Carismi, possibili esuberi e chiusure sportelli nel nuovo piano industriale

Incontro assolutamente interlocutorio quello che i rappresentanti dei sindacati confederali hanno avuto oggi (25 gennaio) con i vertici della Cassa di Risparmio di San Miniato. Unico dato certo che arriva dal tavolo è la presenza delle due trattative condotte in parallelo, quella della cordata capitanata da De Busti e quello con gli assicuratori panamensi di Barens. Trattative portate avanti per le quali tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio in Carismi si attendono la formalizzazione di una manifestazione di interesse. Sulla questione del piano industriale i vertici della banca, parlando con i sindacalisti, hanno continuato a fare riferimentoail vecchio percorso, redatto però in ben altri tempi, che prevedeva l’esubero di oltre 100 dipendenti attraverso un meccanismo di prepensionamenti e ammortizzatori sociali. Fuoriuscita che poi equivarrebbe alla chiusura di 20-25 sportelli Carismi sparsi per la Toscana.
“Non ci aspettavamo molti di più – dicono le rappresentanze sindacali della Cgil – Con due trattative aperte capisco che anche per la banca sia difficile sbilanciarsi. Non ci sono stati forniti dettagli ma si è rimasti a parlare a un livello molto generale delle due trattative che, come è ovvio, non hanno ancora generato un nuovo piano industriale. Quindi diventa difficile parlare di livelli occupazionali, anche se dalla banca ci è stato confermato il piano che risale allo scorso anno e tutte le procedure per accompagnare i dipendenti verso una fuoriuscita morbida”.
Da ambienti Carismi del resto non trapela molto di più di quanto già scritto relativamente alle due trattative in atto per avere un partner solido in grado di ricapitalizzare.
Rimane da capire se Carismi, nonostante la ricapitalizzazion,e farà ricorso agli strumenti messi a disposizione dal governo per aiutare e sostenere le banche che si sono trovate in difficoltà e quale utilizzare, qualora vi si dovesse ricorrere. “Noi – dicono i sindacati – non lo escludiamo. Visto che ci sono questi strumenti, prima di trovarsi in difficoltà più serie potrebbe essere una strada percorribile anche per Carismi come per altre banche italiane. Al momento esistono tre tipi di fondi che possono aiutare un istituto di credito: da quelli specializzati nella gestione delle sofferenze, e che quindi vanno ad intervenire “nella pancia della banca”, a quelli che possono dare ossigeno, fermo restando che Carismi potrebbe anche uscirne senza fare ricorso. Tutto dipenderà da come evolveranno due trattative. Di sicuro ci è sembrato che l’intento della banca sia quello di arrivare ad avere due formalizzazioni per poi poter riunire l’assemblea dei soci e decidere quale strada intraprendere”. (Ga.Mo.)