Seminario alla Cavallerizza: Lucca eccellenza per il turismo

Lo spazio congressuale della Cavallerizza di piazzale Verdi questa mattina (13 ottobre) è stato punto di incontro regionale per un seminario sulle politiche di sviluppo in ambito turistico e commerciale. Un momento che ha evidenziato la capacità di Lucca di attrarre finanziamenti e di trasformarli in infrastrutture e servizi per uno sviluppo sempre più integrato.
Ha aperto i lavori Albino Caporale, direttore delle attività produttive della Regione: “Il territorio è parte attiva per lo sviluppo. Certo, occorre una strategia nazionale, senza che le competenze espresse dal locale vengano disperse. Non sto parlando di favorire l’interventismo, ma di permettere una governance di settore per comprendere, insieme, in che direzione vogliamo andare. Come ente pubblico dobbiamo decidere fin dall’inizio dove investire, come un imprenditore. È necessaria – conclude Caporale – l’integrazione delle politiche, soprattutto nel turismo, per fare in modo che l’offerta culturale si agganci a quella ricettiva, specie in concomitanza di grandi eventi”. Francesco Palumbo, direttore generale del turismo del Mibact, ha illustrato l’iter che ha condotto alla realizzazione del piano strategico nazionale del turismo, settore che ha un impatto sull’occupazione più alto del 12 per cento. “È un piano che è stato condiviso con gli operatori, con le amministrazioni centrali, anche attraverso le piattaforme web e i social network, con le associazioni e i sindacati del turismo. Per sua natura il turismo è un settore trasversale e abbiamo scritto il piano, che ha valenza di 6 anni, con 7 ministeri, ciascuno con i suoi obiettivi. Il lavoro avviato con le Regioni è volto a individuare una mappatura dell’offerta, per fare sistema complessivo di quello che possiamo essere nel mercato del turismo, che non è solo promozione del territorio, ma è un settore occupazionale serio che necessita politiche precise. Sostenibilità, innovazione e accessibilità – prosegue Palumbo – sono i tre assist sui quali costruire una governance efficace per la competitività. Conservazione e valorizzazione vanno di pari passo: non ha significato un’area archeologica di per sé se non è accompagnata da qualcosa che la restituisca alla contemporaneità. Abbiamo demonizzato, nella pubblica amministrazione, il ricorso all’uso di consulenti, ma ne abbiamo bisogno soprattutto in questo settore: la verità – conclude il direttore del ministero – è che nel tempo spesso non siamo stati capaci di tradurre in termini operativi gli esiti delle consulenze richieste”.
La parola è poi passata a Paolo Bongini, dirigente del settore infrastrutture per le attività economiche e produttive della Regione Toscana, che ha evidenziato – dati alla mano – l’eccellenza rappresentata da Lucca per le infrastrutture che qualificano i servizi di informazione e di accoglienza, che valorizzano l’offerta ambientale e culturale, la ricettività collettiva e l’offerta termale “ma anche l’espositivo e il congressuale: non a caso ci troviamo qua a parlare, in questo spazio recentemente restaurato e riqualificato”. Per Bongini, fondamentale nel procedimento del lavoro sarà l’agire di squadra: “La recente finanziaria evidenzia che per tanti settori ci sarà bisogno, visti i minori trasferimenti che avremo, di creare sinergie”.
Anche il sindaco di Lucca, Alessandro Tambellini, è intervenuto per rafforzare le affermazioni di Bongini: “Il tema dei beni culturali, in relazione al turismo, dovrà essere affrontato in una prospettiva di sistema. Non è più sufficiente avere il bel monumento: è necessario certo, ma non basta. Le nostre possibilità diverranno migliori se sapremo creare le condizioni per dare un alto servizio, integrato tra offerta culturale, paesaggistica, di ospitalità, di enogastronomia. La Francigena ha possibilità di sviluppo nazionale, se sapremo creare una sistematicità che diventi attrattività. Il turismo del paesaggio – continua il sindaco – la cura della natura e dell’attività umana che l’ha plasmato, è un punto di forza per lo sviluppo della nostra regione. Non possiamo ragionare solo in termini conservativi: i diversi apparati museali dovranno dotarsi di nuove tecnologie che possano aiutarli a costruire una narrazione attuale”.
Chiara Agnoletti dell’IRPET ha poi evidenziato il ruolo del commercio nella vivibilità e qualità della città: “Rappresenta il 14 per cento dell’occupazione in Toscana, dove soprattutto i piccoli esercizi sono una realtà molto diffusa. Le politiche regionali per i centri commerciali naturali – aree urbane omogenee dove amministrazioni, associazioni, imprese che si coalizzano per valorizzare le risorse del territorio – e per le aree mercatali contano in totale 234 interventi per un investimento sulla qualificazione della infrastrutture pari a 142 milioni di euro”.
Sono seguite le illustrazioni dei progetti attivati in Toscana, anche attraverso investimenti europei, che costituiscono esempi di buone pratiche. Tra queste, l’esperienza (che prenderà il via ufficiale il prossimo 22 ottobre) del museo multimediale della via Francigena di Lucca allestito alla Casa del Boia e organizzato in un sistema che comprende anche lo spazio ristoro della vicina casermetta del Salvatore.
A chiudere i lavori del seminario Stefano Ciuoffo, assessore alle attività produttive della Regione Toscana: “Se vogliamo mantenere l’identità della Toscana dobbiamo tutelare tutte le esperienze diverse che la caratterizzano. Penso ai centri commerciali naturali, che richiedono interventi di riflessioni complessive, di urbanistica, turismo e attivazione della comunità locale”.
Gli investimenti in cifre
Oltre 700 interventi, realizzati tra il 2008 ed il 2016, per un totale di più di 300 milioni di contributi a enti locali, università o enti di ricerca per dotare la Toscana di opere pubbliche e infrastrutture a supporto dello sviluppo del territorio. Durante i lavori della giornata, sono stati resi noti alcuni dati significativi e puntuali sugli investimenti affrontati in ambito produttivo e di ricerca. Sono 291,4 i milioni di euro attivati nel periodo 2008-2016, a fronte dei 174,7 milioni di contributi regionali messi a disposizione di 124 soggetti beneficiari (in gran parte enti locali e soggetti pubblici) per un totale di 229 interventi relativi alla realizzazione e qualificazione di aree per insediamenti industriali e attività produttive, infrastrutture per il trasferimento tecnologico (direzione nella quale sono andati la maggior parte degli investimenti), laboratori e incubatori di impresa. Il contributo regionale medio è stato del 60 per cento circa.
Nella ripartizione dei dati per provincia, si evidenzia che la quota maggiore del contributo è andata a Pisa (23,7 per cento, pari a 41,4 milioni di euro), ma Lucca segue con una percentuale di poco inferiore del 22 per cento, pari a 38,7 milioni di euro. Terzo posto per la nostra città, a livello regionale, per la percentuale di quota del contributo (70 per cento) destinata a interventi per il trasferimento tecnologico, preceduta in questo caso da Siena e Firenze. Ad oggi risulta completata quasi la metà degli interventi totali; l’altra metà circa è in fase di realizzazione.
Nel periodo 2008-2015, nel settore del turismo, sono stati attivati investimenti per 94,8 milioni di euro, grazie ad un contributo regionale di 47,4 milioni per ben 115 progetti. L’intervento regionale si è concentrato su sette principali tipologie di infrastrutture: valorizzazione del patrimonio ambientale e culturale, informazione e accoglienza turistica, offerta espositivo-congressuale, ricettività collettiva (ostelli, rifugi, ecc.), strutture termali, impianti di risalita, strutture per la nautica da diporto. In questo settore Lucca è in testa per la ripartizione delle risorse, avendo intercettato un investimento di 23,2 milioni di euro. Nel commercio gli investimenti ammontano a 142,7 milioni, resi possibili con 61,4 milioni di contributi provenienti dalla Regione (234 i progetti). Il contributo regionale incide per circa la metà sul costo di ciascun intervento. Secondo una ricerca Irpet, che ha studiato gli effetti che gli interventi attuati con finanziamenti comunitari e regionali hanno avuto sulle condizioni di esercizio delle attività commerciali sia organizzate nella forma di centro commerciale naturale sia di quelle operanti in aree mercatali, in Toscana l’incidenza del commercio sul valore aggiunto è dell’11,2 per cento, di poco superiore alla media nazionale. Un recente rapporto indica 142 centri commerciali naturali attivi e 33 inattivi o a bassa attività: sono perciò 175 quelli costituiti, presenti in 127 comuni della Toscana. I progetti finanziati in questo ambito sono stati 176, con un investimento totale di 93,3 milioni di euro e un contributo regionale di 39,8 milioni, di cui 5,6 indirizzati a Lucca.