
“Non facciamo morire l’ultima banca della città”. La First Cisl e la Fisac Cgil mettono in guardia, dopo l’elezione del nuovo presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, sul futuro della Banca del Monte, di cui la fondazione detiene il 20 per cento del capitale.
“Banca Carige, azionista di maggioranza con il 60 per cento – dicono i sindacati – nel proprio piano industriale aveva rimandato al 2019 l’incorporazione della Banca del Monte, anche a seguito della contrarietà a tale operazione espressa dalle due fondazioni lucchesi, delle quali era necessario l’assenso in virtù della loro percentuale di capitale. La stessa Carige, tuttavia, non ha mai nascosto l’intenzione di procedere alla fusione anche prima, qualora ne avesse avuta la possibilità. Ciò che non è stato mai detto, però, è la sorte in serbo per i 150 dipendenti, quasi tutti lucchesi, della Banca del Monte, nonché per il futuro delle numerose agenzie. Come sindacato abbiamo, purtroppo, ben presenti le ormai numerose esperienze simili: chiusura degli sportelli, riduzioni degli organici, trasferimenti del personale in eccedenza. In breve: meno occupazione e meno ricchezza per la nostra città. Noi, invece, continuiamo a ritenere che il credito sia un elemento strategico essenziale, quale volano per l’economia, ed in questa prospettiva, la presenza di una banca storicamente legata al territorio può essere un elemento di indubbio vantaggio”.
“Naturalmente anche la Banca del Monte – proseguono i sindacati – così come tanti altri istituti di credito, in questi anni ha conseguito risultati economici negativi, quale diretta conseguenza
della perdurante crisi economica e, soprattutto, per la contabilizzazione di ingenti accantonamenti, proprio a fronte di crediti non più esigibili concessi ad attività economiche e a famiglie. Crediti sui quali, comunque, il territorio in questi anni difficili ha potuto contare. Aver ripulito il bilancio dalla gran parte delle “sofferenze” lascia ora intravedere, dopo tanti sacrifici, la possibilità per la Banca del Monte di tornare dall’anno prossimo a produrre utili. Utili che, giova ricordarlo, per il 40% andrebbero alle due fondazioni e, tramite di esse, di nuovo alla nostra comunità”.
“Quanto detto – è la conclusione – ci sollecita una riflessione: le fondazioni non hanno ceduto le proprie partecipazioni negli anni peggiori, consentendo alla Banca del Monte di sopravvivere ed è quindi auspicabile un comportamento coerente, visto che ora, ci sono oggettivi margini di ripresa. Per questo, ancora una volta, siamo a sollecitare la comunità lucchese, attraverso le proprie forze politiche, sociali ed economiche, affinché si esprima sul futuro da riservare all’ultima banca della nostra città, nata come “monte di pietà” nel lontano 1489. Chiederemo quindi di incontrare il nuovo presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, Marcello Bertocchini, le categorie economiche ed i candidati alla carica di sindaco del comune di Lucca: la decisione sul futuro dell’ultima banca lucchese dovrà nascere da un confronto con l’intero territorio”.