
“Al Carrefour di Lucca dall’apertura del negozio c’è stato un taglio continuo del personale (oggi ammontano a 140 i dipendenti), ma al tempo stesso quotidianamente vi lavorano in media una ventina di interinali, con l’aggiunta di diversi lavoratori con contratto a chiamata, senza considerare i servizi di vigilanza ormai quasi del tutto appaltati a una ditta esterna”. Vanno così all’attacco Gianluca Venturini e Marcello Pantani, i Cobas Lavoro Privato. “Tutto questo nonostante che il contratto aziendale preveda l’utilizzo di voucheristi e interinali solo nel fine settimana – . Anche a Lucca, dove ci sarebbe bisogno di assumere, sono stati dichiarati dieci esuberi. Dopo l’annuncio dei pesanti tagli del personale, nonostante che il 29 marzo 2016 Carrefour avesse firmato un contratto integrativo dove si impegnava a tutelare i livelli occupazionali, le trattative tra azienda e sindacati confederali per la gestione degli esuberi hanno mostrato le vere intenzioni della societŕàfrancese e la sua piů assoluta arroganza. Dopo essersi lamentata della cattiva pubblicità che la notizia dei licenziamenti aveva suscitato (voleva licenziare centinaia di persone e pretendeva che nessuno dicesse niente!!!), Carrefour si č detta disposta a trattare sugli esuberi, prevedendo il ricorso agli ammortizzatori, l’esodo volontario, ecc., ma chiedendo in cambio ancora ulteriori sacrifici ai lavoratori e alle lavoratrici: questa è la vera posta in gioco”.
“Non è un caso – aggiungono i Cobas – che, insieme alla mobilità, la multinazionale voglia discutere del rinnovo del contratto integrativo, mentre le trattative per il contratto nazionale di Federdistribuzione, cui essa aderisce, sono rotte. Insomma, siamo di fronte a un vero e proprio ricatto sfacciato: si minacciano chiusure e licenziamenti per garantirsi lavoratori sempre più precari, pronti all’uso in ogni momento (per poi essere gettati!), senza più tutele e dignità”. Non è dato sapere quale accordo alla fine Cgil, Cisl e Uil troveranno con questa multinazionale, intenzionata a pretendere lo sfruttamento piů sfrontato e sempre ulteriori sacrifici nei vari punti vendita. Una cosa, però, ci sentiamo fermamente di affermare: qualsiasi accordo dovrà prevedere una consultazione diretta e vincolante di tutti i lavoratori Carrefour. La posta in gioco è altissima e i rischi numerosi: dovranno essere i lavoratori e le lavoratrici a decidere se cedere a questo ennesimo ricatto o rigettarlo, com’č necessario, al mittente”.