Filcams Cgil in prima fila per i diritti di colf e badanti

Colf e badanti, l’attenzione del sindacato Filcams Cgil. “Nell’ambito della complessa discussione sul tema dell’accoglienza e dei lavoratori migranti – dicono Valentina Gullà e Daniela Ricchetti – riteniamo che poco si parli di un comparto nel quale al 90 per cento sono impiegate donne: la collaborazione domestica e l’assistenza alla persona. Un’importante realtà del nostro paese e della nostra provincia della quale dobbiamo tenere conto anche in considerazione della progressiva riduzione del welfare pubblico. Si tratta di una realtà in crescita che però vede moltissimi casi di lavoro nero e di violazioni non solo contrattuali ma che investono la dignità della persona”.
“Le lavoratrici di questo settore – spiega Gullà – svolgono un ruolo sociale troppo spesso sottovalutato, se soltanto pensiamo alla condizione di donne migranti e sole, che lasciano lontano le proprie famiglie per garantirsi una sopravvivenza estremamente precaria. Perché se perdono il lavoro, perdono anche il posto letto. Moltissime colf e badanti si rivolgono ai nostri uffici per denunciare lavoro nero e mancato riconoscimento di diritti fondamentali come quello al riposo, alle ferie, alla malattia. Talvolta si controlla quanto mangiano, quante volte fanno la doccia, se tengono accesa la luce troppo a lungo”.
“La Filcams Cgil di Lucca – concludono le sindacaliste – che è attiva anche con un gruppo di lavoro sulle questioni di genere, ha aperto uno sportello specifico per colf e badanti per fornire informazioni e assistenza da un punto di vista contrattuale e per provare a creare una rete strutturata di socializzazione per le lavoratrici migranti. Lo sportello è aperto tutti i giovedì mattina e pomeriggio alla Camera del Lavoro di Viareggio ma le stesse informazioni si possono avere anche nelle sedi di Lucca e Fornaci di Barga. Crediamo che si debba costruire una consapevolezza diversa rispetto alle lavoratrici ed i lavoratori migranti perché si possano superare pregiudizi e stereotipi e perché si possa cominciare a pensare seriamente a quali interventi mettere in campo affinché a tutti vengano riconosciuti gli stessi diritti”.