (+4,4%), con particolare riferimento anche al credito al consumo (+4,1%).
Le società non finanziarie e famiglie produttrici (l’insieme dei settori economici) nel 2015 – in linea con quanto avvenuto negli ultimi anni – hanno registrato ancora una diminuzione dell’1,3%; leggermente meglio sono andate le imprese di maggiore dimensione (società non finanziarie con almeno 20 addetti e oltre) con la modesta flessione del 0,7% su 12 mesi; in flessione del 3,4% le piccole unità economiche (società non finanziarie con meno di 20 addetti e famiglie produttrici).
Preoccupante è risultato il deterioramento degli impieghi: le sofferenze sono cresciute del 16,4%, a comprova delle difficoltà attraversate dall’economia provinciale, peraltro con segni di miglioramento per l’anno in corso. Tale situazione si è riflessa sul costo del credito (tassi di interesse) risultato, per Lucca, generalmente superiore a quello praticato nelle aree vicine e a livello nazionale.
Lucca ha risentito la crisi più delle altre province toscane, ma gli ottimi indici positivi comparati al settore manifatturiero sono senza alcun dubbio un buon aggancio di ripresa. Ottimo aggancio sicuramente anche il buon andamento del commercio con l’estero e, ricordiamolo, i miglioramenti degli indici del comparto manifatturiero. Le banche sono frenate da diversi fattori, come ad esempio la mancata armonizzazione delle regole a livello europeo a svantaggio dell’Italia. Basti pensare al recentissimo scandalo sui paradisi fiscali in cui sono state tirate in ballo due banche italiane ma ben 28 banche tedesche.
“A Lucca non si colgono le occasioni – commenta Giuliano Dini – nonostante tutto registriamo buoni segnali di ripresa nei consumi, se cogliessimo le occasioni necessarie saliremmo sicuramente qualche gradino in più”.