


Sindacati e lavoratori tornano a protestare in Prefettura per dire “stop agli appalti al ribasso” e rivendicare garanzie salariali più solide. Questa mattina (7 ottobre) una delegazione di Filcams Cgil Lucca e Fisascat Cisl Toscana Nord Ovest, accompagnata da decine di lavoratori infervorati, è stata ricevuta a palazzo Ducale per l’ennesimo incontro sul tema degli stipendi. Le problematiche sono sempre le solite: ritardi nei pagamenti e tagli alle ore di lavoro, che nel tempo, nonostante le promesse, non hanno fatto che aggravarsi.
Al centro della polemica le aziende Global Service, vincitrice dell’appalto per le pulizie di Poste italiane e Iccs Firenze, responsabile delle pulizie nelle caserme dei carabinieri, che ormai da diversi mesi – denunciano i sindacati – non pagherebbero puntualmente ed interamente i dipendenti, attirando a sé critiche di sfruttamento da parte dei sindacati.
“Le persone, per la maggior parte donne, fanno molto affidamento su questi soldi per sopravvivere – spiega Giampiero Guidi, rappresentante della Fisascat Cisl Toscana Nord- non chiediamo niente che non dovrebbe già essere garantito dai contratti. Questa situazione è diventata ormai insostenibile: decine di madri pur facendo due-tre lavori stentano ad arrivare a fine mese perché quella manciata di ore non pagate risultano indispensabili per il bilancio della famiglia. Il problema di fondo è che gli appalti vengono vinti da aziende che offrono scarse garanzie. Già nel mese di marzo era stato sottoscritto un verbale in cui le aziende si impegnavano ad assicurare una maggior regolarità nei pagamenti, ma ci troviamo ancora a dover gestire gli stessi problemi”. Quello di stamani sarebbe già il quinto colloquio con il Prefetto, cui sono stati invitate a partecipare anche le ditte responsabili delle pulizie alle Poste e nelle caserme dei Carabinieri: quest’ultima non si sarebbe però mai presentata.
La questione riguarda circa 40 addette alle pulizie delle Poste su Lucca, 10 per il Comune di Capannori e 10-15 per le caserme dei carabinieri. In tutti i casi si tratta di cifre perlopiù esigue, considerando che la media per persona è di 9 ore settimanali (per 7 euro all’ora), ma c’è chi addirittura ha subito tagli pesanti fino ad arrivare a due ore a settimana di lavoro. Tutte le lavoratrici sono assunte con contratti regolari. “Molte di noi hanno ricevuto il pagamento del mese di agosto ad ottobre- racconta Grazia Marangi, addetta alle pulizie nelle caserme dei Carabinieri per Iccs – spesso capita che manchino delle componenti nello stipendio e ad una collega di recente non è stata pagata una settimana di malattia”. L’appalto delle ditte, già prorogato di un anno, finirà a dicembre. Per il futuro sindacati e lavoratori chiedono una maggior serietà nell’assegnazione, accertando la solidità e la serietà delle aziende, nell’interesse della tutela dei diritti fondamentali dei lavoratori. “E’ giunto il momento di dire basta – tuona Maria Domenica Trillo, addetta alle pulizie delle Poste per Global Service -: loro dicono che le pulizie sono essenziali, noi riteniamo che allo stesso modo, se non di più, lo siano gli stipendi. Finchè non cambierà la legge sugli appalti rimarranno gli stessi problemi, gli ultimi dieci anni sono stati disastrosi e adesso siamo toccando il fondo”. “Sono venticinque anni che faccio questa vita- aggiunge la collega Salvina Messina- ma non ci sto più: chiediamo i nostri diritti, non intendiamo più rimanere fermi a farci prendere in giro. Se vogliono le pulizie devono pagare. Basta appalti al ribasso, noi vogliamo lo stipendio che ci spetta”. Per il momento la protesta è ancora nella fase di raffreddamento e di conciliazione delle controversie prevista dalla legge: la prossima mossa, come confermato dalle stesse lavoratrici e dai sindacati, potrebbe essere lo sciopero.