
Ha avuto spazio anche a margine della presentazione del documento programmatico previsionale 2017 della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca la polemica, innescata da un blog nazionale, Italia.co, sul possibile arrivo come professore della Scuola di Alti Studi Imt di uno dei figli del presidente della Fondazione Crl Arturo Lattanzi.
Lattanzi è amareggiato, personalmente e per le ricadute negative che questa vicenda potrebbe avere sulla scuola: “Il gossip su questa vicenda – ha commentato – ha fatto male a me e, sopratutto, a Imt”.
“La Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca – ricorda Lattanzi – assieme ad altri enti fondò a suo tempo, nel 2014, Flafr, la Fondazione di alta formazione e ricerca, poi nacque Imt con università pubblica dove c’è anche l’intervento del privato. Laddove Flafr è una società di diritto privato, Imt è scuola pubblica con le su regole e regolamenti”.
“La Fondazione Crl e Flafr agiscono insieme – prosegue Lattanzi – come enti di diritto privato, per assicurare un futuro di espansione e solidità alla scuola. Una cosa però deve essere chiara: Imt è un’università pubblica e, in quanto tale, il consiglio accademico è chiamato a seguire le normative nazionali, dettate dal ministero, per poter fare nuove assunzioni. Non possono assumere perché gli sta simpatico qualcuno: devono stabilire un settore di riferimento, fare una commissione al ministero e poi emanare un bando. Ora, non posso farci nulla se ho un figlio che fa l’avvocato ed uno che è professore associato a Pisa (Nicola, il diretto interessato): portano il mio cognome, ma fanno le loro scelte di vita. Magari se Nicola fosse stato un macellaio non si sarebbe posto il problema: ma è un professore associato di economia aziendale all’Università di Pisa, ha l’abilitazione e tutti i requisiti per partecipare ad un eventuale concorso, se vuole, e farà quello che ritiene più opportuno per sè. Ripeto: le insinuazioni di questi giorni avrebbero fatto star male chiunque, ma la cosa più grave è che gettano ombre su una scuola che è un’eccellenza per la città e non se lo merita”.
In questo senso Lattanzi lancia un monito: “Sapete che Imt è un’università prestigiosa, una delle poche con i conti in regola ed ha ottenuto riconoscimenti non di poco conto a livello nazional e non solo. Ma è ancora piccola e non vorrei che attirasse l’interesse di qualche realtà più grande, pronta ad incorporarla”.