Gullà: “Nessuno ha licenziato Bindocci, la smetta di infangare Cgil”

Nessuno ha “licenziato” Massimiliano Bindocci, ma è “stato lui” a non voler fare ricorso contro la sospensione di tre mesi in Cgil. Per cui ora “smetta di infangare” il sindacato. Sono parole della segretario provinciale della Filcams Cgil, Valentina Gullà, che interviene dopo le polemiche degli ultimi giorni.
“Massimiliano Bindocci non è stato licenziato – esordisce -. Chi viene licenziato da una qualsiasi azienda perde il posto di lavoro, mentre un sindacalista per l’attività che presta ha diritto, ai sensi della legge 300/70 (statuto dei lavoratori) a tornare al proprio posto di lavoro nell’azienda di provenienza. Massimiliano Bindocci è stato sanzionato con una sospensione di 3 mesi dagli incarichi sindacali pertanto non avendo incarichi gli è stato revocato il distacco e avrebbe dovuto rientrare per tre mesi in fabbrica al suo posto di lavoro. Nulla toglie che al termine del periodo di sospensione potesse nuovamente essere distaccato. Non mi sembra quindi che il paragone sia appropriato né rispettoso nei confronti di coloro che veramente perdono il lavoro”.
“Massimiliano Bindocci – prosegue ancora Gullà – è stato sanzionato con una sospensione di soli 3 mesi dagli incarichi sindacali. Avrebbe potuto fare ricorso ma ha scelto di non farlo. Come categoria ci siamo impegnati, all’interno delle regole e dello Statuto, a sostenere Massimiliano. Se le motivazioni e le decorrenze della sospensione determinata dalla Commissione di Garanzia sono effettivamente poco chiare, è invece evidente la sua decisione di non opporsi come previsto dal regolamento. Come mai? Forse per l’ultimo punto che vado a sottolineare, ossia il suo passaggio ad altra organizzazione sindacale, la Uil, probabilmente meditato e preparato nel tempo. Bindocci non si è mai risparmiato critiche anche aspre nei confronti delle altre organizzazioni sindacali ma oggi ha deciso di abbandonare la Cgil per una di queste, per continuare la sua attività di sindacalista senza soluzione di continuità, lasciando quindi un percorso in casa Cgil che fino a pochissimo tempo fa difendeva ed esaltava. Ritengo che Massimiliano Bindocci sia stato un buon sindacalista ed un bravo segretario provinciale della Filcams”.
“Ha finito il suo mandato di segretario in Filcams nel 2014 dopo 8 anni di incarico – ricorda Gullà -, è andato a svolgere l’incarico di segretario di zona della Versilia su delega dell’allora segretario Chiriaco che dopo un anno lo ha rimosso immotivatamente. La Filcams lo ha allora ripreso in carico facendosi carico del distacco edandogli un incarico seppur fuori dalla segreteria, auspicando l’apertura per lui di nuovi incarichi in Cgil. Questa era la volontà mia e della categoria anche di fronte alla sanzione ma evidentemente Massimiliano Bindocci ha scelto un’altra strada, quella di passare ad un’altra organizzazione sindacale. Rispetto la sua scelta ma la smetta di motivarla infangando la Cgil”.
“Credo – aggiunge Gullà – che coloro che coerentemente decidono di restare in Filcams Cgil debbano riservare ogni energia a ricostruire un clima propositivo nella più grande categoria della Cgil, che conta in provincia seimila iscritti e che ha la responsabilità di mettere in campo un grande e costante impegno nella rappresentanza delle rivendicazioni delle lavoratrici e dei lavoratori di commercio, turismo e servizi. È questo che deve sempre stare al primo posto per ogni sindacalista quale unico obiettivo del suo mandato. Avanti tutta quindi con il solo protagonismo di chi combatte per difendere il posto di lavoro e la propria dignità, perché abbiamo tante sfide davanti a noi, a partire dai referendum proposti dalla Cgil che riguardano molto da vicino i lavoratori e le lavoratrici rappresentati dalla Filcams: l’abrogazione dei voucher, delle norme che limitano la responsabilità solidale negli appalti e delle norme che hanno modificato l’articolo 18”.