
di Roberto Salotti
E’ una doccia fredda per i sindacati, ma per Snai si tratta di un piano di riorganizzazione che consentirà all’azienda, dopo le fusioni con Cogemat, Cogetech, Cogetech Gaming e Azzurro Gaming di tornare ad essere leader sul mercato e consolidare il patrimonio societario, dopo perdite ingentissime: quasi 250 milioni di euro negli ultimi 5 esercizi. Il piano, illustrato questa mattina (19 luglio) dall’azienda ai sindacati riuniti a Roma – solo per un contrattempo tecnico l’incontro non si è potuto svolgere a Lucca -, prevede complessivamente 90 esuberi, il 60% dei quali alla sede di Porcari, quella dove sono al lavoro 498 dipendenti su 720 totali. L’altro 40% riguarda le sedi di Roma e di Milano, dove potranno essere trasferiti altri 25 dipendenti in forza a Porcari. Ne arriveranno però altri 9 da Roma, nell’ambito dei movimenti generali che riguarderanno complessivamente 37 lavoratori. A questi numeri, vanno aggiunti anche i 16 contratti a tempo determinato che scadono a fine mese e che per le esigenze della riorganizzazione non potranno essere rinnovati.
Alla riunione hanno partecipato le rappresentanze sindacali, in particolare il segretario regionale della Fiom Cgil Massimo Braccini, delegato a coordinare per la sigla la trattativa con Snai e i colleghi Mauro Rossi e Massimiliano Bindocci della Filcams Cgil di Lucca, insieme a Narcisa Pellegrini, responsabile provinciale della Fim Cisl, in rappresentanza dei lavoratori di Porcari. Che ora, in attesa dell’assemblea con i lavoratori già programmata per domani (20 luglio), si definiscono “molto preoccupati”.
In realtà, l’azienda ha spiegato che il lungo lavoro di verifica dei conti e degli spazi di manovra per ridurre i costi industriali, hanno fatto in modo di ridurre ampiamente la forbice degli esuberi. La situazione finanziaria di Snai – ha spiegato l’azienda – era già compromessa prima che si arrivasse all’ipotesi della “joint venture” con Cogemat e Cogetech. La fusione ha permesso di ridurre i contraccolpi per il personale, che tuttavia dovranno comunque esserci. Ma l’operazione in corso e che sarà conclusa entro la metà di ottobre sarà in grado di rilanciare l’attività e consolidare il patrimonio, portando fuori dalla crisi il gruppo Snai.
Sul piano, comunque, ci sarà ancora modo di trattare. Sui numeri e le modalità in cui verranno dichiarati gli esuberi c’è ancora spazio per la mediazione, tanto che azienda e sindacati hanno già fissato un incontro il 28 luglio alla sede di Assindustria di Lucca per entrare nel merito del piano degli esuberi e dei trasferimenti.
Ma sarà soltanto la prima tappa, perché altri incontri seguiranno prima che il piano sia messo in atto, presumibilmente entro l’autunno. I sindacati hanno intenzione di chiedere comunque tutte le garanzie del caso, per assicurare gli ammortizzatori sociali ai dipendenti che dovranno essere licenziati. Si cercherà prima di tutto di verificare se ci sono lavoratori disposti alla “fuoriuscita volontaria”, poi si passerà alla definizione del numero esatto di esuberi. Che a Porcari, se non cambieranno le cose, potrebbe coinvolgere circa 54 lavoratori. Ma il numero è ancora, come è chiaro, approssimativo. I 16 contratti a tempo determinato, invece, sono distribuiti sulle tre sedi, ma la fetta maggiore anche in questo caso si trova alla sede di Porcari, in modo proporzionale al numero dei dipendenti. E’ quanto ha voluto sottolineare l’azienda, spiegando che non esiste “alcun accanimento” nei confronti dei lavoratori di Porcari. Che ora tornano, comunque, con il fiato sospeso.
I sindacati intanto dichiarano guerra: “E’ indispensabile che l’azienda garantisca fin da subito il ricorso agli ammortizzatori sociali”, chiosa Narcisa Pellegrini di Fim Cisl: “Questo piano ci preoccupa profondamente e ci auguriamo che nei prossimi incontri ne vengano chiariti ulteriori aspetti”. L’azienda, infatti, per il momento non è entrata nel merito di come verranno individuati gli esuberi: “Questa è una cosa fondamentale da capire al più presto – ha spiegato Massimiliano Bindocci di Filcams Cgil -: perché qui si sta parlando di persone e di famiglie. I numeri annunciati dall’azienda sono ben peggiori di quello che potevamo aspettarci: si sta parlando di un quarto della forza lavoro che Snai perderà. Per questo per quel che ci riguarda sono necessarie ora garanzie sugli ammortizzatori sociali. Riteniamo necessario che si comprenda la gravità del problema, ed il fatto che per noi il trasferimento dei non volontari ed il licenziamento sono procedure inaccettabili, le persone sono la vera risorsa dell’azienda, non si applica una logica dei tagli per risanare sulla carta i bilanci e magari poi rivendere”.