Responsabilità solidale e sistema moda, incontro con Confindustria

17 maggio 2016 | 14:14
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Responsabilità solidale e sistema moda, incontro con Confindustria

Incontro sulla responsabilità solidale nel sistema moda organizzato per i propri soci da Confindustria Toscana Nord venerdì alle 15 nella sede di Prato (via Valentini 14), con relatori Riccardo Del Punta, ordinario di diritto del lavoro all’Università di Firenze, e Andrea Del Re, presidente dell’Associazione giuslavoristi italiani sezione Toscana e vicepresidente della Scuola superiore della magistratura. 

Il quadro sulla responsabilità solidale si è andato definendo nel tempo, dopo la sua introduzione con la legge Biagi del 2003. Nel caso della sua applicazione al sistema moda una recente sentenza del Tribunale di Prato ha confermato che chi affida l’esecuzione di una lavorazione, un’opera o un servizio a un’altra impresa può essere chiamato a sostenere al posto di quest’ultima i costi delle retribuzioni e dei contributi. Ciò può avvenire, ad esempio con riferimento al personale dipendente e al tempo da questo impiegato in quella specifica lavorazione, se l’azienda appaltatrice, oltre a non rispettare i suoi obblighi, non è patrimonialmente in grado di onorarli. E’ accertato, infatti, che le relazioni fra le imprese della filiera tessile pratese hanno generalmente la natura giuridica di appalti e rientrano quindi nella responsabilità solidale. “Gli sviluppi che vi sono stati recentemente sul piano giudiziario ci hanno suggerito l’opportunità di fare il punto sulla questione – spiega il presidente di Confindustria Toscana Nord Andrea Cavicchi – Molti aspetti si sono chiariti nel tempo, consentendo oggi alle imprese di effettuare scelte consapevoli. Episodi recenti di irregolarità come quelli della tintoria Superlativa danno la misura dei rischi che si possono correre; il caso è grave anche perché nello stesso contesto si erano verificate le vicende della tintoria Alessia, dichiarata fallita con enormi debiti sui consumi di gas. Come associazione lavoriamo per promuovere la correttezza nei rapporti fra le imprese e all’interno delle imprese stesse. Ne è un esempio la campagna per l’utilizzo del Durc, volta a valorizzare i comportamenti corretti, sebbene lo strumento in sé costituisca una garanzia insufficiente. Ricordo inoltre la Carta etica e valoriale del distretto pratese, che si è andata ad aggiungere al Codice etico confindustriale fatto proprio dalla nostra associazione. Al di là della posizione di Confindustria Toscana Nord, in ogni caso, vi sono normative che prospettano scenari rischiosi: è quindi necessario che le imprese abbiano un quadro ben chiaro in merito”.