Nuovo sciopero e presidio alla ex Ondulati Giusti

20 aprile 2017 | 15:40
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Nuovo sciopero e presidio alla ex Ondulati Giusti

Oggi, i lavoratori della ex-Ondulati Giusti, ora, Og Pro-Gest Spa, sono tornati ad incrociare le braccia, con uno sciopero di un’ora per turno e un presidio temporaneo sui cancelli, per protestare, spiegano i sindacalisti Simone Tesi (Slc Cgil) e Fabio Guerri (Fistel Cisl) “contro una gestione del lavoro – spiegano – già di per sé resa difficile dalla riduzione dell’orario, per effetto del contratto di solidarietà al secondo anno di vigenza, ulteriormente aggravata dalla politica aziendale volta a togliere organico dalle linee, compromettendo il lavoro in sicurezza e aumentandone i carichi da sostenere”.
“Su questo tema – spiegano – la Rsu e le organizzazioni sindacali della Slc-Cgil e Fistel-Cisl, hanno avuto modi di confrontarsi con l’azienda e i suoi responsabili, i quali non hanno voluto riconoscere la presenza dei problemi sollevati che riguardano non solo la produzione, ma anche l’organizzazione dei carrellisti di magazzino, nonostante l’evidenza oggettiva delle difficoltà che portano a dover coprire le postazioni mancanti per effetto delle assenze che si verificano quotidianamente, con il personale presente al momento che viene tolto dalla propria postazione per andare a “tappare” i buchi di organico”.

“La coperta è corta – proseguono i sindacalisti – si direbbe, poiché ci sono state diverse uscite, dall’inizio del contratto di solidarietà: alcune legate al raggiungimento dei requisiti pensionistici – per fortuna –, molte altre, invece, perché evidentemente comincia a incrinarsi quella fiducia che consente di guardare al domani con serenità e prospettiva: il gruppo Pro-Gest non ha ancora presentato quel piano industriale che si sta aspettando da quando l’azienda è stata finalmente acquistata, al termine della procedura concorsuale, più di un anno fa; non si ha chiaro cosa si voglia fare di questo importante polo produttivo di fogli di cartone che ha sempre vantato di ricoprire una posizione ragguardevole nel comparto di riferimento; la nostra capacità produttiva viene limitata, non perché manchino potenziali ordinativi, ma per logiche di mercato legate ai prezzi, che ci penalizzano, e alle dinamiche interne al gruppo che ci ha acquistato. Qui, si chiedono anche certezze e sicure prospettive di rilancio”.
“Le questioni presentate non trovano, però – concludono – orecchie disposte ad ascoltare e tutto questo ha un riflesso quotidiano nella gestione del personale che si trova a vivere difficoltà sul lavoro: siamo in solidarietà, lavoriamo meno ore e ci vorrebbero costringere a farlo con meno organico del necessario. Rifiutiamo queste logiche e perciò scioperiamo, mettendo unitamente in atto, come già abbiamo fatto alcune volte, azioni volte a limitare il lavoro sotto-organico, con fermate brevi”.