Confartigianato: “Aumento accise e imposte, sarà crisi nera”

Gli artigiani rischiano di finire in ginocchio se saranno confermate le prime indiscrezioni sull’aumento delle accise su benzina e gasolio e delle imposte dirette nell’ambito della manovra di aggiustamento del bilancio per evitare una procedura d’infrazione, per debito eccessivo, da parte dell’Ue. L’allarme arriva dalla Confartigianato di Lucca: “Dalle prime indiscrezioni – si legge in una nota – sembra ci sia la necessità di recuperare 3,4 miliardi di euro, in parte con l’aumento delle accise su benzina e gasolio, in parte con l’aumento delle imposte indirette ad eccezione dell’Iva, 800 milioni circa da tagli alla Pubblica amministrazione e ben 2.500 milioni da misure antievasione quali l’estensione dell’applicazione del reverse charge ad altre tipologie di aziende”.
Confartigianato Lucca si dice “fortemente preoccupata da queste misure che comporteranno sicuramente un aumento dell’inflazione, e l’aumento delle accise sul carburante si ripercuote trasversalmente sul costo del prodotto finale visto che la maggior parte delle merci, nel nostro Paese, viaggia su gomma con un’ulteriore contrazione dei consumi. Ricordiamo – si aggiunge – che sul costo di 1 litro di benzina, circa 1,480 euro, ben 0,728 euro sono di accise e che sul gasolio che costa circa 1,370 euro al litro, ben 0,617 euro sono di accise. E’ chiaro che l’impatto più diretto l’abbiamo sulle aziende di autotrasporto che sono ormai in calo drastico nella nostra provincia da molti anni stritolate tra aumento del carburante, quello dei pedaggi autostradali, delle tasse da una parte e le tariffe che vengono loro corrisposte per il servizio reso sempre più basse tanto che, in alcuni casi neppure coprono le spese. Ma il vero problema, nel nostro Paese – aggiunge Confartigianato Lucca – è la lotta all’evasione contro coloro che lavorano abusivamente, a casa o, presso i richiedenti le varie prestazioni, di coloro che fanno il doppio lavoro (uno dei quali al nero).
La nostra Associazione, da anni in prima fila nella lotta contro il lavoro nero, ha cercato e cerca di contrastarlo in tutti i modi, coinvolgendo tutti i soggetti interessati ed anche la Prefettura ma, purtroppo, con scarsi risultati. Sapete quante aziende vengono da noi, parrucchieri, estetiste, lavanderie, muratori, giardinieri e dicono di dover chiudere perché un ex dipendente o un abusivo gli ha portato via una fetta importante di clientela alla quale eroga i servizi a casa propria o presso il cliente stesso? E si pensi bene che contro le tariffe che praticano queste persone non ci sono sconti o promozioni che tengano da parte delle aziende regolari. Queste ultime, infatti, pagano imposte, Inps, Inail, smaltimento rifiuti, affitto, ecc. al contrario dell’abusivo che le evade in toto.
Amici artigiani, non ci scoraggiamo, continuate a venire in associazione per denunciare chi vi fa una concorrenza sleale. Non abbiate timore, non si tratta di delazione nei confronti di qualcuno, ma di far rispettare, a chi vuol esercitare un’attività le regole e farsi carico di tutti quei costi, rappresentati da tasse e balzelli vari, che voi pagate da anni. Piange il cuore a sentire tanti imprenditori quando dicono di dover chiudere perché non hanno lavoro e pensare che tanti altri lo fanno abusivamente. Se si riuscisse a colpire questi soggetti non sarebbero certo necessarie manovre fiscali aggiuntive anzi ne guadagnerebbe sicuramente il Pil e tante altre aziende che vedrebbero finalmente diminuire, anziché aumentare, le varie imposte. Un appello, infine a tutti i parlamentari della nostra provincia: guardatevi attorno e calatevi nei problemi delle aziende, state tra gli imprenditori ed ascoltateli. Purtroppo siamo arrivati al capolinea e tassare ancora le imprese è come accanirsi con violenza su chi sta già per morire. Fermate questa shoah degli artigiani”.