Cgil, allarme economia. A Lucca bene i dati sull’occupazione

Campanelli d’allarme per l’economia toscana nel consueto focus della Cgil, che si addentra anche nei dati scorporati per provincia: “Le stime di luglio 2016 – dice la Cgil – costruite su dati Prometeia, ci danno un quadro dell’economia toscana in deciso e preoccupante rallentamento. Una perdita di potenziale di crescita che si legge su tutti gli indicatori dei conti economici e del mercato del lavoro. Le ragioni stanno essenzialmente nella debolezza intrinseca della fase ciclica che stiamo vivendo”.
“La piccola ripresa monitorata anche nella nostra regione – dice Cgil – non equivale ad una uscita dalla crisi (se mai ne usciremo…) ma ad un insieme di piccoli rimbalzi che mantengono la situazione compressa a bassi livelli. Senza un deciso sforzo degli organismi economici europei verso un massiccio piano di investimenti non sarà lo stop-and-go degli interventi congiunturali a risuscitare le nostre economie. Il dato, come sempre, più preoccupante è quello relativo agli investimenti che subiscono un forte rallentamento per il 2016: dal 1,7 per cento allo 0,9 per cento. E questa tendenza riduttiva si prolunga nelle proiezioni sugli anni successivi. Vengono riviste le prospettive di crescita anche per il Pil. Nella precedente stima per il 2016 si ipotizzava una crescita del 1,1 per cento, oggi la stima è dello 0,8 per cento anche qui con proiezioni in calo per i prossimi anni. Continua, anche se con ritmi non accelerati, la crescita dell’export toscano. Il settore che tira risulta essere sempre il meccanico. Assistiamo invece ad un leggera flessione delle esportazioni relative al Tessile abbigliamento calzaturiero (Tac) Relativamente all’andamento del mercato del lavoro, rispetto alla nostra precedente rilevazione, si riscontra un aumento del tasso di disoccupazione che passa dal 9,3% al 10,2% con una progressione di crescita che va avanti ormai dagli ultimi mesi del 2015. Contribuiscono a questa tendenza gli inattivi che crescono del 0,9%. Un debole incremento dell’occupazione non riesce a correggere comunque la situazione. Rallentano i flussi di ingresso nel mercato del lavoro. Nei primi cinque mesi del 2016 le assunzioni con contratto di lavoro subordinato decrescono di 35mila unità rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, con un calo del 9,6%. In un anno la quota del tempo indeterminato sul complesso delle assunzioni scende dal 34,6% al 25,7% mentre il lavoro a termine sale dal 60,6% al 68,6%. Stiamo quindi assistendo ad un fisiologico, e aspettato, riflusso degli avviamenti a causa della già descritta riduzione degli incentivi per l’occupazione. Aumenta vertiginosamente il ricorso ai voucher: 3.126.456 oggi contro i 2.087.273 dello stesso periodo del 2015 e i 1.104.624 del 2014. A complicarci la vita nella nota odierna sono anche i dati sulla Cig, che tende nuovamente a crescere, soprattutto nel settore meccanico, e quelli sui percettori di trattamento di disoccupazione ( Aspi, Naspi, ecc) crescono dai 116.886 del 2015 ai 122.400 di oggi”.
“La situazione di rapporti credito/imprese non presenta grandi miglioramenti – conclude Cgil – anzi si confermano le difficoltà già riscontrate nelle precedenti ucite. Gli unici due dati che meritano di essere evidenziati sono, da un lato la crescita dei depositi che non depone a favore della credibilità delle opportunità di investimento, dall’altro un abbassamento (da dover confermare nei prossimi mesi) del livello delle sofferenze. Quanto questo miglioramento sia un dato positivo o semplicemente la conferma che molte aziende insolventi sono uscite definitivamente dal mercato sarà oggetto delle prossime verifiche”.
I dati lucchesi
Secondo lo studio Cgil il livello del valore aggiunto reale nella provincia di Lucca è ancora in caduta, per il quinto anno consecutivo; addirittura nelle costruzioni la crisi dura ormai da sette anni; solo il settore dei servizi registra un +0,5 per cento rispetto al 2014. La debolezza della domanda interna si avverte anche dalla dinamica delle importazioni (cresciute di 260 milioni nel 2013) nettamente inferiore a quella dell’export (+440 fra 2014 e 2015, anche se la crescita dei consumi si stabilizza sull’1 per cento. La cassa integrazione (poco più di 2 milioni di ore, con una leggera prevalenza del metalmeccanico) è tornata nel 2015 a livelli inferiori a quelli dei 5 anni precedenti). Dopo l’impennata della disoccupazione nel 2014 (passata dalle 20mila unità del 2013 a 30mila persone circa), il 2015 è stato un anno di riallineamento del tasso di disoccupazione (sceso in un solo anno dal 17% all’11%; è tuttavia difficile che recuperi i livelli della metà del decennio scorso, quando Lucca presentava tassi inferiori alla media regionale, considerata anche la lentissima progressione delle unità di lavoro (che a fine 2016 difficilmente supereranno quelle del 2013), per non parlare dei livelli degli anni precedenti. Lucca è stata nel 2015 una delle province con migliori esiti sul piano degli incrementi degli avviamenti complessivi (+10%) e a tempo indeterminato (+103%). La ripresa dei mutui e degli “impieghi vivi” non denota una crescita diffusa del finanziamento degli investimenti; infatti gli impieghi crescono nel solo settore manifatturiero e continuano ad affrontare seri ridimensionamenti nelle costruzioni e nel terziario.