Artigianato: tengono i servizi, edilizia in crisi nera

16 marzo 2017 | 12:56
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Artigianato: tengono i servizi, edilizia in crisi nera

Tiene l’artigianato dei servizi, mentre si contrae quello dell’edilizia: è la prima fotografia che emerge dal rapporto congiunturale della Camera di commercio di Lucca, in relazione al trend per la piccola impresa e l’artigianato nella provincia, per il 2016. In posizione intermedia, ma comunque sempre negativa, si collocano il manifatturiero e l’artigianato nel suo complesso, per una proiezione che quindi mostra il segno meno. La svolta positiva a lungo attesa, insomma, non c’è stata: la provincia di Lucca, anzi, viene definita maglia nera in Toscana per il settore, con la Versilia che fa registrare la flessione più marcata.

I dati Cna sono stati illustrati oggi (16 marzo) dal dottor Andrea Manuelli, insieme ad Andrea Giannecchini (presidente Cna provinciale), Stephano Tesi (direttore Cna), Brunella Bini (direttore Caf Cna), Giorgio Bartoli (presidente Camera di commercio).
“Dall’analisi emerge che l’artigianato della Provincia di Lucca non si è ripreso – afferma Manuelli – perché i principali indicatori economici sono in discesa. Non c’è stato quel punto di svolta che avevamo sperato. C’è un problema di diminuzione della base imprenditoriale, anche se aumentano gli addetti. Cosa fare per riprendersi? Bisogna mantenere costante la base imprenditoriale ed accrescere le possibilità di fatturato. Bisogna continuare a lavorare sui servizi, che sono il fronte che tiene di più, ed incidere su costruzioni ed impiantistica, che non vivono un momento felice da anni ormai”.
I numeri parlano chiaro: la somma delle imprese artigiane attive, in assoluto, è in costante calo da almeno 4 anni. Nel 2013 le aziende presenti in Provincia erano 12mila e 597, che diventano 12mila e 149 nel 2014, 11mila e 908 nel 2015 e, per il 2016, calano ancora a 11mila e 664. Dati che sono lo specchio di una congiuntura che mostra un calo globale sia in Toscana che in Italia. Il confronto della provincia con queste due realtà, tuttavia, evidenzia come il calo sia molto meno netto a livello nazionale e regionale: in Toscana le imprese artigiane erano 106mila e 061 nel 2016, contro le 107mila e 427mila dell’anno precedente. A livello nazionale, invece, sono state 1 milione e 331mila le imprese nel 2016, a fronte del milione e 349mila del 2015.
“I dati entrano nel vivo delle aziende – afferma Giannecchini – dandoci una fotografia concreta della situazione economica attuale in provincia di Lucca. Si tratta di un progetto di livello nazionale che dovrebbe estendersi a tutto il Paese. La Provincia di Lucca, purtroppo è maglia nera in Toscana per l’artigianato, malgrado la forza del cartario, e la Versilia è il comparto più in difficoltà, anche se si registrano progressi nel nautico. La crisi dell’edilizia? La fotografia che abbiamo è comunque statica, ci sono segnali contraddittori che meritano un’analisi più dettagliata. Siamo di fronte ad un momento di forte trasformazione: aumentano le compravendite immobiliari e le erogazioni dei mutui e questo dovrebbe lasciare bene sperare”. La ricetta per dribblare la crisi? Giannecchini la spiega così: “Gli enti locali hanno a disposizione strumenti importanti – ricorda – e devono usarli per aiutare le imprese. Penso all’abbassamento delle soglie per i bandi legati ai lavori sulle opere pubbliche, agli incentivi per i lavori di messa in sicurezza ambientale e via dicendo. Anche per gli appalti – conclude – serve ricorrere ad un’alternanza delle imprese, per permettere all’intero tessuto locale di lavorare”.
Guardando ai macro settori di riferimento, le imprese agricole in provincia di Lucca nel 2016 sono 89 (erano 90 nel 2015, 94 nel 2014 e 91 nel 2013). Scende anche il manifatturiero, con 2758 imprese attive nel 2016 (contro le 2815 dell’anno precedente), mentre la situazione più critica si registra nell’edilizia, con 5074 imprese nel 2016, contro le 5269 del 2015. Tengono i servizi che, anzi, aumentano leggermente il numero della attività: dalle 3734 imprese del 2015 alle 3740 del 2016.
“Quando si parla dell’economia lucchese – commenta Bartoli – dobbiamo considerare la notevole sofferenza delle imprese artigiane. Quello che spaventa di più è il trend negativo di Lucca rispetto alla Toscana. L’export prova a dare segnali di ripresa, ma le difficoltà si registrano ovunque”.
La situazione più critica si registra in Versilia, mentre tiene la Valle del Serchio e la Piana di Lucca segna numeri intermedi. “Il fatto che la montagna vada meglio – commenta Manuelli – risolleva relativamente, perché la maggior parte delle imprese si concentra nella piana di Lucca”.
Collegata al calo, c’è anche la discesa dei ricavi: nel primo e secondo trimestre 2016 si registrano, rispettivamente, flessioni del -2,2% (contro il +3,1% dell’analogo periodo 2015) e -1,3% (a fronte però del – 6,1% del 2015). I consumi segnano un + 0,6% (il dato era -9,8% l’anno precedente) nel secondo trimestre 2016, mentre le retribuzioni un – 4,8% (contro il -6,9% dell’anno precedente). Un quadro che, secondo gli esperti di Cna, non fa ben sperare. Nel complesso, la Provincia di Lucca mostra un andamento più altalenante di quella che presenta la regione Toscana.
Il trend provinciale testimonia un segno più per il numero degli addetti (+ 2,0% nel 2016) è contestuale alla contrazione della base imprenditoriale (- 0,2% per le imprese artigiane e -0,7% per le imprese nel loro complesso). “Sono dati – prosegue Manuelli – che testimoniano un quadro di stazionarietà, anche se negativo per i primi due trimestri 2016. Lucca comunque segna un momento di maggiore negatività rispetto alla Toscana nel suo complesso”. Si conferma quindi la mancata ripresa del ciclo economico a livello locale, anche se di crisi profonda si può parlare solo per il settore dell’edilizia.