Contratto non industriale per Snai, Fiom non ci sta

16 dicembre 2016 | 16:04
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Contratto non industriale per Snai, Fiom non ci sta

Vertenza Snai, la Fiom torna a intervenire sul tema. “A seguito della fusione per incorporazione in Snai delle società controllate – dice il segretario Massimo Braccini – sicuramente vi sono stati dei passaggi affrontati con leggerezza da parte della direzione aziendale. Tuttavia le attività a seguito della fusione non sono cambiate assolutamente e l’azienda continua a svolgere le stesse attività dell’industria come in precedenza. Non a caso sono sempre stati versati tutti i contributi necessari da 15 anni a questa parte nei codici industriali. Quindi appare incomprensibile e preoccupante, nonché senza fondamento, la presunta presa di posizione della direzione generale Inps che a quanto pare ha comunicato all’azienda che il corretto inquadramento professionale non sarebbe industriale, con la conseguente logica mancanza di ammortizzatori sociali, cosa che non ci permetterebbe di gestire la crisi aperta”.

“Ed allora – si chiede Braccini – perché in questi molti anni sono stati versati contributi e l’inquadramento previdenziale era industriale? Sembra quasi che vi sia il tentativo di mettere in discussione ciò che spetta ai lavoratori, cosa che sarebbe inaccettabile e che rischierebbe di far aprire contenziosi in una fase così delicata. Nei giorni scorsi sappiamo che vi è stato un incontro tra la direzione Snai e l’Inps di Lucca per illustrare gli aspetti connessi all’inquadramento e per predisporre la necessaria documentazione da inviare poi alla direzione generale. Questo ginepraio però ci piace poco, i lavoratori non possono essere tenuti sulle spine per un tempo così lungo di fronte ad una crisi e sicuramente l’azienda ha le sue responsabilità, ma l’Inps ha a nostro avviso il dovere di sbrigare la questione in
tempi brevi perché ciò che è sempre stato garantito, non per concessione, di fronte ad una crisi non possa essere messo in discussione per qualche tipo di interpretazione con la conseguente ricaduta sui chi lavora e si trova in difficoltà”.