Cessioni Unicoop, proposto protocollo con i sindacati

Un protocollo per concordare le verifiche del caso sulla affidabilità degli imprenditori che saranno interessati a subentrare a Unicoop Tirreno nella gestione dei tre supermercati della Valle del Serchio. E’ quanto è stato richiesto da Fisascat Cisl, Filcams Cgil e Uiltucs che ieri (8 febbraio) hanno avuto un incontro con i vertici della Unicoop, che saranno seguiti da altri confronti già fissati al 14 e al 16 febbraio prossimi. I temi sui quali verte la discussione sono gli esuberi dichiarati dalla direzione aziendale, la chiusura e la cessione di alcuni punti vendita, la rinegoziazione del contratto integrativo aziendale.
“In merito alle cessioni di punti vendita – spiega la segretaria provinciale di Filcams Cgil, Valentina Gullà – si è discusso della possibilità di sottoscrivere un protocollo che preveda fin da subito il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali per effettuare una verifica congiunta rispetto al grado di affidabilità degli imprenditori interessati all’acquisizione e, più in generale, in ordine alle regole d’ingaggio (condizioni normative ed economiche) che saranno applicate ai lavoratori oggetto del passaggio alle dipendenze di questi ultimi. Le organizzazioni sindacali – prosegue la nota – ritengono tuttavia che si debba approfondire con attenzione quanto potrebbe essere condiviso nel protocollo a partire da dati più precisi sull’andamento dei singoli punti vendita e con l’obiettivo di evitare sia le cessioni che le chiusure e mantenere il perimetro aziendale, anche in virtù del fatto che si deve poter parlare oltre che di un piano di risanamento anche di prospettive di sviluppo della cooperativa. Un punto fondamentale se pensiamo anche ai tre punti vendita della Garfagnana, territorio che ha bisogno di essere valorizzato e nel quale la cooperativa ha la possibilità di ripristinare risultati positivi. Uscire da questo territorio sarebbe un grave errore per cui manterremo grande attenzione anche su questi punti vendita, che ricordiamo, occupano circa trenta dipendenti. La Filcams Cgil – prosegue Gullà – è al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori di Barga, Fornoli e Pieve Fosciana che stanno vivendo un momento di forte preoccupazione anche in virtù della specificità delle specificità della zona. Tutta la nostra attenzione è rivolta ad evitare che questi punti vendita vengano ceduti. Positivo il dietrofront sul recesso dal contratto integrativo: si è infatti parlato di alcuni istituti economici del contratto integrativo aziendale suscettibili, secondo la direzione della cooperativa, di una sospensione temporanea da condividere, che, praticamente, comprendono, oltre alle agibilità sindacali aggiuntive a quelle previste da legge e contratto collettivo nazionale, il premio aziendale e l’indennità di funzione. Nei prossimi incontri si approfondiranno anche le cifre dei costi dichiarati dall’azienda per tali istituti. Si è poi parlato anche dell’utilizzo di ammortizzatori sociali, con preferenza della Cigs da parte di Unicoop Tirreno da affiancare ad una procedura di licenziamento collettivo da chiudere con la previsione di un incentivo all’esodo, maggiore nel caso in cui la disponibilità a risolvere il rapporto di lavoro si manifesti a ridosso dell’avvenuta sottoscrizione di un’eventuale intesa collettiva. Nel corso dell’incontro, inoltre, abbiamo manifestato alla direzione aziendale la nostra preferenza, in tema di ammortizzatori sociali, in alternativa dello strumento dalla stessa indicato come quello ideale, ovverosia la Cigs, per il contratto di solidarietà difensivo, in quanto offrirebbe il duplice beneficio di prevedere un periodo massimo integrabile maggiore rispetto alla cassa e, nell’utilizzo, garantirebbe ricadute maggiormente eque fra i lavoratori coinvolti nelle sospensioni dall’attività. Per parte nostra, abbiamo espresso disponibilità a proseguire l’analisi dei temi proposti, purché, già in occasione dei prossimi incontri, ci siano forniti dati specifici afferenti le maggiori voci di costo (diverse da quella del lavoro), che a nostro avviso potrebbero offrire margini di miglioramento alla struttura degli oneri d’esercizio”.