
Luglio bollente e rischio incendi nel boschi della lucchesia. Le alte temperature della prima decade del mese con punte che sono arrivate fino a 33 gradi in concomitanza con l’anticiclone Nerone unite al degrado e all’abbandono dei boschi sono alla base delle preoccupazioni di Coldiretti Lucca che torna a ricordare di rispettare il divieto assoluto di abbruciamenti vegetali ed agricoli fino al 31 agosto ad esclusione (info su www.lucca.coldiretti.it).
La mancata osservanza dei divieti vigenti comporta – ricorda Coldiretti – l’applicazione delle sanzioni previste dalle disposizioni in materia che, nei comuni a rischio, ammontano a 2.066 euro. In provincia di Lucca, solo negli ultimi cinque anni, è stata teatro di 283 incendi, un record a livello Toscano, che hanno coinvolto una superficie di 405 ettari di bosco. Tra il 2005 ed il 2014 erano stati 816, altro record, gli eventi. Solo tra il 2014 ed il 2015 (ultimo dato di agosto) gli incendi sono passati da 14 a 55 (+450%). Un incendio su tre è stimato sia causato dagli abbruciamo: ecco perché è importante osservare le regole. “I nostri boschi – spiega Cristiano Genovali, Presidente Coldiretti Lucca – sono diventate delle vere e proprie jungle. La vegetazione è cresciuta fuori controllo tanto rendere difficili gli interventi di manutenzione, difesa e sorveglianza dei boschi. Ogni incendio provoca danni incalcolabili dal punto di vista ambientale dovuto alla perdita di biodiversità e alla distruzione di ampie aree di bosco che sono polmoni verdi del nostro territorio e concorrono ad assorbire l’anidride carbonica che è responsabile delle oscillazioni climatiche. E’ indispensabile porre molta attenzione, in questa delicata fase della stagione, alle norme anti-incendio”. Coldiretti invita gli agricoltori, che sono le prime sentinella delle nostre campagne e delle nostre montagna, a segnalare ed avvisare con tempestività il Corpo Forestale dello Stato (1515), i vigili del fuoco (115) o la sala operativa permanente della Regione Toscana (800425425). Ma anche a fare molta attenzione poiché abbruciamenti senza i dovuti accorgimenti possono essere pericolosi ed innescare incendi ben più ampi e gravi. Gli abbruciamenti – ricorda Coldiretti – sono vietati in presenza di vento, nei periodi di grande siccità e nelle ore più calde della giornata.
Nel vademecum, stilato dalla Regione Toscana, sono indicate le buone pratiche da seguire. Per prima cosa prestare particolare attenzione all’utilizzo di macchinari e attrezzi agricoli con organi rotanti che, al contatto con il terreno, possono produrre fiamme libere o scintille. L’impiego di queste macchine operatrici (quali ad esempio le mietitrebbia o le trincia) deve essere limitato al massimo nelle ore e nelle giornate più calde ed evitato del tutto in presenza di vento. Al fine di interrompere o rallentare la propagazione del fuoco, è buona norma realizzare preventivamente o, in caso di necessità anche durante un incendio, idonee interruzioni perimetrali dei campi, attraverso fasce di terreno lavorato larghe almeno un metro. Questo tipo di attività di prevenzione risulta indispensabile per le superfici agricole di grandi dimensioni o nei casi di prossimità ad abitazioni, stalle, discariche o realtà boschive a particolare rischio di innesco che l’agricoltore sa valutare anche per la conoscenza storica del territorio. La lavorazione deve essere realizzata in profondità attraverso l’aratura, perché con la sola fresatura potrebbe rimanere mischiata alla terra vegetazione sufficiente a fornire combustibile all’incendio. Quando si lavora con i macchinari e gli attrezzi agricoli soggetti a surriscaldamento, è necessario assumere come comportamento abituale quello di dotarsi di estintori portatili. In caso di abbruciamento o accensione di fuochi in aree boscate o vicine al bosco è importante non procedere mai singolarmente ad un’operazione di abbruciamento di residui vegetali, per la quale occorre essere sempre almeno in due persone. È buona norma avvisare prima dell’avvio dell’abbruciamento/accensione fuoco il Comando stazione del Corpo Forestale dello Stato competente per territorio, fornendo tutti i dati di localizzazione dell’abbruciamento. Dotarsi di attrezzi utili in caso di necessità di spegnimento del fuoco, quali picconi, pale, falcetti e taniche per il rifornimento di acqua. Sono invece consentiti – prosegue Coldiretti – gli abbruciamenti a condizioni che siano effettuati in spazi vuoti, preventivamente ripuliti dalla vegetazione concentrando il materiale in piccoli cumuli nella quantità massima giornaliera di 3 metri steri ad ettaro (lo stero equivale a un metro cubo vuoto per pieno, vale a dire volume incluso i vuoti) e che siano sempre vigilati fino allo spegnimento completo. “Il ruolo degli agricoltori – conclude Maurizio Fantini, direttore Coldiretti Lucca – risulta fondamentale anche nella prevenzione degli incendi boschivi e della tutela del nostro patrimonio naturale. Per difendere i nostri boschi occorre creare le condizioni affinché si contrasti l’allontanamento delle campagne e si valorizzino quelle funzioni di sorveglianza, manutenzione e gestione del territorio svolte dagli imprenditori agricoli”.