Confesercenti: Comics, va messo un freno ai temporary

3 novembre 2016 | 10:35
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Confesercenti: Comics, va messo un freno ai temporary

Ai Comics serve un’offerta ancora più ampia e articolata e deve cominciare subito un percorso per “arginare” il fenomeno dei temporary store “che danneggia la manifestazione e la città”. A dirlo è il presidente di Confesercenti, Alessio Lucarotti che commenta l’edizione dei 50 anni appena mandata in archivio. “Anche quest’anno – dice – esprimiamo grande soddisfazione per l’ottimo successo della manifestazione da tutti i punti di vista, organizzativi, di presenze e della qualità delle proposte culturali”.

“Prima di tutto un grande plauso agli organizzatori – sottolinea Lucarotti – che hanno saputo gestire a livelli così alti un impegno complesso, gravoso ed esteso. Un’edizione particolare, quella appena chiusa, sia per la ricorrenza del cinquantenario, sia per la codirezione e il conseguente avvicendamento tra due generazioni di direttori, quella di Renato Genovese che con la sua direzione ha saputo trasformare la manifestazione nella magnifica macchina da divertimento che oggi conosciamo e quella di Emanuele Vietina che raccoglie il testimone della responsabilità più alta dopo aver consolidato il ruolo di Lucca Games all’interno dell’universo immaginifico lucchese. Una direzione a due il cui esito non era scontato ma che alla fine ha evidenziato tutta la forza e la sintonia di un gruppo consolidato sul campo in anni di lavoro. Un ringraziamento particolare va all’organizzazione, all’amministrazione lucchese e a tutte le forze dell’ordine anche per il livello di sicurezza e vivibilità della città riscontrati in questi giorni, aspetto non scontato visti i picchi di presenze registrate. La disposizione logistica della manifestazione, con l’ampliamento delle zone coinvolte, ha colto nel segno di rendere più fruibile l’evento nel suo complesso”.
“Grazie alla manifestazione – prosegue Lucarotti – Lucca ha raggiunto una visibilità e una riconoscibilità internazionale mai raggiunte precedentemente. La nostra città è largamente apprezzata e conosciuta non solo dal pubblico di appassionati italiani e internazionali che ogni anno tornano a viverla nei giorni del Festival, ma è sempre più meta di momenti di confronto del mondo business che sceglie Lucca per meeting e convention tra i propri manager. Ne è un caso esemplare il Business Meeting dei top manager mondiali che Namco ha volute svolgere a Lucca. Questo aspetto deve essere colto in tutte le sue potenzialità. Se è vero che Lucca può aspirare ad una appetibilità di città congressuale significativa, è altrettanto vero che la nostra città soffre di notevoli carenze strutturali – soprattutto sotto il profilo della ricettività e dei collegamenti infrastrutturali – che ne limitano il potenziale. Se Lucca esercita una particolare fascinazione grazie all’offerta culturale di qualità e al suo contesto storico-artistico dobbiamo rispondere organizzativamente a questo stimolo in modo adeguato. A questo proposito ci chiediamo che fine abbia fatto il Convention Bureau della nostra città”
Ma non manca il capitolo criticità. “Come già avevamo avuto modo di sottolineare per le passate edizioni, i Comics richiamano non solo migliaia di spettatori ma anche semplici appassionati o curiosi che si riversano in città per prendere parte alla magia dell’evento, pur senza acquistare i biglietti per entrare negli stand. Anche questo aspetto merita di essere approfondito, per cercare di soddisfare al meglio le necessità e le aspettative dei vari tipi di visitatori. La sfida del prossimo futuro sarà proprio quella di saper costruire un’offerta più complessa e articolata, sia sotto il profilo ricettivo sia sotto il profilo culturale, per sfruttare al meglio tutte le potenzialità che la manifestazione può offrire”.
“Un’ultima riflessione meritano i temporary store – conclude Lucarotti -. Il fenomeno, per come oggi si manifesta, rischia di recare un danno alla città e alla manifestazione stessa, andando a colpire i commercianti tradizionali e gli introiti diretti della manifestazione. Che ci sia una grande appetibilità degli spazi commerciali fuori degli stand è indubbio, occorre fare una riflessione su quale modello di business possa essere applicato per portare vantaggio al tessuto economico cittadino e all’organizzazione, venendo incontro ad una richiesta di mercato che negli anni è cresciuta e non è più trascurabile”.