Snai, ultimatum dei sindacati: “Subito ammortizzatori”

I sindacati e con essi gran parte dei lavoratori mettono “fretta” alla Snai. Vogliono cioé che dopo l’annuncio del piano di esuberi e trasferimenti si raggiunga l’accordo sindacale per far partire le procedure per attivare gli ammortizzatori il prima possibile. Snai, invece, ha utilizzato gli ultimi mesi per lavorare alla procedura di fusione con Cogemat (con l’obiettivo anche di ridurre gli esuberi) e sondando la disponibilità di alcuni lavoratori alla fuoriuscita volontaria o al trasferimento e cambio di mansioni. I colloqui che sono stati fatti con alcuni dipendenti miravano a questo, a far presente delle possibilità, in presenza di un piano di riduzione del personale che comunque sia presto o tardi arriverà alla sua fase attuativa.
Ma questo è stato visto dai sindacati come un tentativo “di fare da sé”. Ed è per questo che oggi (3 ottobre) arriva “l’ultimatum”. “Il tempo dei rinvii è scaduto” è l’appello dei sindacati Fiom Cgil e Fim Cisl a Snai, al termine della nuova mobilitazione che si è consumata nel pomeriggio davanti ai cancelli della sede di Porcari dell’azienda. “Vogliamo certezze, i lavoratori le vogliono”, tuona Massimo Braccini, segretario regionale della Fiom e delegato nel coordinamento nazionale della vertenza Snai: “L’azienda non può continuare ad agire come ha fatto nelle ultime settimane, pensando forse di poter risolvere la crisi da sola – afferma -: allora, adesso diciamo: la crisi c’è o non c’è? A noi pare proprio che ci sia, e invitiamo fermamente l’azienda ad avvalersi del tavolo aperto con i sindacati. In ballo c’è il futuro dei lavoratori e ci sono tutti quanti gli strumenti a disposizione per evitare il peggio. Se c’è da aprire una procedura, la si apra immediatamente”.
E’ quello che Braccini ha detto anche oggi durante l’ora di sciopero con assemblea dalle 15 alle 16. Una mobilitazione a cui hanno aderito le sigle dei metalmeccanici ma non la Rsa della Filcams Cigl. “E’ chiara e diffusa – spiegano sia Fiom che Fim – la consapevolezza che si sia di fronte ad un atteggiamento scorretto che rasenta l’attività antisindacale: i lavoratori hanno eletto una loro rappresentanza proprio perché non vogliono essere lasciati soli di fronte alla direzione aziendale in una posizione di evidente e di netta disparità. Questo è il punto vero della questione con cui Snai deve fare i conti piaccia o non piaccia”.
Tra i lavoratori c’è un sentimento di stanchezza unito alla forte preoccupazione. Dopo luglio, con l’annuncio degli esuberi, sono seguiti altri confronti con i sindacati ma un accordo non è ancora stato firmato. L’azienda, è stato spiegato, ha utilizzato questo tempo per lasciare aperta la “finestra” ai lavoratori per decidere se accogliere o respingere le ipotesi di trasferimento che poi verranno formalizzate al tavolo dei sindacati, contestualmente all’apertura delle procedure per eventuali ammortizzatori sociali, dalla solidarietà alla mobilità è ancora da valutare. Il prossimo confronto con l’azienda è fissato al 10 ottobre prossimo. Al mattino è convocato il tavolo con i sindacati, che si svolgerà stavolta a Firenze. “In quella sede ci aspettiamo che si discuta concretamente e si entri nel merito delle scelte”, spiega ancora Pellegrini della Fim Cisl.