Dottorati Imt, quasi raddoppiate le domande

18 luglio 2016 | 11:11
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Dottorati Imt, quasi raddoppiate le domande

Imt accresce sensibilmente la capacità attrattiva e rilancia con un programma di master: con 3745 domande di ammissione l’istituto di eccellenza raggiunge numeri da record in tutti e cinque i continenti, rafforzando il suo ruolo di riferimento nel panorama dell’alta formazione internazionale. I dati relativi alle richieste di dottorato per l’anno accademico 2016-2017, in aumento del 90% rispetto allo scorso anno, sono stati presentati questa mattina (18 luglio) alla sede di Imt dal direttore della scuola Pietro Pietrini e dai docenti e direttori dei curricula Massimo Riccaboni, Rocco De Nicola ed Emanuele Pellegrini.

“I numeri- ha commentato Pietrini- testimoniano la vivacità e la conoscenza a livello internazionale della scuola. La nostra è una formazione multidisciplinare ed integrata, facilmente spendibile sul mercato, a differenza di quella offerta da altre università che propongono dottorati generalisti e verticali. Il nostro compito è quello di contribuire a formare la classe dirigente e il corpo docenti di qualsiasi parte del mondo: per questo gli unici criteri di selezione sono merito e motivazione”.
Rispetto alle 1982 dello scorso anno, le domande hanno registrato un’impennata del 90%, vale a dire una media di 110 richieste per ogni singolo posto disponibile. “Le università vicine – ha osservato Pietrini – nella migliore delle ipotesi raggiungono un rapporto posti/candidature di 1 a 4/5: Pisa, ad esempio, l’anno passato non ha raggiunto le 900 domande a fronte di 211 posti”.
Il bando, rimasto aperto per due mesi, è stato chiuso lo scorso 13 luglio. Una commissione esaminatrice avrà il compito di selezionare i migliori allievi per ciascun curriculum: in totale sono 34 le borse di studio offerte dalla scuola. Il dottorato di ricerca ha suscitato l’interesse di circa 8.000 persone, ma alla fine solo 3745 domande sono state ritenute ammissibili al bando. Ad aumentare è il numero di richieste sia da parte di laureati italiani, sia dal mondo accademico straniero: ben 3423 sono infatti le domande provenienti dall’estero, di cui 228 da Paesi europei e 3195 da territori extraeuropei (1700 da Asia e Medio oriente, 1345 dall’Africa, 163 dall’America e 8 dall’Oceania). “Il tasso di successo nell’ammissione – ha dichiarato Riccaboni – premia ancora l’Italia: a dimostrazione della qualità della formazione nel nostro Paese. Ci piacerebbe includere una quota sempre maggiore di stranieri e a tal proposito abbiamo avviato meccanismi istituzionali per il riconoscimento del titolo anche in altri Paesi, fra cui la Cina”.
Quattro i curricula proposti dalla scuola: il più ambito risulta essere quello in economia, management e sistemi complessi (1453 domande) seguito da quello in computer, scienze e ingegneria dei sistemi (1196 domande), dal nuovo curriculum in neuroscienze (105 le domande provenienti dall’Italia e 444 quelle dall’estero) e dall’indirizzo in analisi e gestione dei beni culturali (547 domande).
“Negli anni – è intervenuto Pellegrini – si è delineato il profilo del dottorando di Imt: una serie di caratteristiche che lo rendono riconoscibile e che incidono anche sul processo di selezione, perché la commissione tiene conto di aspetti che rendono il candidato adatto al nostro sistema multidisciplinare”. Ad oggi, dopo 10 anni di attività, sono 217 gli studenti che hanno conseguito il dottorato di ricerca ad Imt: fra di loro spicca il nome del ministro Marianna Madia, mentre altri lavorano per istituzioni e aziende di rilievo nel panorama internazionale.
L’aumento delle richieste dai Paesi esteri che arriva in un momento delicato per la politica internazionale e delle migrazioni, sembra andare proprio nella direzione auspicata dai dirigenti dell’istituto. “Il fanatismo trae linfa proprio dall’ignoranza- ha dichiarato Pietrini- e la nostra mission è abbatterla. La vera dote del ricercatore è quella di custodire e al tempo stesso mettere in discussione il patrimonio tradizionale, chiedersi il perché delle cose. Per questo non facciamo alcuna discriminazione in base al colore della pelle o alla religione”.
Il posto privilegiato ormai conquistato dal corso di dottorato nell’universo accademico internazionale non esaurisce, però, il dinamismo della scuola nell’impreziosire l’offerta formativa: è infatti in corso di elaborazione un programma di master di primo e di secondo livello in grado di rispondere ad esigenze più prettamente locali. Si tratta di una specializzazione post-laurea più breve, della durata di un anno, caratterizzata da un taglio più professionalizzante e un legame più stretto con le aziende del territorio. La scorsa settimana il consiglio accademico ha approvato il regolamento di master, che venerdì prossimo dovrà ricevere l’avallo del consiglio direttivo e sarà attivo a partire dal prossimo anno accademico.

Jasmine Cinquini