
Uno sciopero di 8 ore, con un presidio in piazza Bernardini dalle 9 alle 12 davanti alla sede di Confindustria, in programma per domani (22 luglio): Fim Fiom e Uilm della Provincia di Lucca non arretrano di un centimetro nella battaglia per gli operatori del metalmeccanico. La nuova iniziativa (che va ad aggiungersi alle 12 ore di sciopero già fatte) è stata ufficializzata oggi (21 luglio) alla sede della Fim Cisl di Lucca, da parte di Narcisa Pellegrini (Fim Cisl), affiancata da Lamberto Pocai (Fiom Cgil) e da Giacomo Saisi (Uilm Uil).
Rinnovo del contratto nazionale, adeguamento salariale, contrasto alla cancellazione degli scatti di anzianità ed al riassorbimento del salario della contrattazione integrativa aziendale. Sono queste le principali richieste delle sigle sindacali, che denunciano un modus operandi del tutto inconsueto da parte di Federmeccanica, ferma sulle sue posizioni. “La trattativa sul contratto nazionale è arenata malgrado i 15 incontri già avuti – esordisce Pellegrini – perché Federmeccanica, in modo anomalo, ha proposto una sua piattaforma che non intende cambiare, senza considerare la nostra. In sostanza, vogliono escludere dagli aumenti salariali il 95% dei metalmeccanici e, come se non bastasse, intendono aumentare gli orari di lavoro. Non solo: la loro idea è quella di escludere i metalmeccanici dai diritti e dalle tutele di tutte le nuove forme di lavoro e di tutti i lavoratori degli appalti. Questo noi non possiamo accettarlo”.
La questione, annosa (l’ultimo contratto unitario risale al 2008, mentre quello nazionale al 2012, firmato soltanto da alcune sigle), interessa circa 9mila aziende tra Lucca e Provincia, per un totale di circa 15mila lavoratori tra Lucca e Piana. Il rischio paventato è enorme: “Federmeccanica – denuncia Saisi – vuole eliminare il contratto nazionale, mantenendo unicamente la contrattazione di secondo livello, che lega i salari alla produttività. Questo ovviamente non può verificarsi: viviamo già in una situazione in cui i lavoratori scelgono di rinunciare agli aumenti salariali per conservare il proprio posto di lavoro”.
L’obiettivo dello sciopero è molteplice: garantire il potere d’acquisto del salario per tutti i metalmeccanici; estendere la contrattazione di secondo livello ad ogni aspetto della prestazione lavorativa; qualificare le relazioni industriali su un moderno sistema partecipativo, per rilanciare una vera politica industriale; migliorare l’organizzazione del lavoro ed introdurre nuovi diritti di formazione, welfare e valorizzazione delle professionalità.
“Viviamo una situazione – ammonisce Pocai – in cui mentre la Garfagnana e la Versilia soffrono, Lucca e la Piana, specialmente con il cartario, sembrano non conoscere problemi. Tuttavia non è possibile pensare, in mancanza di studi e di una programmazione adeguata, che questo duri per sempre. Vi ricordate quanto fosse trainante il settore della nautica sino al 2008?”.
Gli scioperi di maggio e giugno hanno fatto registrare un’adesione pari all’85% e, affermano i sindacalisti, poiché Federmeccanica è riuscita a compattare il fronte di tutte le sigle, non è da escludere un autunno caldissimo, con lo scenario di un grande sciopero a settembre. “Coinvolgerebbe non soltanto i metalmeccanici – conclude Pellegrini – ma anche il pubblico impiego e la grande distribuzione. Quindi parliamo dei tre settori che non vedono rinnovato il contratto nazionale da anni. Attendere un aiuto dal Governo appare dunque impossibile e, ciò che più preoccupa, è la chiusura silente di storiche attività”.
Paolo Lazzari