
La deputata Pd Raffaella Mariani ha presentato un’interrogazione al ministro del Lavoro e della politiche sociali, Giuliano Poletti, circa la difficile condizione vissuta dal gruppo Snai spa e la vertenza in corso con il rischio di oltre 80 esuberi, 62 dei quali alla sede di Porcari. La parlamentare lucchese evidenzia come l’inquadramento della società da parte dell’Inps nel solo settore terziario, dopo la fusione per incorporazione di Cogemat/Cogetech in Snai, “comprometta le garanzie poste a presidio dei lavoratori”. Mariani chiede inoltre se il Ministero ha intenzione di adottare le misure necessarie e con quali tempistiche. “L’interpretazione dell’Inps – scrive la deputata – oltre a incontrare la contrarietà di tutte le parti coinvolte e ad apparire del tutto ingiustificata, comprometterebbe irrimediabilmente l’opportunità di utilizzare i necessari ammortizzatori sociali a fronte degli esuberi di personale conseguenti alla fusione”. Prima della fusione la società era stata inquadrata nel settore ‘industriale’ e nel ‘terziario’.
Mariani ripercorre la storia di Snai Spa, rimarcando come ad oggi occupi oltre 700 persone, di cui circa 400 (in prevalenza donne) impiegate nella sede di Porcari.
“La fusione per incorporazione – prosegue Mariani – è stata un’operazione svolta per consentire a Snai Spa il consolidamento del proprio patrimonio societario, attraverso il conseguimento di economie di scala, una maggiore semplificazione della catena di controllo, la razionalizzazione della dotazione tecnologica e l’integrazione delle professionalità. Allo stesso tempo l’azienda ha annunciato 95 esuberi complessivi nel gruppo, di cui ben 64 riguardanti la sede di Porcari”.
Oltre a questo, la parlamentare si sofferma sull’eventualità di trasferimenti nella sede di Milano e ricorda come Snai abbia “annunciato gli esuberi senza però provvedere a presentare un piano industriale né, inizialmente, ad attivare ammortizzatori sociali e, successivamente, contratti di solidarietà per il personale in esubero”.
“Il numero degli esuberi individuati ed annunciati – si legge ancora – è tale da produrre effetti difficilmente sostenibili per la piana di Lucca, che sconta da tempo le gravi conseguenze occupazionali e le ricadute sociali della crisi economica: la salvaguardia dei posti di lavoro in loco rappresenta un elemento essenziale per il territorio della provincia di Lucca. Chiediamo dunque al ministro se intenda effettuare un monitoraggio delle vicende riguardanti l’azienda Snai Spa con particolare riferimento alla situazione occupazionale e, nel caso, quali iniziative intenda assumere per evitare che il piano di ristrutturazione della società produca conseguenze gravissime in termini occupazionali e sociali sul territorio lucchese, che sta già pagando un prezzo molto alto per la chiusura di molte realtà imprenditoriali e la perdita di posti di lavoro e competenze professionali”.