La Toscana nel mondo: il 2016 anno difficile per l’export

19 ottobre 2016 | 06:20
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La Toscana nel mondo: il 2016 anno difficile per l’export

Non è di conforto lo studio effettuato da Intesa San Paolo sulla situazione dell’export in Toscana. Anche il primo semestre del 2016 accusa mediamente un calo delle vendite fuori confine soprattutto verso il Sud America e il Medio Oriente. A risentire soprattutto del colpo è la zona di Arezzo dove crollano tessile e abbigliamento. Crolla anche il manifatturiero del settore calzature e l’oro subisce un sensibile calo nelle esportazioni. In totale l’export denuncia un calo nazionale, rispetto al precedente periodo, di un ulteriore 1,7%. Certo tiene, anzi registra un incremento, l’olio toscano e la pelletteria fiorentina. Anche l’abbigliamento a Prato, storica patria del tessile, registra dei risultati positivi, appena sufficienti però a coprire il crollo negli altri settori, come il lapideo, sia grezzo che lavorato. Comunque, a sentire le dichiarazioni del direttore generale della Cassa di Risparmio fiorentina, di fatto il prodotto fiorentino tiene sul mercato e pone la Toscana ad un livello più che dignitoso. Quindi per invertire la rotta basta davvero poco. Magari avviando processo di formazione mirata a migliorare la presenza sui mercati internazionali.

Avvio ai mercati internazionali
È dunque ancora una volta un problema di formazione? magari non è solamente questa la causa, ma sicuramente una più adeguata conoscenza dei sistemi per avventurarsi sul mercato globale potrebbe fare la differenza e invertire la rotta dei comparti in sofferenza. Alcuni di questi comparti, proprio perché molto sicuri della bontà reale del loro prodotto, hanno trascurato l’immagine internazionale pensando che per loro non fosse necessaria, ma la cruda realtà del mercato ha dimostrato che non è esattamente così. Oggi esistono aziende, e iniziative specializzate, nate proprio per aiutare le ditte che hanno difficoltà nell’export. Mestiere Impresa ad esempio, un’iniziativa di Bnl Gruppo Bnp Paribas realizzata per aiutare i professionisti e le piccole e medie industrie, dà l’opportunità a chi si iscrive al programma di avere un sostegno specifico per risolvere diversi problemi, compresa una specifica consulenza per l’internazionalizzazione. Le complicazioni amministrative e burocratiche legate ad una eventuale espansione di un’attività produttiva e commerciale all’estero possono essere abbastanza gravi e difficili da risolvere, per questo motivo viene consigliata l’assistenza e il supporto di consulenti esperti.
Intanto anche l’Istat rileva il deficit toscano nelle esportazioni, puntando il dito su un altro settore d’elité e di grande qualità come la nautica. Nello spaccato, presentato dall’Istituto statistico, è giusto comunque rilevare che la nota negativa riguarda principalmente l’Asia e il Sud America. Tiene bene invece l’export verso l’Europa in genere e verso il Nord America, dove i prodotti toscani continuano ad essere acquistati grazie all’onda lunga della fama di manufatti di classe qualitativa superiore. E vanno bene anche i comparti classici, come l’agroalimentare e il vivaistico. E va bene anche il settore della meccanica strumentale, grazie alla competenza dell’ingegneria italiana. Insomma ci sono ancora settori che dimostrano energia e buona salute, ma questa non può e non deve essere la scusa per non riqualificarsi e presentarsi, sul settore internazionale, con delle strategie adeguate alle esigenze del mercato globale.