
Vertenza Snai, si chiariscono i numeri e le strategie dell’azienda con sede a Porcari dopo l’annuncio degli esuberi e delle necessità di trasferimento emerse la scorsa settimana nell’incontro di Roma in cui l’azienda ha annunciato il proprio piano industriale dopo le fusioni con Cogemat, Cogetech, Cogetech Gaming e Azzurro Gaming. Oggi (28 luglio), infatti, si è riunito il tavolo tecnico all’Assindustria di Lucca, alla presenza dei rappresentanti sindacali di Fiom Cgil, Fim Cisl e Filcams Cgil per entrare maggiormente nel dettaglio del piano e capire eventuali margini per rendere meno gravoso dal punto di vista occupazionale un piano che, al momento, prevede 50 esuberi per la sede di Porcari e 25 trasferimenti verso altre sedi.
E’ soprattutto questo secondo numero che, in sede di trattativa sindacale, potrebbe ridursi drasticamente, almeno di un 15-20 per cento. Tutto, almeno per l’azienda, dipenderà dalle scelte volontarie dei dipendenti. Nel meccanismo complessivo degli spostamenti di sede dei dipendenti, una volta individuate le funzioni che ciascuna delle sedi avrà in futuro, infatti, chi deciderà di rifiutare il trasferimento potrebbe anche avere la possibilità di cambiare mansione, dopo un adeguato periodo di formazione. In sostanza qualora negli spostamenti venissero a mancare i “numeri” per ricoprire alcuni degli incarichi alcuni dipendenti potrebbero scegliere, per rimanere nella propria sede di attuale appartenenza, di rimanervi ma cambiando il proprio incarico in azienda.
E’ questa una delle principali novità emerse dall’incontro di oggi, che comunque, è bene ribadirlo, prosegue esclusivamente una prima fase ricognitiva da parte di aziende e sindacati, visto che non è stata avviata alcuna procedura di mobilità che renda in qualche modo effettivo quanto previsto nel piano industriale. A dirlo è il segretario regionale della Fiom Cgil, Massimo Braccini, delegato a coordinara il tavolo di trattative nazionale con Snai: “Si è trattato – dice Braccini – di un incontro pe dettagliare i numeri che erano stati manifestati nell’incontro di Roma. Ma questa continua ad essere solo una fotografia dell’esistente. Al di là degli eventuali spostamenti volontari, sul fronte dei trasferimenti o degli esuberi, per il momento sta tutto fermo nel senso che neanche l’azienda sembra avere intenzione di procedere con tempi forzati”. “Fare una fotografia – spiega ancora Braccini – non significa che quanto è stato detto è quello che succederà. C’è un piano di crescita e di investimenti da parte dell’azienda, ognuno potrà valutare, fra i lavoratori, se ci sono le condizioni mentre in via generale come sindacato valuteremo la necessità di mantenere in forze l’occupazione. Mi sembra che, in questo senso, da parte dell’azienda ci sia la volontà di proseguire nel confronto insieme a noi nella ricerca di soluzioni, compresa l’ipotesi di riqualificare personale per altre mansioni”. Braccini punta tutto, poi, sull’analisi degli orari di lavoro: “Valutiamo anche quello – dice – nell’ottica eventuale di ridurre gli orari di lavoro in alternativa agli esuberi. L’azienda, in passato, non si è mai confrontata su questo tema, e in questo senso serve anche uno spirito nuovo nei rapporti sindacali che siano adeguati a una realtà industriale quale è quella della Snai”. La criticità rimane, però, per i contratti a tempo determinato in scadenza: “Il problema resta – dice Braccini – e non c’è per ora una soluzione. Ma anche qui si dovrebbe provare a ragionare in un’ottica di gruppo e di provare a valutare quanto in futuro all’azienda possa essere utile un personale già formato e che ha acquisito alcune professionalità”.
Si attende ulteriori “aperture” dall’azienda Narcisa Pellegrini, coordinatore nazionale per la Fim Cisl del tavolo Snai: “Prendiamo atto della disponibilità dell’azienda – dice – a voler valutare un meccanismo compensativo degli spostamenti di sede dei dipendenti, volta ad individuare le funzioni che ciascuna delle sedi avrà in futuro. Ci è stato raffigurato uno scenario che prevede che, in caso di rifiuto al trasferimento, il lavoratore potrebbe avere, dopo un adeguato periodo di formazione, la possibilità di cambiare mansione. In sostanza qualora negli spostamenti venissero a mancare i “numeri” per ricoprire alcuni degli incarichi alcuni dipendenti potrebbero scegliere, per rimanere nella propria sede di attuale appartenenza, di rimanervi ma cambiando il proprio incarico in azienda, ciò al fine di ridurre l’impatto dei trasferimenti (25) annunciati. Solita disponibilità ce l’aspettiamo, quindi, anche per ridurre al minimo il numero drastico degli esuberi annunciati (57)”. “Come Fim Cisl Toscana Nord – prosegue Narcisa Pellegrini – riteniamo prioritario che al piano industriale sia affiancata l’attuale forza lavoro nel suo insieme. In fatto di esuberi, Porcari ha già pagato il suo prezzo, subendo, ob torto collo, le mancate riconferme dei lavoratori assunti a tempo determinato, 10 lavoratori che dall’1 agosto non avranno più un occupazione. Quanto rappresentatoci dall’azienda non può e non deve essere “prendere o lasciare”. È anche vero che da parte dell’azienda pare esserci la volontà di proseguire nel confronto sindacale per la ricerca di soluzioni il meno impattanti possibili compresa l’ipotesi di riqualificare personale per altre mansioni”. “Sindacalmente – conclude – perseguiremo ogni azione possibile tesa a ridurre al minimo gli esuberi, consapevoli che l’efficientamento e la produttività di un’azienda non si ottengono con i licenziamenti. Abbiamo il tempo per confrontare le diverse posizioni su come sviluppare il piano industriale e lo faremo” .
I passaggi concreti, comunque, si inizieranno a fare a settembre, quando sono già fissati gli appuntamenti del 7 settembre a Lucca e del 15 a livello nazionale. Rimangono comunque tre le ipotesi possibili, al momento, per i lavoratori, prima che si apra eventualmente la procedura di mobilità: uscire dall’azienda con incentivi all’esodo, chiedere volontariamente il trasferimento con incentivi anche in questo caso o, laddove ci sarà la possibilità, cambiare mansione per restare nella stessa sede ed evitare il trasferimento. Una cosa che sarà possibile solo se, dei 10 in predicato di trasferirsi da Roma a Porcari qualcuno deciderà di restare cambiando settore di lavoro. Tanti, insomma, non si muoveranno da Roma, quanti a Porcari potranno evitare il trasferimento nella capitale. Una opportunità in più che i lavoratori, in questa estate, saranno chiamati a prendere in considerazione.