Lucca, torna a soffrire il distretto calzaturiero

18 luglio 2016 | 09:34
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Lucca, torna a soffrire il distretto calzaturiero

In linea con l’andamento complessivo dei distretti italiani che nel primo trimestre 2016 sperimentano un lieve calo (-0,9%), i distretti tradizionali toscani registrano nello stesso periodo un’inversione di tendenza, seguendo una dinamica negativa (-1,8%) per la prima volta dal 2009. E a Lucca soffre quello della calzature con il -13%. Nell’analisi che emerge dal Monitor dei distretti della Toscana realizzato dalla direzione Studi e ricerche di Intesa Sanpaolo per Banca Cr Firenze, emerge che nei distretti del sistema agroalimentare consegue ancora ottime performance l’olio toscano (+22,8%), pari a 25 milioni di euro aggiuntivi di export, realizzando il miglior primo trimestre di sempre grazie al forte impulso delle esportazioni negli Stati Uniti.

Situazione di stasi, invece, per i vini del Chianti (+0,8%) dopo l’exploit del 2015 (+21,2%), mentre registra un progresso il florivivaistico di Pistoia (+3,1%) grazie al contributo del mercato francese (+9,3%, primo sbocco), turco (+43,4%) e svizzero (+6,9%).
Subiscono un arretramento sia la pelletteria e calzature di Arezzo (-48,9%) che il tessile e abbigliamento di Arezzo (-23,8%), e seguono una dinamica negativa anche le calzature di Lucca (-13,2%) e le calzature di Lamporecchio (-1,3%).
Nell’ambito del sistema moda seguono un profilo di crescita il tessile e abbigliamento di Prato (+8% beneficiando del buon andamento dell’export sul mercato europeo), la pelletteria e calzature di Firenze (+4,5%), che registra il miglior primo trimestre di sempre con 35 milioni di euro aggiuntivi di export, l’abbigliamento di Empoli (+4,2%).
Torna a crescere la concia e calzature di Santa Croce sull’Arno (+1,5%). Nel comparto rimane in territorio lievemente negativo l’oreficeria di Arezzo (-0,6%) a causa principalmente del forte regresso dell’export negli Emirati Arabi Uniti (-19,5%, prima meta commerciale) non compensato dai pur buoni risultati conseguiti in alcuni mercati emergenti (Hong Kong +14,8%, Turchia +22,2% rispettivamente secondo e terzo mercato di sbocco) e dal grosso impulso dell’export negli Stati Uniti (+64,9%).