Snai, altre 24 ore di sciopero contro gli esuberi

4 novembre 2016 | 10:57
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Snai, altre 24 ore di sciopero contro gli esuberi
Snai, altre 24 ore di sciopero contro gli esuberi
Snai, altre 24 ore di sciopero contro gli esuberi

Torna alle stelle la tensione tra i lavoratori Snai e l’azienda. Il braccio di ferro è destinato ad andare avanti ad oltranza e i rapporti si sono inaspriti dopo le notizie della volontà di trasferire la sede legale di Snai da Porcari a Milano. I dipendenti, riuniti stamani (4 novembre) in una assemblea fiume con i sindacati, hanno approvato un pacchetto di 24 ore di sciopero da attuarsi da qui al prossimo 21 novembre, data a cui è stato rinviato il confronto fra azienda e sindacati sul piano di oltre 90 esuberi, di cui 64 a Porcari (Leggi). I dipendenti hanno deciso di incrociare le braccia per le prime quattro ore già oggi: lo faranno di nuovo per l’intera giornata del 9 novembre, data in cui è in programma anche un corteo verso la sede del Comune di Porcari.

Questo il mandato dato dai lavoratori ai rappresentanti sindacali, che attaccano: “Snai non si illuda – dicono -: non accetteremo di sottometterci alle sue volontà. La situazione di cristi che stiamo vivendo può e deve essere risolta con il contributo di tutti, ma non accetteremo licenziamenti. Ci sono strumenti legislativi che possono essere usati per evitare gli esuberi e noi pretendiamo che vengano usati”.
I sindacati Fim Cisl e Fiom Cgil aveva già avanzato la proposta di ricorrere ai contratti di solidarietà, in modo che non fosse necessario a procedere con i licenziamenti ma al momento la strada privilegiata dall’azienda, che nel frattempo ha completato le operazioni di fusione con Cogemat, sembra essere quella del ricorso alla cassa integrazione anche se le decisioni saranno formalizzate nel tavolo con i sindacati. Che in questo braccio di ferro si schierano dalla parte dei lavoratori.
“L’atteggiamento arrogante della direzione aziendale – spiegano le Rsu – non può più essere accettato. Non si può tollerare che quanto detto durante gli incontri venga smentito con i fatti il giorno dopo. Fin dall’inizio l’azienda ha cercato di scavalcare il confronto ed il rapporto con la Rsu e le organizzazioni sindacali. Ha pensato – prosegue la nota – di poter instaurare rapporti diretti con i singoli lavoratori”.
Nel mirino finisce però anche la decisione di trasferire la sede legale a Milano: “La direzione – spiegano i lavoratori – aveva garantito che non ci sarebbero state azioni unilaterali in attesa di provare a trovare una soluzione condivisa ed invece, pezzo per pezzo, sta distruggendo l’attuale organizzazione del lavoro. Con una serie di disposizioni e ordini di servizio ha praticamente demansionato una quantità importate di dipendenti, preparandosi a trasformarli in esuberi veri e propri prima ancora che sia data la possibilità di intervenire all’interno di una qualsiasi ipotesi di procedura normativa che non è stata ancora aperta”.
Stavolta nessun dubbio sulla compatezza del fronte dei sindacati. Perché oltre a Fiom e Fim si schiera contro Snai anche Filcams: “La preoccupazione – spiega la segretaria provinciale Filcams Cgil, Valentina Gullà – coinvolge tutti sia nel reparto metalmeccanico che nel call center, in cui si applica il contratto del commercio e dove al momento non sono stati denunciati esuberi. Infatti se ad oggi abbiamo condizioni differenti ciò non significa che l’intera azienda e l’intero sito di Porcari non siano a rischio. Anzi siamo fermamente convinti che l’agire unilaterale dell’azienda, che nel frattempo demansiona alcuni e sovraccarica di lavoro altri, preluda purtroppo ad ulteriori futuri tagli se non addirittura allo smantellamento della sede di Porcari. Da qui la contrapposizione che i lavoratori e le lavoratrici stanno unitariamente mettendo in campo con la proclamazione di 24 ore di sciopero da oggi al 21 novembre, altra tappa della trattativa, per affermare che non sono tollerabili atteggiamenti arroganti da parte dell’azienda e che non è accettabile che l’unica cosa chiara ad oggi sia una condotta secondo la quale si va a trattare individualmente con i lavoratori o si pensa di spacchettare il problema. Nessun licenziamento e nessun spacchettamento. I lavoratori sono uniti e compatti e il segnale lo stanno dando chiaramente. Pretendiamo altrettanta chiarezza da Snai”. “Il successo della mobilitazione di oggi – aggiunge Massimiliano Bindocci della Filcams Cgil – dimostra che se le cose vengono decise insieme hanno successo, la battaglia per la salvaguardia dei posti di lavoro riguarda tutte le sigle e tutte le categorie. Restano delle differenze, non è condivisa la posizione espressa da alcuni esponenti sindacali anche in assemblea, cioè l’applicazione a tutto il personale del contratto collettivo del metalmeccanico. Questa posizione deve essere espressa dai lavoratori interessati – avverte Bindocci -, e non da una sigla di categoria, magari per qualche tessera, visto che la questione degli ammortizzatori è mal posta e riguarda l’Inps. Si pensi al confronto con l’azienda utilizzando tutte le sponde anche istituzionali per evitare trasferimenti, esuberi, e utilizzare ammortizzatori inclusivi come il contratto di solidarietà, perché nessuno deve restare indietro. Tra l’altro il settore commercio vede comunque alcuni esuberi dichiarati dall’azienda anche a Lucca, per cui sbaglia chi dice il contrario: su due tra l’altro stiamo trovando soluzioni”.
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