Snai, 95 lavoratori verso la cassa integrazione

11 ottobre 2016 | 15:01
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Snai, 95 lavoratori verso la cassa integrazione

Il piano degli esuberi è confermato e per 95 lavoratori la Snai si appresta ad attivare le procedure per la cassa integrazione già a novembre, quando sarà completata la fusione del gruppo con Cogemat. Una procedura che soltanto a Porcari coinvolgerà circa 64 dipendenti (altri 13 sono gli esuberi individuati per la sede di Milano, altri 18 a Roma). Al momento, infatti, spiragli per prevedere altri ammortizzatori sociali non ci sarebbero anche se i sindacati puntano a strappare a Snai un accordo per arginare in parte i licenziamenti, sfruttando i contratti di solidarietà.

E’ questa la novità emersa dall’incontro che Fiom Cgil e Fim Cisl hanno tenuto ieri a Firenze con i vertici dell’azienda. Un confronto servito a fare il punto sul piano degli esuberi dopo che sono naufragati i tentativi di proporre trasferimenti o fuoriuscite volontarie dei lavoratori. Il prossimo 9 novembre, data in cui è stato fissato il nuovo appuntamento della trattativa, si dovrebbe entrare nel merito del piano, mentre l’azienda ha inteso rassicurare sul fatto che nell’arco del prossimo mese saranno prese le iniziative necessarie per aprire la procedura.
“Non possiamo dirci soddisfatti – spiega il segretario regionale della Fiom Cgil, Massimo Braccini -: siamo pronti a dare battaglie, ma a questo punto è necessario che Snai tenga fede agli impegni presi per l’attivazione degli ammortizzatori sociali. L’azienda propone la cassa integrazione, noi faremo il possibile per far attivare i contratti di solidarietà, per ridurre il numero di esuberi”.
L’ultimo capitolo della vertenza ha fatto crescere nei lavoratori preoccupazioni e rabbia e la tensione è salita di nuovo nel corso delle assemblee sindacali che si sono svolte tra le 12 e le 13 e tra le 15 e le 16 di oggi. Un confronto convocato dalle sigle per aggiornare i dipendenti sull’ultimo incontro con l’azienda che tuttavia si è svolto all’insegna dei maldipancia. A spiegarlo è il segretario provinciale di Fiom, Mauro Rossi: “Il tema di mantenere corrette e responsabili relazioni sindacali non è evidentemente una priorità per la direzione aziendale di Snai. Con una mail indirizzata alla Rsu l’azienda – spiega Rossi – ha comunicato che l’assemblea convocata per oggi, per aggiornare i lavoratori degli esiti dell’incontro di lunedì 10 ottobre, doveva ritenersi non retribuita perché il monte ore previsto dal Contratto si è esaurito. Non è questo il comportamento che ci si dovrebbe aspettare da parte di una società dell’importanza di Snai se si pensa, oltretutto, che le ore di assemblea sono finora state utilizzate per seguire una vertenza così importante come quella attuale, che riguarda la volontà di licenziare 95 persone e che si sta protraendo da tempo perché l’azienda ha sempre procrastinato le risposte alle domande da noi e dai dipendenti poste. Dello stesso tenore consideriamo il preavviso dato circa l’imminente esaurirsi dei permessi spettanti alla Rsu per seguire la trattativa”.
“Tutto questo – fa eco il segretario regionale Braccini – non aiuta a mantenere un clima sereno in una fase così delicata della trattativa”.
“Mai, in nessuna delle tante aziende con cui abbiamo affrontato momenti di difficoltà o vere e proprie crisi – riprende invece Mauro Rossi -, abbiamo riscontrato comportamenti analoghi. Abbiamo purtroppo capito che il modello di relazioni che ha in mente l’azienda è quello dei rapporti diretti con il personale che scavalca il sindacato e i rappresentanti democraticamente eletti dalle lavoratrici e dai lavoratori, ma che si potesse arrivare a tanto francamente non ce lo aspettavamo. Sappia comunque Snai che non ci piegheremo a questo modello e che le lavoratrici e i lavoratori hanno perfettamente capito cosa c’è in ballo e vogliono essere protagonisti della vertenza, in tutte le sue tappe, e rifiutano il tentativo aziendale di dividerli. Ne è una riprova importante il consistente numero di lavoratrici e di lavoratori che hanno comunque voluto essere presenti alle assemblee che si sono svolte, retribuite o non retribuite che fossero”.
Ma in ballo, secondo i sindacati, non ci sono soltanto i posti di lavoro: “C’è una partita ancora più grande e che è ancora tutta da costruire – spiega Braccini -: l’azienda deve ancora spiegarci quale sarà il futuro di Snai, in particolare a Porcari, quando sarà attuato il piano dei licenziamenti”.
L’azienda, dal canto suo, ha spiegato nel corso degli incontri con sindacati, che la volontà è quella di mantenere gli standard e i livelli qualitativi nella sede di Porcari e di avere l’unico obiettivo di rilanciarne l’attività. A questo, nelle intenzioni, serve la fusione con Cogemat, attraverso cui Snai punta a risolvere lo stato di crisi finanziario.