Suolo pubblico e piano del commercio nel mirino di Anva

Suolo pubblico e nuovo piano del commercio a Lucca, l’Anva Confesercenti passa ancora all’attacco. “La direttiva Bolkestein – spiega l’associazione in una nota -, per come recepita anche da Regione Toscana, non ci sembra dare alcun aiutino agli operatori del settore: pone, infatti, da un lato, dei limiti temporali ben precisi al rilascio di concessioni pubbliche, ma, dall’altro, riconosce anche la professionalità di tutti gli operatori che fino ad oggi hanno svolto con seretà e correttezza il loro mestiere. Tale riconoscimento di professionalità non è, a nostro parere, un “aiutino”, ma un atto dovuto verso chi, con sempre maggiore difficoltà, cerca di tirare avanti in un settore, come quello del commercio, in crisi ormai da troppo tempo”.
“Ci sembra, inoltre – prosegue Anva – alquanto offensivo fare i conti in tasca agli operatori che regolarmente pagano le concessioni di suolo, anche in considerazione del fatto che le aministrazioni comunali ricevono introiti importanti da tali tipi di concessioni. Gli operatori ambulanti,come tutti gli imprenditori, hanno grosse difficoltà a tirare avanti le proprie attività: la concessione del suolo pubblico non è certo l’unica imposta che un ambulante versa nelle pubbliche casse. Chi opera nel settore sa bene quanto importante sia il carico fiscale che pesa su un’impresa al giorno d’oggi, senza che si siano viste nel frattempo particolari agevolazioni burocratiche o creditizie”.
Poi l’attacco diretto al Comune di Lucca: “Se riteniamo certamente importante e non più rinviabile la revisione del piano del commercio della città di Lucca – prosegue Anva Confesercenti -, siamo abbastanza allarmati quando sentiamo parlare di giro di vite. Qui si parla della vita lavorativa di molte persone, non serve in questa fase creare panico ed allarmismo. La revisione del Ppano è cosa seria e merita un percorso molto attento e partecipato: in mezzo c’è il futuro del commercio della nostra città e la vita personale di molti addetti ai lavori. Non ci è piaciuto nemeno l’intervento sugli affitti: Lucca non è Roma, né Firenze, il fenomeno degli affitti non è così diffuso e allarmante. Nei casi in questione l’affitto d’azienda è un atto che si stipula pubblicamente di fronte ad un notaio ed è una pratica che riguarda molte altre attività professionali e non solo. Di cosa stiamo parlando? Ce la prendiamo con chi fa le cose alla luce del sole e nei termini consentiti dalla legge? Se queste sono le premesse, la battaglia sulla revisone del piano sarà, da parte nostra, piuttosto dura nei confronti di questa amministrazione”.