Vertenza Snai, Fiom: “E’ il momento delle soluzioni”

20 luglio 2016 | 12:34
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Vertenza Snai, Fiom: “E’ il momento delle soluzioni”

Snai, per la Fiom è il momento delle soluzioni. A dirlo è il coordinatore nazionale per il gruppo Snai, Massimo Braccini: “A seguito della presentazione del progetto di riorganizzazione del gruppo Snai – dice – e del conseguente drastico esubero di personale, riteniamo mettere in evidenza che da qui in poi inizia il confronto di merito tra organizzazioni sindacali ed azienda dove sono già calendarizzati ulteriori due incontri”.

“Durante i prossimi mesi – spiega il sindacalista – l’azienda si è impegnata a non procedere unilateralmente e non siamo all’interno di nessuna procedura formale di riduzione di personale, ovviamente siamo ben consapevoli della gravità della situazione, ma questo non vuol dire che non vi siano soluzioni alternative. Non è detto che quanto illustrato dall’azienda sia l’unico piano possibile, anzi, riteniamo che quel progetto debba risentire di una autonoma visione sindacale. Vi sono stati pesanti errori di gestione in passato, altrimenti non si spiegherebbe un indebitamento così cospicuo, però questo non giustifica che il prezzo della crisi e del risanamento la debbano pagare i lavoratori. Ecco perché crediamo che l’azienda abbia il dovere di costruire insieme a noi un piano alternativo che contempli la tutela dei livelli occupazionali. Il primo problema più impellente sono i 16 contratti a tempo determinato in scadenza laddove l’azienda ha messo in evidenza che non intende rinnovarli, così come bisogna analizzare meglio i trasferimenti per capire quali garanzie l’azienda può mettere a sostegno sulla base di eventuali lavoratori volontari, comprendere meglio gli intrecci delle stesse professionalità che vi sono tra le sedi di Milano, Porcari e Roma, ma non permetteremo che si utilizzi questo strumento per mettere in difficoltà i lavoratori”.
“Nel gruppo Snai – conclude Braccini – bisogna aprire una discussione seria sugli orari di lavoro, questo argomento diventerà dirimente nell’affrontare una discussione di questa complessità, tanto più se la si guarda nell’ottica di una riduzione generalizzata degli orari di lavoro accompagnata da specifici ammortizzatori sociali in alternativa ai licenziamenti. Crediamo che un piano di rilancio debba risentire anni per essere applicato e non possa avere come obiettivo solo la crescita di fatturato ed il profitto, ma deve anche continuare a garantire gli attuali livelli occupazionali e le importanti professionalità dei lavoratori che sono da ritenersi il vero valore aggiunto e l’unica condizione che possa garantire una prospettiva”.