Sofidel, 50 anni fra tradizione ed espansione

20 aprile 2016 | 11:20
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Sofidel, 50 anni fra tradizione ed espansione
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Sofidel, 50 anni fra tradizione ed espansione
Sofidel, 50 anni fra tradizione ed espansione
Sofidel, 50 anni fra tradizione ed espansione

Operosa, temeraria e costante come quelle formichine che l’hanno resa indimenticabile a un paio di generazioni. La Sofidel, la “Regina” della carta, inizia oggi (20 aprile) a festeggiare il mezzo secolo. Cinquant’anni di lavoro nel solco di una tradizione di famiglia che guarda al futuro, curiosa nell’innovazione e attenta all’ambiente, tanto che Luigi Lazzareschi, amministratore delegato di Sofidel, è anche diventato ambasciatore Wwf.

Una storia positiva e di successo, quella raccontata da Lazzareschi a Milano, da dove l’azienda ha dato il via ai festeggiamenti, che nasce nella provincia, quella lucchese e che vuole conquistare il mercato degli Usa. In sala, oggi, anche il cofondatore Emi Stefani con il figlio e il nipote. “Chi ha meno di 40 anni – spiega – fa fatica a immaginare com’era il mondo prima della carta igienica e anche chi ha questa età è talmente abituato che deve pensarci bene per sapere come le cose sono cambiate rispetto a quando non c’erano ancora rotoli da cucina, fazzoletti usa e getta e tutto il resto. Quando mio padre ed Emi iniziarono a produrre carta igienica, sembrava più carta vetrata quella che usciva dallo stabilimento di quella valle sopra Collodi. Ora Lucca ha un grande distretto cartario, in continua espansione e crescita”. Che comprende, ma non finisce con Sofidel.

I numeri
Oggi l’azienda, a 50 anni, ha 5500 dipendenti e un fatturato di quasi due milioni di euro e produce oltre un milione di tonnellate di carta tissue all’anno. “Il mercato italiano – prosegue l’ad – per noi oggi vale il 17 per cento del fatturato, l’Inghilterra pesa per il 20”. L’internazionalizzazione è una delle chiavi del successo del gruppo, che dal 2008 ha smesso di costruire nuovi impianti e ha iniziato ad acquisire alcuni tra i più importanti marchi in ogni paese nel quale è sbarcato, con uno spirito un po’ lucchese, volto all’ottimizzazione e al risparmio, specie quello che riguarda la logistica.
Sofidel è il sesto player mondiale e il secondo in Europa. E’ oggi presente in 13 paesi in Europa e negli Usa (7 stati) e ha raggiunto nel 2015 un fatturato pari a 1.809 milioni di euro, triplicato rispetto al valore di soli dieci anni fa (era 608 milioni), con incrementi importanti anche a livello di dipendenti (+179% rispetto al 2005) e capacità produttiva (che ammonta oggi a 1.058.000 tonnellate, a fronte delle 426mila del 2005).
Una vicenda industriale positiva, che ha portato Sofidel prima a consolidarsi sul mercato nazionale e ad aprirsi ai mercati europei (1966-1990) e, dalla fine degli anni Novanta, a implementare con successo una strategia di internazionalizzazione. Una strategia attuata in due fasi: la prima – quella degli investimenti greenfield – concretizzatasi negli anni pre-crisi (1990-2007) e nei mercati ad alto tasso di crescita; la seconda – caratterizzata da acquisizioni di brand e impianti produttivi esistenti – praticata principalmente a partire dal 2008, in una situazione in cui l’aggiunta di capacità produttiva sui mercati avrebbe determinato un eccesso di offerta.
E proprio negli anni più duri della crisi industriale, il gruppo Sofidel ha saputo rilanciare con nuovi investimenti sbarcando – nel 2012 – negli Usa: oggi, a soli quattro anni di distanza, il gruppo vanta negli States una capacità produttiva di 200mila tonnellate, e ha recentemente avviato un investimento greenfield a Circleville, in Ohio, per quello che sarà il centro della produzione nordamericana di Sofidel.
“Se i primi 50 anni di Sofidel – ha detto l’ad Lazzareschi – sono stati segnati da risultati positivi, lo si deve anche a una costante attenzione al futuro. Oggi questo vuol dire per noi impegnarsi ancora di più per essere un’impresa responsabile che vuole confrontarsi con mercati, prodotti, tecnologie e stili di vita in costante cambiamento. Essere un’azienda che, nel garantire igiene e benessere a tutti i suoi interlocutori, vuole dare risposte alla crescente domanda di ecologia integrale che va diffondendosi nel mondo. Consapevoli come sempre che da soli si fa poco, e che i risultati ottenuti fino a oggi si devono anche a compagni di strada – dai collaboratori, ai fornitori, dai clienti, ai consumatori e ai competitor – che ci hanno permesso di porci sempre nuovi orizzonti e di dare il meglio di noi stessi. Ora, per noi, inizia una nuova fasedi crescita, organica, che aumenti le capacità produttive degli stabilimenti costruiti 10 o 15 anni fa. Abbiamo annunciato di recente l’investimento in Polonia, dove la capacità produttiva sarà triplicata. Negli Stati Uniti siamo ancora piccoli, ma vogliamo fare quello che abbiamo fatto in Europa, magari costruendo meno impianti, ma più grossi”.

Il sondaggio Doxa
Proprio la costante attenzione al futuro e la consapevolezza che non ci sia crescita senza visione, ha portato Sofidel a commissionare a Doxa1 il Monitor Sofidel, una ricerca a livello europeo – Italia, Francia, Gran Bretagna, Germania e Polonia – per capire di più e meglio cosa le opinioni pubbliche e le business community di quei Paesi ritengano prioritario per i prossimi 10 anni: quali siano le sfide, i progetti, i sogni, ma anche quale sia il loro “indice di ottimismo” rispetto al raggiungimento degli obiettivi considerati prioritari. Dal Monitor Sofidel emerge che gli italiani si dimostrano un popolo attento allo stato di salute del pianeta e alle grandi sfide ambientali: da qui a 10 anni sono considerate tematiche di assoluto rilievo la riduzione del riscaldamento globale e l’eliminazione degli sprechi attraverso un impegno razionale delle risorse. Entrambe le tematiche sono indicate come prioritarie dal 39 per cento degli intervistati.
L’attenzione degli italiani sui temi ambientali si afferma anche a livelli più personali, e trend significativi sono considerati l’adozione di sistemi alternativi di approvvigionamento energetico (37 per cento) e l’adozione di uno stile di vita più responsabile e sostenibile (36 per cento). L’Italia, seconda solo alla Polonia, presenta un indice di ottimismo globale’pari al 60%, il più elevato nei paesi dell’Europa Occidentale presi a confronto. La business community italiana e i millennial condividono un indice di ottimismo di lungo periodo più incoraggiante rispetto alla totalità dei cittadini: ciò vale sia nel futuro globale (62% e 67%), sia in quello personale – con valori rispettivamente del 74% e 79% – e territoriale (60% e 66%)

L’attenzione per l’ambiente
I suoi primi 50 anni, Sofidel li condivide con Wwf: mezzo secolo di storia ciascuno, iniziata quando la prospettiva era la crescita senza condizioni, le risorse sembravano infinite e i rifiuti non parevano un problema. “Una realtà molto diversa – ricorda Gaetano Benedetti per Wwf – ancora incapace di porsi quelle domande sulla sostenibilità che sorgeranno da metà anni ’80”. E che Sofidel si è fatta molto presto, dandosi anche un obiettivo concreto: ridurre le emissioni del 20 per cento entro il 2020. Intanto, i consumi di acqua sono i più bassi del settore. Ambientale, economica e sociale, eccola la sostenibilità secondo Benedetti e Wwf. “Una sfida che non è di alcuni, ma un modo trasversale di gestire la convivenza su questo pianeta perché o è la sfida di tutti o di nessuno”. Con una cellulosa certificata per il 99,97 per cento, dimostrazione che “non si bleffa, ecco perché quello 0,03 per cento ci piace” spiega Benedetti raccontando come Sofitel, superati severi test, faccia parte dei 29 climate saver, un club ristretto nel quale ci sono Sony e National Geografic, tra gli altri. “Gli faccio l’augurio di essere contagiosi perché il messaggio positivo che lanciano dà concretezza alla speranza e fa diventare possibili le cose, basta allargare i soggetti e le aziende che oggi mettono i essere alcune scelte e meccanismi”.

Sofidel è tra le prime aziende in Italia ad aver fatto della responsabilità sociale d’impresa un elemento centrale del suo sviluppo, con particolare attenzione all’ambiente. Attraverso, tra l’altro, il programma internazionale Wwf Climate Savers – Sofidel è stata la prima azienda italiana e la prima al mondo nel settore tissue ad aderire – e, più in generale, con un costante impegno volto alla limitazione dei propri impatti ambientali.
Interpretando la crescente diffusione della sensibilità per l’ambiente, Sofidel ha da tempo messo in atto politiche ambiziose per il contenimento dell’impatto ambientale dei propri prodotti e processi, ottenendo risultati importanti. Fra il 2008 e il 2015 le emissioni dirette di Co2 in atmosfera sono state ridotte del 17,8 per cento e, a oggi, l’applicazione di rigorose politiche di approvvigionamento della materia prima di origine forestale ha portato il Gruppo ad avere il 99,97 per cento della cellulosa utilizzata certificata secondo i principali schemi di catena di custodia forestale.
E’ in quest’ambito che rientra la stretta collaborazione con Wwf che, oltre all’adesione al programma Climate Savers, ha portato anche allo sviluppo di un’azione congiunta per la sensibilizzazione delle generazioni più giovani, attraverso il progetto per le scuole Mi curo di te che ha coinvolto oltre 100mila studenti italiani e che Sofidel sta pensando di replicare all’estero. A suggello della stretta collaborazione tra Sofidel e Wwf, Luigi Lazzareschi è stato di recente nominato ambasciatore del cinquantenario di Wwf Italia.
“Ci sono gesti concreti che si possono fare tutti i giorni per un futuro più sostenibile – ha commentato Gaetano Benedetto, direttore generale del Wwf Italia – Tutelare l’ambiente significa investire nel futuro di noi tutti. Le imprese hanno un ruolo fondamentale da questo punto di vista, e possono essere straordinari attori del cambiamento agendo sulla riduzione dei flussi di materia ed energia utilizzati per la produzione di beni e servizi, sulla riduzione delle emissioni dirette e indirette in atmosfera, oltre che investire in modo consistente sulle energie rinnovabili e sull’efficienza degli impianti. Istituzioni, imprese, società civile operando insieme per un futuro sostenibile possono concretizzare l’Agenda 2030 e gli obiettivi di sviluppo sostenibile approvati dalle Nazioni Unite nello scorso settembre 2015. E’ questa la sfida che Sofidel ha saputo cogliere per tempo potendo contare su una maggiore capacità di innovazione, efficienza e competitività sui mercati, divenendo una vera e propria best practice”.

Il programma dei festeggiamenti
A Lucca ci sarà una tappa del Festival della Crescita, un progetto curato e realizzato da Future Concept Lab per creare un circolo virtuoso tra i protagonisti della crescita e dello sviluppi, seminando educazione e raccogliendo innovazione. Il festival sarà a Lucca per due giorni, 9 e 10 giugno, non per parlare di Sofidel, garantiscono dall’azienda, ma per mettersi al servizio dello sviluppo sostenibile. L’11 giugno, l’azienda festeggia l’anniversary day, il compleanno di tutta l’azienda che fa festa nello stabilimento lucchese, ma in connessione con tutti gli stabilimenti nel mondo, come a stringersi in un grande abbraccio. Senza eventi particolari, ma con musica, cibo e voglia di stare insieme. Poi, da settembre, la “testa” dell’azienda incontrerà business e media nei paesi d’Europa in cui ha siti produttivi, per farsi conoscere, al di là del prodotto. Pensando a un Sofidel Award, un premio per i fornitori che si sono contraddistinti nel rispetto ambientale. A 50 anni, poi, un dovere è anche fermare la memoria: uscirà un libro edito da Silvana editoriale per raccontare l’azienda ma anche un distretto che si è fatto onore nel mondo. Intanto sui social viaggia già l’hashtag  #sofidel50.
In arrivo, ammette Lazzareschi, ci sono anche nuovi prodotti, uno in particolare, che vanno nella logica di non sprecare, di usare quanto serve e di buttare solo ciò che non può essere riutilizzato per davvero.
Fissare la memoria, ma senza smettere un attimo di guardare al futuro, non per forza quello prossimo. “Una quotazione in borsa – spiega Lazzareschi – potrebbe essere uno dei punti di arrivo. Oggi non ci pensiamo, pensiamo ancora di poter esprime molto così. Se penso a chi è quotato nel nostro settore, noi saremmo i piccini di bottega. Prima vogliamo crescere, espanderci per almeno 15 anni negli Stati Uniti”. Dove Sofidel è già presente in sette stati, con cinque stabilimenti e altri in apertura. Ma con la testa sempre a Lucca, con il rumore delle cartiere nelle orecchie e quello spigolo di provincia a tenerli ben aggrappati alle radici, alle quali non pensano neppure a rinunciare.

Elisa Venturi