Imprese strangolate dalle tasse: a Lucca pressione al 59%

4 maggio 2016 | 10:08
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Imprese strangolate dalle tasse: a Lucca pressione al 59%

Il peso complessivo del fisco sulle piccole imprese e sugli artigiani nel 2016 salirà al 61% (+0,1% rispetto al 2015). In Toscana tre capoluoghi di provincia superano questa media: Firenze, Grosseto e Livorno; appena al di sotto Pisa e Siena, va un po’ meglio a Lucca. Entrando nello specifico, infatti, Lucca, 84esimo posto in Italia su un totale di 124 provincie, la pressione fiscale complessiva sulle piccole imprese nel 2016 sarà del 59,2%.

Risulta dal rapporto 2016 dell’Osservatorio Cna sulla tassazione della piccola impresa, effettuato sui Comuni capoluoghi di provincia e regione.
L’osservatorio sulla tassazione delle piccole e medie imprese calcola anche, città per città, il “tax free day”, cioè il giorno dell’anno nel quale una piccola impresa smette di lavorare per pagare tasse, imposte e contributi, e comincia a produrre reddito per il titolare; è un modo semplice per capire fin dove arriva in dodici mesi la mano del fisco sulle piccole imprese. Per Lucca il tax free day è stato calcolato il 4 agosto 2016.
“La pressione fiscale sulle imprese – dichiara il presidente Cna di Lucca Andrea Giannecchini – divora le loro risorse e il loro lavoro. Sebbene Lucca non sia fra le più alte in Toscana, le imprese del nostro territorio lavoreranno fino al 4 agosto per pagare le tasse; quelle di Arezzo, la città con la tassazione globale più bassa fra i capoluoghi toscani, fino al 22 luglio. E il reddito che resta alle imprese lucchesi dopo aver pagato le tasse è del 40,8%”.
Quindi, se l’utile d’impresa è di 50mila euro/anno, dopo aver pagato tutte le tasse, i 50mila euro nel 2016 diventano a Lucca 20.400 euro, ad Arezzo 22.150.
“Dallo studio Cna – continua Giannecchini – risulta nel confronto 2015/2016 un aumento del peso complessivo del fisco dell’0,1%, passando dal 60,9% del 2015 al 61%. È necessario ridurre in maniera incisiva la tassazione su artigianato e Pmi e semplificare, sia a livello centrale sia a livello locale, gli adempimenti che determinano costi indiretti sulle imprese e ne diminuiscono la produttività. Solo così si può restituire fiato e competitività al nostro sistema economico”.
Ma è possibile migliorare il sistema tributario? Per la Cna si può, e si deve.
Tre le direttrici operative: una più consistente riduzione della pressione fiscale; il capovolgimento della tendenza a trasferire sulle imprese gli oneri dei controlli; l’uso intelligente della leva fiscale per aumentare la domanda interna.
I dati regionali. Firenze è al quarto posto in Italia con Catania, la pressione fiscale complessiva sulle piccole imprese nel 2016 sarà del 68,5%; ventesimo posto per Grosseto con il 64,9%; posizione numero quarantadue per Livorno con il 62,3% E’ quanto emerge dal rapporto 2016 dell’Osservatorio Cna sulla tassazione della piccola impresa, effettuato sui 124 Comuni capoluoghi di provincia e regione. “La pressione fiscale sulle imprese – dichiara il direttore CnaToscana Saverio Paolieri – è un mostro che divora le loro risorse e il loro lavoro: le imprese fiorentine lavoreranno fino al 7 settembre per pagare le tasse; quelle di Arezzo, la città con la tassazione globale più bassa fra i capoluoghi toscani, fino al 22 luglio. E il reddito che resta alle imprese dopo aver pagato le tasse va dal 31,5% di Firenze al 44,3% di Arezzo”. “È insostenibile – commenta Paolieri – come si può sperare nella ripresa economica quando le nostre imprese sopportano un peso così enorme? Dal nostro studio risulta nel confronto 2015/2016 un aumento del peso complessivo del fisco dell’0,1%, passando dal 60,9% del 2015 al 61%. È necessario ridurre in maniera incisiva la tassazione su artigianato e Pmi e semplificare, sia a livello centrale sia a livello locale, gli adempimenti che determinano costi indiretti sulle imprese e ne diminuiscono la produttività. Solo così si può restituire fiato e competitività al nostro sistema economico”. L’aliquota fiscale totale (nazionale, regionale e comunale) nel 2016 arriverà – dato medio su Italia – al 61%. Un incremento che deriva dall’aumento programmato dell’aliquota dell’Ivs (Invalidità-vecchiaia-superstiti), la contribuzione previdenziale della Cassa artigiani e commercianti, solo in parte attenuato dall’elevazione della franchigia Irap a 13mila euro. Inoltre, la maggior parte degli interventi introdotti con Legge di stabilità del 2016 non produrranno effetti sensibili sulle imprese di minore dimensione, se non il beneficio che deriva dal super ammortamento relativamente agli investimenti effettuati in corso d’anno. Questa la classifica della nostra regione: Firenze 68,5%, Grosseto 64,9%, Livorno 62,3%, Pisa 60,9%, Siena 60,5%, Lucca 59,2%, Pistoia 59,1%, Prato 58,6%, Massa 58,1%, Carrara 57,8%, Arezzo 55,7%.